Torna in libertà Elvira Alfieri - Le Cronache Ultimora
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Torna in libertà Elvira Alfieri

Torna in libertà Elvira Alfieri

di Erika Noschese

Torna in libertà Elvira Alfieri , sorella dell’ex sindaco di Capaccio Paestum e presidente della Provincia Franco Alfieri, nonché amministratrice della Alfieri Impianti Srl, coinvolta nell’inchiesta della Procura di Salerno per turbata libertà degli incanti. La ditta di famiglia, secondo l’accusa, sarebbe stata favorita da un presunto accordo corruttivo tra Franco Alfieri e De Rosa. Questo accordo avrebbe previsto che Dervit concedesse subappalti all’azienda della sorella di Alfieri a Battipaglia, mentre Franco Alfieri, in cambio, avrebbe favorito Dervit nell’assegnazione di un appalto da oltre due milioni di euro a Capaccio. La scarcerazione di Elvira Alfieri è stata disposta dalla Cassazione, che ha accolto l’istanza degli avvocati Agostino De Caro e Domenicantonio D’Alessandro. Nella sentenza si evidenzia che «l’estensione alla Alfieri del pericolo di inquinamento probatorio attribuito ad altri coimputati, nonostante le dimissioni dalla carica di amministratrice unica della Alfieri Impianti Srl, società beneficiaria delle presunte condotte corruttive delineate dalla pubblica accusa», risulta infondata. Inoltre, viene sottolineato «il travisamento delle risultanze istruttorie, attribuendo alla ricorrente un ruolo all’interno di un sistema corruttivo generale, quando il suo coinvolgimento risulta circoscritto all’episodio oggetto dell’imputazione provvisoria». La Cassazione ha quindi annullato l’ordinanza e rinviato gli atti al Tribunale del Riesame. Nelle motivazioni, la Suprema Corte descrive il peculiare modo di comunicare tra Francesco Alfieri, coindagato, e l’ingegnere Gianvito Bello, dipendente comunale, che utilizzavano lo scambio di “pizzini” per evitare di parlare a voce in Comune. Inoltre, Alfieri avrebbe commissionato una bonifica elettronica del suo ufficio da Sindaco per individuare dispositivi di intercettazione e, insieme al suo collaboratore Andrea Campanile, avrebbe eseguito un’operazione simile presso l’ufficio di Presidente della Provincia, dopo una perquisizione e il sequestro di documenti. In una circostanza, prima di avviare una conversazione privata con Rinaldi, Alfieri si sarebbe recato in un’altra stanza per depositare il proprio telefono cellulare e quello dell’interlocutore. Durante una perquisizione, sono stati rinvenuti tre esemplari della stessa Delibera Comunale del 21 ottobre 2021, relativi all’indizione della prima gara d’appalto, a dimostrazione, secondo la Cassazione, dell’attitudine di Alfieri e dei suoi collaboratori a manipolare il dato probatorio. Per la Suprema Corte, le «situazioni di concreta ricorrenza del pericolo» menzionate nell’ordinanza riguarderebbero Elvira Alfieri come beneficiaria dell’azione corruttiva, ma la motivazione risulta «apodittica e mancante», poiché fa riferimento a comportamenti attribuibili a Francesco Alfieri e ai suoi collaboratori, senza evidenziare specifiche condotte di Elvira Alfieri atte a influire sulla genuinità delle prove. Con le dimissioni di Franco Alfieri da sindaco di Capaccio Paestum e da presidente della Provincia, anche Elvira Alfieri ha rassegnato le dimissioni dal ruolo di amministratrice unica della Alfieri Impianti Srl. Tuttavia, il tribunale non ha ritenuto questo atto sufficiente per rivalutare la necessità e l’adeguatezza del regime cautelare. La Suprema Corte ha evidenziato che Elvira Alfieri risulta «incensurata e non nella condizione di influire in maniera diretta su meccanismi amministrativi potenzialmente causa di ulteriori violazioni della legge, sostanzialmente al traino delle iniziative antigiuridiche del congiunto». Intanto, anche Andrea Campanile aveva presentato ricorso in Cassazione, tramite l’avvocato Cecchino Cacciatore, per il dissequestro del cellulare. Tuttavia, tale richiesta è stata rigettata.