Il terremoto del 23 Novembre 1980 chiama in causa tutte le Procure di Campania e Basilicata. L’immane tragedia non è solo devastazione e lutto (circa 3000 morti) ma mette a nudo la fragilità del sistema amministrativo, sia degli Enti locali che dello Stato. La confusione delle competenze si scontra con il marasma cagionato dalle incompetenze. Gli Enti Locali, Comuni in primis, sono schiacciati dalle urgenze. La società civile regge grazie all’atavico spirito di adattamento delle genti del Sud, e al lavoro immane delle Forze dell’Ordine. La Procura di Salerno è retta da poche settimane dal nuovo Procuratore Generale Gelormini. E’ uomo d’ordine, conservatore. Ma è anche uomo d’azione di fronte all’ingiustizia. Quando, pochi giorni dopo la scossa, gli arriva la notizia che un ingegnere della Provincia ha riscontrato gravi deficienze costruttive nei resti di un palazzo crollato a Baronissi cagionando 25 morti, il Procuratore ordina un’inchiesta immediata di massimo rigore. I due sostituti incaricati sono Scermino e Russo. L’accertamento tecnico evidenzia frontespizi piatti della testa dei piloni, indice di mancato collegamento tra i pilastri, e ferro di armatura assolutamente carente. Immediato l’ordine di cattura per i costruttori, caso unico nella storia dei disastri italiani. Lo stesso rigore si applicherà ai casi di sciacallaggio e alle prepotenze delle prime angherie della Camorra. Nei primi del 1981 la Camorra non appare ancora granitica e organizzata. Il fenomeno è sconosciuto, pressoché, nel bagaglio cognitivo dei magistrati. Sarà proprio il terremoto a potenziare le capacità organizzative delle bande criminali. La Camorra ha potuto misurare, proprio con l’emergenza, la lentezza della capacità reattiva delle istituzioni. Del resto, il bottino che si annuncia è immenso. Arrivano gli aiuti economici per i terremotati. L’edilizia da ricostruire è il primo banchetto per l bande che si organizzano. Ma anche i politici di pochi scrupoli. Si intrecciano legami saldi tra amministrazioni, soprattutto nel Nocerino, e criminalità. Alla Procura arrivano dei rinforzi. Arriva Alfredo Greco. Ma il confronto con l’emergenza è impari. La pattuglia dei Pubblici Ministeri salernitani ha competenza su tutto l’agro di Nocera, Pagani, Sarno. Iniziano i primi omicidi di Camorra. Ben presto, i morti saranno decine. Sulle colline di Albanella era stato catturato, nel maggio del 1979, Cutolo. Al momento della cattura, per Salerno era un nome sconosciuto. Ma dopo il terremoto le paranze dei cutoliani si moltiplicano, iniziando a controllare il territorio della Provincia. La nuova organizzazione si chiama NCO, Nuova Camorra Organizzata. Darà filo da torcere nei primi anni ’80, gestendo molti dei fondi della ricostruzione. Solo nel 1984, quando si profilerà la legislazione premiale per i pentiti, la Procura di Salerno otterrà le prime grosse vittorie contro la criminalità organizzata. Nel frattempo, il nuovo corso impresso all’ufficio dal Procuratore Girolamini denota una spiccata attenzione alle problematiche del territorio. Soprattutto in materia sanitaria l’attenzione del Procuratore è rivolta alla mancata inaugurazione del complesso ospedaliero del Ruggi d’Aragona, completato da anni come struttura, ma ancora, incredibilmente, non in funzione. In maniera decisa Gelormini convoca i responsabili istituzionali della Sanità e del Comune. Fa capire che se intravvederà omissioni e ritardi strumentali ad interessi corporativi o politici la Procura interverrà. L’Ospedale aprirà dopo appena qualche mese. La stessa procedura il Procuratore userà per l’apertura del nuovo Carcere di Furori. Costruito da anni, non è ancora entrato in funzione. La mano decisa del Procuratore dà un’accelerata incredibile all’inaugurazione, consentendo l’abbandono del vecchio Carcere di Sant ’Antonio, pericolante, sovraffollato e decrepito. Merito di questa svolta “sociale” della Procura va anche ai due sostituti più anziani che si sono affiancati al Procuratore. Sono Felice Scermino, progressista cattolico per cultura, e Luciano Santoro, che nel frattempo è arrivato in Procura. Sono i loro consigli e la loro assistenza che guidano il Procuratore nelle scelte di indipendenza e coraggio verso il blocco politico-istituzionale che ancora governa Salerno. Ma le cose stanno per cambiare ancora. Il blocco di potere tradizionale che è presente ancora nell’apparato giudiziario sta per ricevere un colpo incredibile che modificherà profondamente gli assetti e i rapporti di forza all’interno del vecchio Tribunale.
Michelangelo Russo





