Tino Bellina, lo Steve Jobs dell’insalata in busta, si è fermato a Eboli: la storia - Le Cronache
Cronaca

Tino Bellina, lo Steve Jobs dell’insalata in busta, si è fermato a Eboli: la storia

Tino Bellina, lo Steve Jobs dell’insalata in busta, si è fermato a Eboli: la storia

di Oreste Mottola
“Ecco uno che sa e soprattutto sa fare più di noi”. Così un vecchio e diffidente agricoltore di Pontecagnano esclamò quando vide il bergamasco Tino Bellina preparare il terreno e seminare le nuove varietà d’insalata che le massaie del Nord Italia cominciavano a portare in tavola perché al supermercato le trovavano, già lavate e tagliate, nelle buste in vendita al supermercato. Alla fine degli anni ’80, questo era il periodo, la pur ricca agricoltura della piana del Sele era alle prese con la severa crisi delle colture del pomodoro e della fragola. L’allevamento delle bufale era stato delocalizzato verso la parte meno fertile dei terreni, lato Altavilla e Capaccio. L’idea nuova si rivelò essere proprio quella portata da Bellina. L’ormai famosa “quarta gamma” cominciò così. Il bergamasco prese per mano gli agricoltori e gli insegnò anche come e a chi vendere la rucola, le lattughine, la valerianella e gli spinacini. Bellina compra una macchina confezionatrice e da qui, a Battipaglia, nasce la sua Ortobell che nel 2000 cede alla francese Bonduelle. Nel frattempo però fa lo sponsor dell’Atalanta Calcio e moltiplica per quindici il suo fatturato. Con i soldi dei francesi non se ne va alle Bahamas ma fa incetta di terreni per tornare alla sua originaria attività di orticoltore di varietà rare e pregiate. Adesso il suo raggio d’azione si è stabilito a Scorziello, località di Eboli. Sulla stampa bergamasca lo definiscono come lo Steve Jobs dell’insalata. All’Expo c’è, “come attore” dice, poiché la New Holland, multinazionale di camion e trattori, lo presenterà come suo testimonial. Nato contadino intuisce, frequentano il mercato di Milano, come il settore dell’ortofrutta dovrà evolversi per adeguarsi al poco tempo che le donne che lavorano hanno a disposizione per portare a tavola l’insalata. Bellina scopre che nel sud è possibile produrla tutto l’anno. Sceglierà poi la Piana del Sele per sperimentarne la produzione- “Portai io i vari semi e agli agricoltori insegnavo anche come piantare e coltivare… portai una seminatrice adatta. Mi seguirono i Maddalo, Marigliano e De Bartolomeis a Pontecagnano. Gli davo sicurezza perché compravo le loro produzioni”. Tino Bellina è l’uomo dei record. Ha fondato un’azienda e l’ha venduta a una multinazionale. Ha operato a cavallo di due province, Bergamo e Salerno, e le ha trasformate nelle capitali italiane dell’orticoltura più moderna. Fondatore nel 2008 dell’OP la Maggiolina Bellina è da 25 anni punto di riferimento per l’intera filiera delle orticole in serra. Fondatore della “Ortobell srl” azienda che dal 1990 al 2001 fu leader nel settore della coltivazione e distribuzione di insalate di IV gamma, nonché sponsor principale per due anni consecutivi della società calcistica bergamasca Atalanta B.C. A seguito della cessione della Ortobell ad una multinazionale nel 200o, Bellina dal 2002 riprende direttamente l’attività della produzione agricola che negli ultimi anni aveva parzialmente accantonato per seguire maggiormente la commercializzazione creando diverse aziende agricole con altri imprenditori agricoli nei due poli nazionali specializzati nel settore delle insalatine (Eboli e Bergamo). Dal 2002 ad oggi c’è stata una costante crescita degli ettari coltivati dalle varie aziende che nel 2008 si sono poi riunite costituendo l’Organizzazione di produttori La Maggiolina. Fin qui i suoi cenni biografici che tuttavia non rendono giustizia a una vita che ancora oggi è attivissima. E’ entusiasta della zona: “Io convinsi i francesi a investire qui. Loro sì che avevano i pregiudizi. Gli dovetti garantire che avrei ricomprato tutto se qualcosa non fosse andato per il verso giusto”.