di Andrea Pellegrino
Nuova tappa nella vicenda Termovalorizzatore. Questa mattina (salvo astensioni degli avvocati) al Tar approderanno i ricorsi presentati dalla famiglia Cioffi contro la delibera della giunta provinciale con la quale sono stati annullati gli indennizzi previsti per gli espropri per la costruzione dell’impianto, ancora oggi non avvenuta. Su un precedente giudizio, i giudici amministrativi hanno rimandato tutto al giudice ordinario che dovrà pronunciarsi sulla complessa vicenda degli espropri, finita tra l’altro anche sotto la lente d’ingrandimento della Procura di Salerno, dopo le presunte anomalie riscontrate sulla procedura da parte dell’amministrazione provinciale. Ma ora il Tar dovrà pronunciarsi anche sull’impugnativa presentata dai Cioffi, che sono assistiti da due avvocati differenti: Marcello Fortunato per gran parte della famiglia e lo studio Menaldi per Pasquale e Giuseppe Cioffi. Stando ai fatti: la Provincia di Salerno contesta la stima effettuata dal Comune, quando all’epoca Vincenzo De Luca era sub commissario di governo per l’emergenza rifiuti in Campania, con lo specifico compito di realizzare l’impianto nella sua città. Le successive indagini tecniche ed economiche da parte della Provincia, all’atto del trasferimento delle competenze sul ciclo dei rifiuti, avrebbero così mostrato discrepanze tra la valutazione economica del Comune per gli espropri e quella di Palazzo Sant’Agostino, tanto da indurre l’amministrazione Iannone ad annullare tutto. Ora i Cioffi, ed in particolare la parte difesa dallo studio Menaldi, ribadirà l’illegittimità dell’atto prodotto dalla Provincia di Salerno. Secondo la ricostruzione dei fatti. il possesso dei terreni da parte dell’ente pubblico risalirebbe all’agosto 2008, ma ad oggi sarebbe stato liquidato solo una parte della somma prevista ai proprietari. Da allora dell’impianto nessuna traccia. Ed ancora ad oggi pare che il termovalorizzatore non si veda neppure all’orizzonte. Anche perché sulla vicenda pende un ulteriore giudizio davanti al Tar che dovrà definire l’effettiva aggiudica della gara d’appalto. Ma questa è tutt’altra storia: anche perché intanto sembra che la competenza sia ritornata ai Comuni e quindi con molta probabilità si ritornerà all’anno zero. Sempre che ci sia ancora l’intenzione di costruire l’impianto in città. Intanto da risolvere c’è la questione degli espropri che a quanto pare non è poi così semplice.