di Erika Noschese
Una situazione difficile: è quanto emerso dal tavolo tecnico, tenutosi nei giorni scorsi, per fare il punto della situazione sull’emergenza riabilitazione che ha colpito l’Asl di Salerno. Ad oggi, infatti, sono centinaia le persone – per la maggioranza bambini – che sono senza cure riabilitative, perchè interrotte o non autorizzate, proprio a causa della situazione difficile in cui versa l’azienda sanitaria locale di Salerno. Un esempio su tutti può essere il distretto 60 Nocera Inferiore, Nocera Superiore, Roccapiemonte, Castel San Giorgio: in questo caso, infatti, sono duecento i bambini rimasti senza terapie, a causa del superamento del budget di spesa. Infatti, l’Asl di Salerno ha per la riabilitazione un budget inferiore alla media regionale mentre la media di spesa pro-capite regionale è di 37,78 euro, per la Asl Salerno è di 33,19 e per alcuni distretti, come il 60, è ancora inferiore, 26,70 euro. Se la Asl avesse un media pro-capite pari a quella regionale avrebbe circa cinque milioni in più. Per il distretto 60 sin da settembre le terapie sono state bloccate, nel distretto 66 il centro Leucosia ha superato il budget e, si legge nel verbale del Tavolo Tecnico, “il DS 66 dal 7 novembre non autorizza la continuità dei trattamenti riabilitativi”. Circa 17 sono i centri che hanno superato il budget assegnato e rappresentano oltre il 60% della riabilitazione di tutta la Asl. Non si sa però se per tutti siano state bloccate le terapie o meno. Per alcuni centri sarebbero state blocate le terapie mentre per altre no e, legalmente, non sarebbe possibile. A insorgere sono soprattutto le associazioni che chiedono, a gran voce, di non interrompere i trattamenti e di autorizzare i trattamenti sospesi in precedenza. Un’emergenza che, a conti fatti, va avanti ormai da diversi mesi e che sta mettendo in allarme numerose famiglie che non vedono rispettare il loro diritto alle cure, costretti – nella stragrande maggioranza dei casi – ad una brusca interruzione delle terapie, come più volte denunciato anche attraverso queste colonne. Intanto, le associazioni protestano ma l’Asl non sembra avere la soluzione a quest’ennesima problematica che rischia di aggravere i già esistenti problemi di salute di numerose persone ma soprattutto di molti bambini.