“Italia viva. Per una carta del rinnovo urbano” è il manifesto del convegno tenutosi ieri in mattinata a Palazzo di Città, che ha visto tra i protagonisti assoluti un De Luca agguerrito sulla questione Crescent e che continua a sostenere le idee di un’urbanizzazione volta all’innovazione. Non è nient’altro che l’avvio di un dibattito nazionale che parte proprio da Salerno, un messaggio che deve portare con sé il giusto coraggio per affrontare la competizione e per fare in modo che l’Italia non cada nel dimenticatoio e non si fossilizzi. Questo è il pensiero del sindaco, che sta portando avanti le sue tesi convinto che Salerno sia non solo l’unica realtà urbana in cui si sta realizzando un progetto pienamente consapevole portando avanti quello di città “dell’accoglienza” e riattualizzando così un’antica vocazione storica, ma anche preciso democraticamente. “La varietà dei segni architettonici rappresenta la ricchezza stessa di modernità e del linguaggio architettonico e tutto questo dovrebbe avvenire in un Paese chiamato con urgenza alla modernità per il futuro delle nuove generazioni, in modo che possano avere un orgoglio civico e una propria identità” – ha affermato De Luca, che in seguito ha precisato – “Occorrono vasti programmi di opere pubbliche e private ed è necessario offrire una prospettiva di lavoro alle tante energie tecniche e progettuali oggi ancora non utilizzate”. E proprio in questa forte esigenza di lavoro che il sindaco ha voluto inquadrare uno di quattro fattori importanti che potrebbero dare vita ad un’urbanizzazione efficace e di successo. L’economia: la trasformazione urbana è uno dei settori dell’economia attivabile celermente per creare lavoro e sviluppo. La cultura: l’Italia oggi appare ferma dal punto di vista urbanistico, creandosi l’alibi della tutela del patrimonio artistico e culturale, ma non bisogna limitarsi al passato e c’è l’esigenza di creare nuovi stimoli e sensibilizzazione verso di essi. “Il dibattito culturale è fondamentale – ha detto De Luca durante il suo intervento – Persino il Colosseo o la Torre Eiffel ne sono stati protagonisti. L’importante è capire chi decide, e non ci si fermi al dibattito”. “Una volta concesso il permesso a costruire – spiega il primo cittadino – si deve andare avanti altrimenti davvero l’Italia rischia di scivolare sempre più in basso. Ci sono 74 associazioni legittimate a proporre un ricorso al Tar e bloccare i lavori”. Il groviglio burocratico: vi è una sorta di paralisi decisionale, le istituzioni democratiche sono impotenti. Per questo, secondo De Luca: “I piani di trasformazione urbana sembrano impossibili da realizzare. Si guarda con invidia a esperienze di altri paesi nei quali si decide, e si realizza ciò che si decide. Se non viene sciolta la palude burocratica l’Italia rimane un Paese morto”. Infine, le risorse: non c’è nessun investitore privato pronto a finanziare opere urbanistiche perché non c’è certezza dei tempi di conclusione dell’iter amministrativo. “Occorre quindi definire in modo più chiaro sia il rapporto con gli interessi privati, sia creare un’intesa con quelli pubblici perché come ha affermato egli stesso “nello Stato più corrotto, sono innumerevoli le leggi che vincolano”.
Brigida Vicinanza