di Andrea Pellegrino
Il dibattito ha assunto tratti surreali, perché da giorni si discute su qualcosa di tecnicamente impossibile. Ed ancor più grave quando un protagonista è il sindaco di una delle città più grandi della provincia di Salerno. Partiamo dal fatto: indiscrezioni (giornalistiche) raccontano di un avvicendamento alla guida di Palazzo Sant’Agostino. In pratica veniva ipotizzato che Canfora lasciasse il proprio scettro al collega di Nocera Inferiore Manlio Torquato. Una ipotesi non contemplata dalla legge elettorale per l’elezione del presidente della Provincia. Infatti, per andare in porto la successione di Torquato, Canfora si dovrebbe dimettere e si dovrebbero indire nuove elezioni per la scelta del presidente della Provincia di Salerno. Solo allora Torquato, in quanto sindaco, si potrebbe proporre ma comunque senza la certezza di essere eletto. Un procedimento semplice e lineare e sancito attraverso le norme che regolano le elezioni (in questo caso di secondo livello) degli organi provinciali. Tant’è che è Canfora a chiarire il giorno dopo la vicenda. Stessa cosa la segreteria provinciale del Partito democratico. Il caso si chiude, dunque, come è giusto che sia. “Staffetta” impossibile, vicenda chiusa. Almeno fino a ieri, quando il primo cittadino di Nocera Inferiore ha voluto rilanciare esprimenti “la stima personale nei confronti del sindaco di Sarno, Giuseppe Canfora, attuale presidente della provincia di Salerno”. Con un post su Facebook il primo cittadino di Nocera Inferiore, sostanzialmente rilancia la notizia. Allora delle due l’una: o Torquato realmente sognava la staffetta in Provincia, o il sindaco di Nocera Inferiore non ha saputo trattenere la sua smania mediatica. Per tutto il resto c’è la (contestata) legge Delrio.