Stazione di Battipaglia, locali mai entrati in uso - Le Cronache
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Stazione di Battipaglia, locali mai entrati in uso

Stazione di Battipaglia, locali mai entrati in uso

di Andrea Verderame

Il 15 novembre scorso, con un sit-in promosso dai dipendenti della nuova sede INPS e sostenuto dalle sigle sindacali Cgil, Cisl, Unsa e Usb, si è tenuta a Battipaglia una manifestazione di protesta contro lo stato di abbandono e immobilità in cui, ormai da tempo, versa il cantiere “P.i.u. Europa. Il progetto iniziale, modificato e ridimensionato negli anni, prevedeva la costruzione di un’area polifunzionale che oltre ad ospitare uffici, bar e ristoranti, avrebbe fatto da hub per i tanti viaggiatori che giornalmente attraversano la città servendosi del trasporto pubblico su gomma o ferro, permettendo allo stesso tempo, grazie ad un imponente sovrappasso, il collegamento fra due parti della città divise dalla tratta ferroviaria della città. Progetto, tuttavia, rimasto ampiamente disatteso.

Purtroppo, questo genere di situazione non sembra affatto rappresentare un unicum nella città e una riprova di questo la si può avere voltando le spalle, letteralmente, al cantiere di cui sopra. A pochi metri dallo scheletro incompiuto del P.i.u. Europa, infatti, si ergono i “nuovi” locali facenti parte del complesso della Stazione ferroviaria. L’utilizzo delle virgolette è d’obbligo, in quanto le due strutture non sono mai entrate in funzione sebbene siano state erette ormai da diversi anni. Due vere e proprie scatole vuote, una più grande e articolata su due piani, alla sinistra del corpo centrale della stazione, e una più piccola al lato opposto. Entrambe pressoché deserte, non fosse per i detriti e gli scarti edilizi presenti al loro interno. Nel primo fabbricato, una scala, anche questa incompleta poiché provvista di provvisori corrimano in legno, connette i due piani.

Nell’intenzione iniziale, a quanto pare, le due costruzioni sarebbero servite come luoghi d’attesa per quanti aspettano di prendere il treno ma anche in questo caso bisogna a malincuore parlare di impegno non rispettato.

Le pareti dei fabbricati, poi, realizzate con eleganti vetrate azzurre, conferiscono alla visione dei connotati quasi simbolici. Ad uno sguardo con pretese poetiche, le due strutture, belle e inutili (perché inutilizzate), potrebbero inspirare un metaforico richiamo ad una programmazione urbana fragile quanto il vetro, nonché un desiderio di trasparenza che, tuttavia, non fa altro che mettere a nudo limiti e fallimenti.

Nei mesi in cui si allarga sempre più il dibattito circa la volontà dell’amministrazione di rafforzare l’identità della città mediante la costruzione di un’opera che richiami i tratti distintivi di questa terra; la situazione in cui versano i dintorni della stazione non sembrano di certo rappresentare un bel biglietto da visita. Una città che proprio alla sua importanza come nodo ferroviario deve parte della sua fama a livello nazionale e per la quale venne duramente bombardata nel 1943 nell’ambito dell’operazione Avalanche. Allora Battipaglia fu ridotta ad un cumulo di detriti, come quelli lasciati ora nei locali della stazione e ben visibili ai passanti. Ancora una volta, sarebbe bene ricostruire e non solo costruire.