Supermercati Coop, la spesa antispreco è realtà - Le Cronache Attualità
Attualità Salerno

Supermercati Coop, la spesa antispreco è realtà

Supermercati Coop, la spesa antispreco è realtà

di Erika Noschese

In un’epoca in cui la sostenibilità e la riduzione degli sprechi sono temi centrali, anche la grande distribuzione è chiamata a fare la sua parte. I supermercati giocano un ruolo cruciale nella lotta allo spreco alimentare, e in questo contesto si inserisce l’adesione di numerose attività alla piattaforma Too Good To Go, un’applicazione che permette di acquistare a prezzi ridotti le eccedenze alimentari rimaste invendute a fine giornata. Per capire come questa iniziativa si stia concretizzando sul territorio salernitano e quali benefici stia portando, abbiamo incontrato Sergio Bisogni, proprietario di due supermercati Coop a Salerno, situati in via Iannelli e in via Ventimiglia. Bisogni ci illustrerà l’esperienza dei suoi punti vendita con Too Good To Go, approfondendo le motivazioni che li hanno spinti ad aderire, le modalità operative e i primi risultati ottenuti in termini di riduzione degli sprechi e di impatto sulla comunità. I due punti vendita aderiscono entrambi alla piattaforma Too Good To Go, la piattaforma antispreco. «La piattaforma Too Good To Go, che è nata da quasi dieci anni, io personalmente l’ho conosciuta soltanto a febbraio, quando ci siamo concentrati sull’apertura di questo nuovo punto vendita a via Ventimiglia. Tra i vari servizi che ti offriva Coop, oltre alla consegna a domicilio con Glovo che abbiamo già attivato, ci fu suggerito anche di aderire a Too Good To Go. Ovviamente abbiamo fatto dei corsi, ci siamo specializzati per capire cosa significasse Too Good To Go. Per noi, dal punto di vista aziendale, è un’ottima iniziativa per quanto riguarda proprio lo spreco alimentare, ma più che spreco alimentare, la perdita per l’azienda. Perché ovviamente se un prodotto scade oggi, noi non è che andiamo a cancellare le date a riutilizzarlo in cucina o altro ancora. Anzi, facciamo questa bag: è vero, viene venduta a un terzo del valore reale, però per noi meglio un euro che zero. Riguardo la comunicazione: a febbraio non ero proprio a conoscenza di questa iniziativa e di questa piattaforma. Allo stesso modo, ho notato che tante persone ancora oggi non sanno di questa applicazione. Noi abbiamo cercato di sponsorizzarla tanto, anche sui volantini che facciamo: tra i vari servizi, evidenziamo l’iconcina e il logo di Too Good To Go». Chi ne fa uso? «Molte persone, in verità. Non vengono solo clienti che semmai non possono fare la spesa o meno. Ci vengono anche altri clienti che sono molto sensibili al tema, sono contro lo spreco. Ovviamente, oggigiorno bisogna sapere che sì, è vero, un’insalata che scade oggi è buona oggi, domani ni e forse dopodomani no, perché è un prodotto altamente deperibile, però ci sono delle brioscine, ad esempio, della Ferrero, che scadono oggi, ma il prodotto è buono ancora per 2-3 mesi». Questa è la differenza tra il consumare e il saper consumare, anche quando si fanno spese consapevoli con questa applicazione. «Diciamo che bisogna fare bene le bag. Chi è da questa parte deve gestire bene le bag. Uno, per evitare di fare sprechi alimentari; due, perché il cliente comunque ti assegna un punteggio in base al livello di gradimento della bag. E ovviamente, per chi vede, è una pubblicità che invita a recarsi presso quel punto vendita, per una bag o proprio per la spesa». Cosa inserite, solitamente, nelle vostre bag? «Cerchiamo di fare le bag con equilibrio. Tipo, se abbiamo 20 buste di insalata, non è che facciamo una bag con 20 buste di insalata, perché a meno che non ci siano condizioni alimentari particolari o si abbia un allevamento di conigli, credo che non si possano mangiare in un giorno, massimo due giorni, tutte quelle 20 buste di insalata. Quindi cerchiamo di attingere almeno un prodotto per ogni reparto, tipo un pezzo di carne, un pezzo di formaggio, yogurt, una merendina. Per esempio, noi facciamo la rosticceria e la gastronomia, la produciamo oggi ed è buona per tre giorni, però noi già il giorno dopo la mettiamo nelle bag. Proprio per questo ci serve: anche per offrire al cliente un ottimo prodotto di qualità, nel senso che tu domani vieni nel banco e sai di trovare solo roba fresca». I benefici per l’azienda sono evidenti. «A dire la verità, da una prima analisi effettuata in 90 giorni, abbiamo visto che i prodotti scaduti si sono ridotti almeno del 50-60%. E per noi è ottimo. Quindi la risposta c’è, la piattaforma sta funzionando bene. Però penso che si potrebbe fare ancora tanto di più». Cosa, ad esempio? «Pubblicizzare un po’ in televisione, per dirne una. Ovviamente ci sono costi per fare la pubblicità, però comunque bisogna tener presente che noi vendiamo ad un terzo del valore, però non ci viene riconosciuto il terzo del valore poiché c’è una percentuale del pagamento che va, giustamente, all’azienda Too Good To Go. Quindi, bisogna aumentare soltanto un po’ la pubblicità, far conoscere un po’ anche a un’altra fascia di clienti questa app, perché ovviamente noi giovani siamo all’avanguardia, prendiamo i cellulari e ci informiamo o siamo incuriositi, altri nemmeno sanno da dove partire». Tipo gli anziani, magari quelli con pensione minima che ne potrebbero giovare. «Esatto. L’anziano ha difficoltà a usare l’app o, più in generale, lo smartphone. Però, penso che sia anche una questione molto mentale: nel senso che tantissimi ancora pensano che mangiare un prodotto che scade oggi non sia qualitativamente buono». Questa è la concezione. «Sì, è una concezione diffusa. Il 50-60% dei clienti, quando vedono una scadenza così a breve termine risultano a dir poco perplessi. Noi prima, a 10 giorni dalla scadenza, sapendo di averne una giacenza di 40-50 pezzi e sapendo che non sarebbe stato facile poterli vendere tutti in così poco tempo, applicavamo un abbattimento del prezzo vendendo a prezzo di costo, senza Iva. Questo al fine di incassare almeno il costo netto, cercando di non perderci molto economicamente. Con Too Good To Go la gestione è diventata molto più semplice, perché non c’è bisogno di tanti meccanismi di gestione del prodotto, anche a livello elettronico in gestione alle casse. Con Too Good To Go abbiamo semplificato le cose, affidandoci a una software house che ci ha programmato proprio le casse per scontrinare 15-16 euro. Noi abbiamo un limite, dai 15 ai 17 euro per ogni bag. Quindi scontriniamo la merce e facciamo uno scontrino circa 15,50-16 euro. Premiamo un tasto e in automatico ci scarica i prodotti dal sistema, ci mette il costo di un terzo per ogni prodotto e ci fa uscire lo scontrino a €4,99. Quindi la gestione è molto semplice. Questo diventa forse un pochettino più complicato per chi non ha sistemi all’avanguardia alle casse, però credo che sia un’opportunità da estendere a molte aziende».