Antonio Manzo
Ha vinto il rettore dell’ateneo Vincenzo Loia con il suo realismo pratico. Ha vinto anche la decana dell’ateneo, professoressa Genoveffa Tortora, che si è impuntata, avendo i poteri di Legge, ad organizzare tempi e modo per l’elezione del nuovo rettore ribadendo che anche per l’ateneo salernitano vigono le regole e vanno rispettate. Il malcelato coro di ipocrisia, successivo alla seduta del Senato Accademico che il rettore Loia ha governato con stile per scegliere il suo successore, è stato smascherato da un comunicato stringato che i probabili candidati in campo hanno elogiato lo stesso rettore sul rispetto della decisione per il voto cartaceo. Se da un lato affilano la polemica sulle elezioni senza alcun programma per il futuro di uno dei più importanti atenei del Mezzogiorno con una prestigiosa storia alle spalle, dall’altro continuano ad affinare il “lodo Pasquino” in vista dell’appuntamento elettorale. Intorno al tavolo del rettore emerito Raimondo Pasquino si ritrovano nelle prossime ore quattro dei possibili candidati al rettorato. Si tratta di Paola Adinolfi, Carmine Vecchione, Pietro Campiglia, Virgilio d’Antonio. Non sarà presente la candidata Alessandra Petrone che beneficerebbe del decisivo appoggio del rettore uscente Loia. Perché, nonostante le grida di giubilo dei candidati sulla ripresa delle regole elettorali, bisogna ancora limare il “lodo Pasquino”? Se è pacifico per gli uomini del “lodo” che al primo turno elettorale ognuno farà la propria corsa è sul voto successivo del ballottaggio che sorge il problema: le diffidenze che segnerebbero la lotta, non solo accademica ma fortemente personale viziata da mai sopiti rancori in toga accademica. Se il rettore Loia e la decana Tortora hanno agevolmente superato la disputa inesistente sul voto cartaceo o telematico anche i sindacati preferivano il voto telematico ed elettronico spira aria di ricordo dell’ateneo tanto da far scendere in campo l’ex rettore Aurelio Tommasetti che invita ad invertire rotta sull’università sfregiata da un improvviso amichettismo a lui finora ignoto. Tommasetti rivendica due risultati positivi: la sua elezione anni fa e poi il contributo alla elezione di Loia che ora distrugge come gestione inadeguata dell’ateneo. A Salerno c’è un residuato bellico pregresso delle lotte in ateneo che hanno mietuto vittime illustri come il ricercatore Tommaso Indelli cacciato da Unisa dopo 15 anni o quello ben più clamoroso caso della docente Vitulia Ivone, alla quale non è bastato, come era giuso che fosse, il suo cognome accanto alla indiscutibile preparazione scientifica. A lei, già figlia di Diomede, studioso di storia costruì l’ateneo insieme a Gabriele De Rosa fin dagli anni eroici di Magistero, è stata negata l’idoneità nel concorso per docente ordinario di diritto privato con una valutazione comparativa di colleghi docenti dell’ateneo che non ha tenuto conto della sua professionalità e il valore scientifico del suo lavoro apprezzato a livello internazionale. Il caso Ivone è tra quelli più clamorosi della gestione Loia, sia pure non dipendente dalla esclusiva volontà e partecipazione dell’ex rettore. Il caso ora è esploso nei giorni delle polemiche elettorali dopo un dignitoso silenzio per il grave torto subito. Vitulia Ivone, professore associato presso il Dipartimento di Studi Giuridici, diretto dal Prof. Francesco Fasolino, abilitata in sede nazionale per Diritto privato, nella procedura di valutazione per la copertura di n.1 posto di professore di prima fascia presso il Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche dell Universita di Salerno, ha avuto un giudizio relativamente al profilo non pienamente qualificato e non pienamente positivo, da una commissione costituita da un docente interno allo stesso Dipartimento di Scienze economiche, e da due docenti esterni. Tale giudizio non ha tenuto conto della multiforme, ricca, variegata e sostanziosa produzione scientifica e della vasta esperienza nella attività didattica, corrispondenti all’onorabilità scientifica e alle competenze di alta qualificazione comprovate dall’ attività di ricerca, frutto di accordi stretti con Università straniere di chiara fama con la conseguente produzione che ne hanno arricchito e portato risultati notevoli per lo stesso Dipartimento di Scienze Giuridiche. Un costume consolidato nell’ Università di Salerno che a partire dall’ ex Rettore Pasquino non ha investito in capitale umano con la conseguenza di questo velenoso spettacolo del cambio di guardia al Rettorato.





