Pina Ferro
Stavano preparando il colpo del secolo in Germania che avrebbe fruttato circa 20milioni di euro. Per poterlo preparare nei minimi dettagli e per finanziare l’acquisto di armi da guerra e maschere teatrali hanno messo a segno una serie di rapine sul territorio italiano. Vi sono anche tre uomini dell’Agro Nocerino Sarnese tra i 19 destinatari delle ordinanze emesse dal Tribunale di Nocera Inferiore. Si tratta di due soggetti di Scafati ed uno di Sarno che al momento risulta irreperibile. L’indagine, conclusasi ieri mattina con il blitz”Last Day”, è durata circa otto mesi ed ha visto il lavoro sinergico di Procura di Nocera Inferiore, Squadra Mobile di Salerno e Foggia, il servizio centrale operativo della Polizia (Sco) e la Polizia Federale tedesca. L’indagine è partita dalla rapina posta a segno sul raccordo Salerno – Avellino, all’altezza di Fisciano, il 20 febbraio del 2017 ai danni di un furgone portavalori, in quell’occasione furono esplosi anche diversi colpi di arma da fuoco. I dettagli del laborioso lavoro sono stati illustrati ieri mattina nel corso di ua conferenza dal procuratore capo di Nocera Inferiore Antonio Centore, dal questore di Salerno Pasquale Errico. Erano presenti anche il dirigente della Squadra Mobile Lorena Cicciotti, il direttore della seconda divisione del Servizio Centrale Operativo della Polizia Alfredo Fabbriocini, il Pm di Nocera Gianpaolo Nuzzi e il rappresentante della polizia criminale tedesca Stefan Heinz. Quella che è stata smantellata dalle forze dell’ordine era una organizzazione criminale ben strutturata dove ognuno aveva un ruolo ben preciso e dove non mancava il finanziatore: Salvatore Della Ratta detto “‘o muzzarellaro” perchè titolare di un caseificio. Capi dell’organizzazione erano Angelo Carbone, Domenico Cocco, di Scafati e Pasquale Pecorella. Basista dell’associazione criminale Ciro De Falco, guardia giurata di Pomigliano d’Arco, infiltrato nell’istituto di vigilanza Cosmopol. Poi c’era Luigi Cavallaro di Scafati che nelle intercettazioni viene identificato come “il ragioniere” in quanto aveva il compito di fornire i documenti. Il gruppo criminale era pronto al grande salto all’estero. Nel mirino un furgone portavalori contenente circa 20 milioni di euro che, stando al lavoro di intercettazione, la banda si apprestava ad assaltare nei pressi di Francoforte. Un colpo scongiurato anche grazie alla collaborazione della polizia tedesca, attivata su input degli investigatori italiani. Non appena gli inquirenti si sono resi conto di cosa stavano progettando i malviventi hanno immediatamente allertato la polizia tedesca che ha immediatamente fortnito tutto il supporto necessario. In Germania erano presenti alcune celle dell’organizzazione che erano in contatto con i “colleghi” italiani. Il colpo sarebbe dovuto avvenire agli inizi di settembre ma poi è slittato per dei contrattempi. Fondamentale si è rivelato lo scambio informativo tra le autorità giudiziarie italiane e tedesche, assicurato dal costante coordinamento di Eurojust che, in particolare, attraverso i magistrati dei desk italiano e tedesco ha garantito il necessario raccordo per valorizzare gli sviluppi investigativi italiani e, al contempo, per garantire le esigenze di ordine pubblico anche sul territorio tedesco. La mente dell’organizzazione era a Cerignola. Di solito per le rapine agivano in 4 o 5 persone. A volte anche i capi “scendevano in campo” in prima persona. Non sono emersi collegamenti con i clan foggiani o napoletani. L’indagine non è ancora conclusa per cui nelle prossime ore potrebbero venir fuori ulteriori particolari. L’associazione a delinquere era forte già di suo e probabilmente era operativa già da tempo. “Quello di oggi è un grande risultato – ha detto il questore di Foggia, Mario Della Cioppa -. Devo ringraziare donne e uomini della polizia che hanno portato a compimento questa operazione dopo mesi e mesi di lavoro. Da circa 50 giorni è stata potenziata la struttura investigativa – ha concluso -. Ora possiamo contare su 22 investigatori di livello eccezionale che resteranno qui per lungo tempo”. Alfredo Fabbrocini ha sottolineato che la Squadra Mobile di Foggia nel 2012 ha dato vita ad un nucleo specializzato proprio sulle rapine consumatesi nel territorio foggiano. In questi anni sono state portate a termine 11 operazioni e arrestate ben 150 persone. Il Questore di Salerno ha ringraziato gli uomini della Mobile e la polizia tedesca per il sinergico lavoro che hanno posto in atto in questi mesi. Non è stato semplice delineare l’intero quadro investigativo. C’è voluto non poco lavoro per collegare le varie rapine poste a segno dall’organizzazione.
I summit della gang in un chiosco a pochi passi dalla Questura
Il colpo in Germania lo stavano studiando nei minimi particolari. Erano settimane che i componenti l’organizzazione stavano “lavorando” al fine di poter entrare in azione conseguendo un risultato positivo, di quelli che “ti sistemi” per tutta la vita. Per mettere a punto la strategia da attuare la gang organizzava vari summit “base logistica” di Foggia, presso il chiosco di proprietà di Antonio De Sandi, scampato ad un omicidio il 29 settembre scorso in via Calvanese. Episodio che non sarebbe collegato all’operazione di ieri mattina. Nel chiosco dell’uomo, situato non lontano dalla Questura, i vertici della banda si incontravano per definire i dettagli delle azioni criminose da mettere in atto. Altre riunioni si sarebbero tenute a Verona, dove risiedeva Pecorella assieme all’albanese Erand Sallaku. Per agire oltrefontiere vi erano bisogno di soldi sia per comprare le armi che per acquistare tutto il necessario per non essere riconosciuti. Le armi che la gang utilizzava erano armi da guerra: i Kalashnikov. Inoltre, erano state acquistate anche delle maschere da scena in silicone. Per intenderci si tratta di maschere riproducenti volti umani che vengono utilizzate a teatro o a cinema nell’interpretazione di determinati personaggi. Si tratta di maschere il cui costo si aggira intorno a 5/600 euro cadauna. Il compito di finanziare il gruppo apparteneva a Della Ratta conosciuto come “‘O muzzarellaro” perchè titolare di un caseificio. Il colpo a Biella ed il bottino mai ritrovato Salvatore Della Ratta faceva parte del commando il 31 agosto del 2008 prese d’assalto la sede della Mondialpol di Biella. I rapinatori, dopo aver fatto irruzione nei locali, immobilizzarono prima le tre guardie giurate presenti e poi le cassiere della società. Un colpo d’oro che fruttò la somma di 30 milioni di euro. Soldi mai più trovati. Della Ratta finito in carcere conobbe poi De Sandi con cui ha stretto l’alleanza per le nuove rapine
Nonostante ai domiciliari partecipava alle riunioni operative della gang
La rapina messa a segno a Fisciano ai danni di un portavalori della Cosmopol, che frutto 75mila euro, diede il via alle indagini. Le imme- diate indagini portarono all’identificazione di Crocco. Collegato a lui c’era il foggiano Carbone col quale si pianificavano scrupolosamente le rapine da effettuare. Il lavoro dei poliziotti ha fatto luce su altri epi- sodi, tutti collegati alla banda. Ad esempio un secondo assalto a un blindato Cosmopol ad aprile scorso sull’autostrada tra Avellino e Sa- lerno. I malviventi ingaggiarono anche un conflitto a fuoco ma il mezzo era privo di denaro. Poi c’è il colpo alla biglietteria degli scavi di Pompei, 4mila euro il bottino, i 70mila euro rubati all’Unicredit di Foggia e la tentata rapina – ancora alla Cosmopol – avvenuta ad Acerra. Tutti episodi risalenti al luglio scorso. Successivamente, il 19 aprile scorso, l’organizzazione entrò in azione a Solofra e poi a Foggia ai danni dell’Unicredit. A questi colpi si aggiungono una tentata ra- pina ad Acerra ed il colpo agli scavi di Pompi. Ad alcuni dei destina- tari delle ordinanze viene contestato anche il tentato omicidio: durante alcune rapine sono stati esplosi dei colpio di arma da fuoco che ha sfiorato i dipendenti della Cosmopol. Tutte le rapine servivano ad un solo scopo: finanziare il colpo del secolo in Germania. Due dei destinatari delle misure emesse dalla procura di Nocera hanno con- tinuato a muoversi e partecipare a summit e spostamenti anche men- tre erano al regime di obbligo di firma ed agli arresti domiciliari
In nove sono finiti in carcere Sette agli arresti domiciliari
In carcere sono finiti: Salvatore Della Ratta 37 anni di Cercola (Napoli), Domenico Cocco 36 anni di Scafati, Angelo Carbone 51 anni di Foggia, Antonio De Sandi 68 anni di Foggia, Angelo Pugliese 45 annni di Cerignola, Giancarlo Valerio D’Abramo 40 anni di Cerignola, Loren Carcerehuqi 34 anni nato in Albania, Pasquale Pecorella 43 anni di Foggia, Erand Sallaku 34 anni nato in albania. Ai domiciliari: Pasquale Panico 48 anni di Napoli, Ciro De Falco 46 anni di Pomigliano d’Arco, Luigi Delli Carri 45 anni di Foggia, Ciro Bruno 39 anni di Foggia, Maurizio Correra 52 anni di Foggia, Francesco Cucchiarale 21 anni di Cerignola, Giovanni Dimitri 39 anni diSomma Vesuviana. Obbligo di dimora per Giovanni Visone 48 anni di Volla, mentre Luigi Cavallaro 45 anni di Scafati ha l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Tra i destinatari di misure da parte della procura di Nocera Inferiore vi è anche un soggetto che si è reso irreperibile. Si tratta di un uomo residente nel comune di Sarno di cui non è stata resa nota l’identità.
È finito nel mirino delle forze dell’ordine nel- l’ambito dell’operazione Last Day, Luigi Ca-vallaro, 45 anni, commercialista di Scafati, intestatario secondo alcune voci anche di Hotel a Scafati. Il professionista già contabile di Scafati Sviluppo nominato di fiducia del- l’amministrazione Aliberti e anche consu- lente fiscale della società partecipata Acse dove fu scelto da Alibnrti nel 2008, è stato raggiunto dall’ordinanza ed ha ricevuto l’obbligo di presentazione davanti alla pg. Il contabile, secondo le accuse, era l’uomo della banda che metteva a posto le carte da un punto di vista Amministrativo per quanto concerne i mezzi e i rapporti della gang. Inol- tre, il suo ruolo era anche quello di gestire la parte finanziaria delle operazioni. L’ex com- ponente della “Scafati Sviluppo” da qualche giorno stava facendo i conti con il lutto subito da poco, la scomparsa del cugino ex ca- rabiniere in un incidente domestico, quando è stato messo al corrente dell’operazione condotta dalla polizia tedesca e dalle que- sture di Foggia e Salerno. Per gli inquirenti
avrebbe fornito i documenti utili ad acquisire le auto per organizzare il colpo, poi sfumato, in Germania. Ieri pomeriggio la perquisizione al suo studio in via Pascoli. A mettere in contatto Cavallaro con il gruppo dei cerignolani è stato, secondo la ricostruzione effettuata dalla polizia, Domenico Cocco. Il 36enne ristoratore scafatese con la passione degli assalti ai portavalori sarebbe infatti, per gli inquirenti, il capo del gruppo salernitano che opera in prima persona con Angelo Carbone e Pasquale Pecorella, i boss foggiani da cui viene presa ogni decisione finale. Almeno tre gli episodi sotto la lente di ingrandimento che porterebbero la sua “firma”: il colpo al portavalori Cosmopol a Fisciano, la rapina alla biglietteria agli scavi di Pompei e un altro colpo a un blindato a Solofra. Domenico Cocco, è un pizzaiolo di San Pietro, con un’attività commerciale proprio a ridosso del centro Plaza. Non avrebbe mai fatto parte del commando esecutivo, ma i poliziotti sa lernitani hanno ricostruito che con l’auto della moglie si recava in un luogo lontano
dalla scena del crimine concordato in precedenza e qui recuperava gli autori dei raid. In- fine, non secondaria è stata ritenuta la posizione del 58enne Luigi Garmiele, il sarnese che provvedeva alla logistica del gruppo pugliese quando agiva in trasferta. A lui, in- fatti, la polizia contesta l’eventuale organizzazione messa in piedi con auto e immobili di proprietà per ospitare i cerignolani che ar- rivavano nel Salernitano qualche giorno prima di entrare in azione.