Studenti a piedi e autobus pieni, al via una petizione dei residenti - Le Cronache
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Studenti a piedi e autobus pieni, al via una petizione dei residenti

Studenti a piedi e autobus pieni, al via una petizione dei residenti

Erika Noschese

Corse extra negli orari di punta per limitare i disagi che quotidianamente si ritrovano a fronteggiare gli studenti. E’ questo l’obiettivo della raccolta firme che partirà a breve e indirizzata all’azienda Busitalia Campania. A dar vita alla petizione sono stati soprattutto i residenti di Giovi che chiedono all’azienda che gestisce il trasporto pubblico in provincia di Salerno di aggiungere una terza corsa alle 7.45 perchè troppi sono gli studenti che rischiano di non poter raggiungere le scuole in orario a causa dei pullman pieni. Spesso e volentieri, infatti, gli austisti si ritrovano costretti a non effettuare più fermate per non mettere in pericolo l’incolumità dei pendolari e degli stessi dipendenti. Da tempo, ormai, gli utenti che quotidianamente usufruiscono del trasporto pubblico chiedono di poter avere un terzo autobus a disposizione, alle 7.45 – come già detto – e alle 13.40. I vertici aziendali avrebbero già avuto un primo incontro con l’assessore alla Mobilità che si sarebbe però conluso con un nulla di fatto in quanto l’amministrazione comunale non avrebbe i fondi necessari per sostenere queste spese aggiuntive, lasciando però una – seppur piccola – possibilità di poter agevolare l’azienda salernitana, cedendo alla richiesta di una corsa aggiuntiva ma solo di mattina. I residenti, dal canto loro, sembrano essere ormai esasperati perchè non sono rari i casi di studenti lasciati a piedi perchè entrambi gli autobus erano troppo pieni per poter effettuare ulteriori fermate. Le firme potrebbero essere consegnate già la prossima settimana, sia all’azienda Busitalia sia all’amministrazione comunale, proprio per tentare di accelerare i tempi e trovare una soluzione efficace che possa mettere d’accordo tutti, tenendo conto anche delle casse di Palazzo di Città, nonostante pare si tratti di una spesa minima annua che non avrebbe conseguenze negative né per l’azienda che gestisce il trasporto pubblico né per il Comune.