NOCERA INFERIORE. Tagli all’Alpi (attività libero professionale intramuraria) dei medici dell’ospedale di Nocera Inferiore. L’Azienda sanitaria di via Nizza ha ridotto a 1milione e 300mila euro il budget per l’attività extra dei camici bianchi destinato, per la quasi totalità, al pronto soccorso. L’emergenza, alle prese con una riduzione notevole di personale, turni europei che impongono il riposo, fa scattare le ore extra. Per necessità. Capaci di ‘risucchiare’ la quasi totalità dei fondi che si sono ridotti di quasi 700mila euro rispetto all’anno scorso.
Quando furono sborsati 2milioni di euro la cui metà finì al pronto soccorso, appunto. Ma non finisce qui. Ai tagli per l’Alpi si deve aggiungere la querelle legata al mancato pagamento dell’attività. Ebbene sì. Il paradosso che si sta vivendo è che a Nocera Inferiore, si firma, si autorizza l’extra e poi non si paga. Le direzioni, amministrativa e sanitaria, hanno avviato quasi un braccio di ferro per calcoli esosi giunti anche sulla scrivania del commissario straordinario Antonio Postiglione. Si sarebbero sfiorate le 200 ore mensili di straordinario che qualcuno, ovviamente, ha autorizzato. Per poi essere smentito da altri. Un po’ come capitato agli anestesisti che dopo aver avuto l’ ok, l’anno scorso, si sono ritrovati sotto inchiesta interna per aver svolto lavoro dubbio. Inchiesta che registra anche cifre notevoli tanto da fra scattare, su mandato della Corte dei Conti, la richiesta di sequestro preventivo della seconda casa di un medico. Cifre da restituire, almeno in teoria, almeno fino a quando non si dimostrerà che qualcuno ha firmato le ore extra. Che restano croce e delizia dell’Azienda incapace persino di organizzare turni per l’estate. Non esiste, ad oggi, un piano ferie nonostante si sia dinanzi a difficoltà atroci, con sedute di sala operatoria che saltano, spesso e volentieri. Solo la settimana scorsa le sedute sono saltate per una intera giornata. Per poi cedere il passo alla ‘sola’ riduzione di ore. Emblematico l’esempio di oculistica: per settimane impossibile operare: mancavano i ferri e i cristallini. O ancora, capita pure che il medico si rifiuta di fare il turno in pronto soccorso e se ne resta in reparto, in Medicina. Tanto da costringere i colleghi dell’emergenza dell’ospedale a chiamare i carabinieri. Che, di tutta risposta, hanno pure rischiato di essere denunciati per procurato allarme dal momento che l’organizzazione dei turni rientra nei compiti interni dell’ospedale. Alla fine, il camice bianco di Medicina dell’Umberto I, reticente, ha dovuto fare il turno in pronto soccorso dove, nel frattempo, era stato chiamato anche un secondo collega per tamponare la carenza di personale.Incredibile che nessuno abbia un sussulto d’orgoglio.
Che nessuno faccia sentire la propria voce ai commissari di via Nizza . Non fosse altro che l’assistenza ai pazienti, quella minima, è ad altro rischio. Poco personale, pochi infermieri, extra che non si pagano. La domanda è: come si farà ora che arriva l’estate e il personale va in ferie? Capita ogni anno ma questa volta le difficoltà sono quasi insormontabili.I vertici di via Nizza pare siano pronti a firmare una delibera urgente per porre rimedio, tamponare la mancanza di infermieri.