di Giuseppe D’Alto
La Procura insiste per il peculato, le difese chiedono la rinnovazione del processo, Vincenzo De Luca ed Alberto Di Lorenzo sono pronti a rendere dichiarazioni spontanee davanti ai giudici della Corte d’Appello. Questo in sintesi quanto accaduto ieri mattina in due ore di udienza (intervallati dal veloce rinvio del processo sul caso Mastrogiovanni). Il secondo round del processo relativo alle nomine per la realizzazione del termovalorizzatore, dopo polemiche ed illazioni, è partito con la relazione del giudice a latere e la lettura dei motivi d’appello avanzata dalla Procura di Salerno (Roberto Penna il pubblico ministero titolare delle indagini in primo grado, Giannelli il procuratore generale in Appello). I giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Salerno condannarono Vincenzo De Luca, commissario straordinario per l’emergenza rifiuti, Alberto Di Lorenzo, project manager, e Domenico Barletta, responsabile unico del procedimento, ad un anno per abuso d’ufficio. Motivi d’Appello della Procura. Tutto ruota intorno all’ordinanza numero 4 del 2008 del commissario straordinario per l’emergenza rifiuti con la nomina di Alberto Di Lorenzo a project manager e la contestuale “retrocessione” di Lorenzo Criscuolo a componente del gruppo di lavoro in luogo del ruolo di responsabile. Secondo l’ipotesi dell’accusa non è condivisibile la tesi del Tribunale che in primo grado ha ritenuto non sussistente l’ipotesi di peculato (il tribunale ha ritenuto che la nomina di Alberto Di Lorenzo non determinasse ulteriori esborsi di denaro rispetto ai 180mila euro stabiliti per il gruppo di lavoro e che, nononstante l’atto di nomina illecito, abbia prestato un’opera di pubblica utilità) “Di Lorenzo ha svolto nel procedimento un ruolo marginale ed ha operato sempre come dirigente dello sportello unico e non ha partecipato al bando. Inoltre le testimonianza acquisite, dall’ingegnere Maresca al soprintendente Nava fino all’avvocato Fortunato (titolare dei suoli) evidenziano di aver avuto rapporti soprattutto con il Rup (Barletta) e con Vincenzo De Luca. Evidenziata anche la sovrapposizione di ruolo con il rup Barletta. Inoltre viene smentita dallo stesso Criscuolo la tesi della rinuncia all’incarico per via dei numerosi impegni già assunti. Viene evidenziato che… “si limitava a contattare i componenti del gruppo ed all’aspetto motivazionale”. Nella sostanza per la Procura non “aveva i requisiti per svolgere quest’incarico”. Viene contestata la nullità della nomina di Alberto Di Lorenzo (“atteso che avrebbe dovuto coordinare persone qualificate”). Contestata anche l’importo liquidato al project manager (20mila euro rispetto ai 180mila euro complessivi). La Procura, nel ricorso firmato dal pm Penna, pone l’accento anche sulla mancanza di pubblicità sul sito del Comune del viaggio a Los Angeles dello stesso Di Lorenzo. Appello difese. La difesa del rup Barletta, avvocato Francesco Saverio Dambrosio, evidenzia che il fatto non sussiste perché il tribunale non avrebbe tenuto conto dell’urgenza del progetto e della complessità dello stesso. Lo stesso Rup ha individuato in Di Lorenzo una figura di supporto. Viene sottolineata l’insussistenza della sovrapposizione nelle completenze esplatate. Viene rilevato che Barletta avrebbe percepito una somma inferiore rispetto all’attività svolta. Per quanto concerne Di Lorenzo viene sottolineato, nel ricorso dell’avvocato Arnaldo Franco, che già nell’ordinanza numero 3 viene indicato come componente del gruppo di lavoro e già questo giustificherebbe un compenso. La più ampia qualifica di project manager giustificherebbe la somma più elevata assegnata a Di Lorenzo. A tal riguardo il legale chiede la rinnovazione del processo chiedendo di ascoltare l’avvocato Di Mauro e l’ingegnere Savino sulle specifiche competenza del responsabile dello staff di Vincenzo De Luca. Viene rilevata la legittimità dell’ordinanza. in quanto De Luca aveva ampi poteri in considerazione dell’emergenza, e viene evidenziato che, in relazione ai compensi percepiti, non sono documentate le attività dei componenti del gruppo di lavoro. Anche gli avvocati Carbone e Castaldo, per Vincenzo De Luca chiedono la rinnovazione del processo inserendo anche testi che i giudici di primo grado avevano deciso di non esaminare: Raffaele Pace dell’Ufficio Legale del Comune di Venezia e Maurizio Fassone di Torino, sulla pratica diffusa di nominare project manager, e Armando Zambrano per valutare la necessità di nominare una figura del genere. Stigmatizzato dai legali del governatore anche il comportamento del Tribunale in relazione all’ipotesi di reato con una condanna per un capo di imputazione diverso (abuso d’ufficio) rispetto al contestato pecultato. Sottolineata la deroga con poteri discrezionali del commissario in relazione alla situazione di emergenza e di conseguenza non era necessaria ulteriore motivazione per l’ordinanza numero 4 con la quale si nominava il projetc manager. De Luca in aula. L’avvocato Carbone ha confermato l’intenzione del governatore di rendere dichiarazioni (il 15 gennaio) al pari di Alberto Di Lorenzo. Dopo la decisione dei giudici dell’Appello (presidente Michelangelo Russo) sulla rinnovazione si procederà, eventualmente, alla requisitoria del procuratore generale. In caso contrario sarà fissato un nuovo calendario.