Stop al cheratocono, con il cross linking si salva la vista: è l’innovativo progetto messo in campo dall’ospedale Monaldi di Napoli per azzerare i trapianti di cornea in Campania, frenare la migrazione sanitaria e bloccare l’aumento di casi di cecità collegati alla patologia. Il progetto e l’esperienza del Monaldi, domani, saranno al centro di un corso di formazione in programma al Monaldi a cui partecipano i massimi esperti a livello nazionale. Il Monaldi è stato il primo ospedale in Campania, e in tutto il Mezzogiorno, ad attivare, nel settembre 2007, un protocollo diagnostico-terapeutico standardizzato per la diagnosi e cura del cheratocono – malattia della cornea su base genetica (la più frequente delle malattie rare) che colpisce in Campania 1 su 450 nati, e che potrebbe riguardare in futuro 60-70 mila pazienti – mediante la tecnica del cross-linking corneale che utilizza una vitamina (Riboflavina) che tramite un collirio o una semplice puntura rinforza la cornea sfiancata dalla malattia. Un programma 10 anni fa ideato e sperimentato al Monaldi da Alfredo Venosa, responsabile dell’unità operativa di “laserterapia del segmento anteriore” dell’occhio che intuì le possibilità terapeutiche rivoluzionarie della riboflavina. Tecnica che poi si è affermata in tutto il mondo e validata ufficialmente due anni orsono anche negli Usa. “In questi dieci anni – sottolinea Venosa – la nostra struttura è divenuta riferimento scientifico a livello nazionale sia per numero di casi trattati che di pazienti monitorati oltre che per aver creato il data-base più ampio (circa 1000 pazienti) con un percorso diagnostico terapeutico completo che va dalla diagnosi al monitoraggio a lungo termine”. L’ospedale di Colli è per questo stato riconosciuto, con delibera di giunta regionale già alcuni anni orsono, Centro di riferimento regionale per la diagnosi e cura del cheratocono e Venosa è attualmente medico certificatore regionale. L’ultima frontiera è rappresentata dalla possibilità di utilizzare nuove procedure mediche e chirurgiche capaci di ripristinare la visione corneale anche nei casi più avanzati dove attualmente solo il trapianto può funzionare. Tra le proposte inserite nel progetto “Stop cheratocono” la creazione di una rete tra tutte le strutture del territorio (pubbliche e private) che utilizzano il Cross-linking per azzerare del tutto le necessità di trapianto di cornea.
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