di Clemente Ultimo
Stagione turistica in chiaroscuro quella di quest’anno in Cilento, caratterizzata da tendenze contrastanti e, più in generale, lontana dai lusinghieri risultati raggiunti nel biennio 2020/2021. «Tra gli aspetti positivi – sottolinea Marco Sansiviero, imprenditore alberghiero e presidente di Fenailp Turismo – c’è da registrare una timida ripresa dei flussi provenienti dall’estero, cui però ha fatto da contraltare una calo delle presenze dei turisti italiani. Pur nella consapevolezza che certi risultati erano stati maturati in condizioni particolarissime, una riflessione su questo calo è inevitabile. Tra gli elementi che ci hanno portato a non raggiungere, in Cilento, i risultati dei due anni precedenti ce ne sono alcuni imprevedibili come il meteo, che ad agosto non ha certo aiutato, altri, come la fine del bonus vacanze ed il caro bollette, su cui sono indispensabili una riflessione attenta e, soprattutto, interventi tempestivi». L’assenza del bonus ha pesato in maniera così forte? «Sì, quell’incentivo si è rivelato utile sotto molti punti di vista: ha consentito di mantenere in Italia parte dei flussi turistici che altrimenti si sarebbero diretti verso l’estero, ha svolto una funzione sociale consentendo a famiglie che non ne avrebbero avuto la possibilità di usufruire di strutture ricettive di buon livello, ha offerto a molti territori la possibilità di allungare la stagione turistica fino alla metà del mese di ottobre, iniziando un processo di destagionalizzazione. È per tutti questi motivi che come Fenailp abbiamo chiesto che il bonus vacanze diventi una misura strutturale». Quanto ha pesato su questa stagione turistica il diffuso timore di un autunno difficile sotto il profilo economico? «Molto. Già nel periodo di alta stagione si è notato un forte rallentamento della spesa dei turisti: evidentemente l’arrivo delle prime bollette nel mese di luglio ha dato un segnale negativo, rendendo i vacanzieri meno propensi alla spesa. Accanto a questo c’è da considerare che il clima di incertezza generale – alimentato dal dibattito che si sta sviluppando sui mezzi d’informazione – ha avuto anche un impatto a monte, spingendo alcuni a decidere di non andare in vacanza, tagliando le spese in previsione di un autunno difficile. Purtroppo i primi dati sulle prenotazioni di settembre confermano un calo importante rispetto ai dati registrati un anno fa». C’è poi il problema dell’aumento dei costi energetici per le imprese. «Posso rispondere con un riferimento personale: la bolletta del mio albergo è passata dai 2.700 euro di luglio 2021 ai 9.700 di luglio 2022, praticamente a parità di consumo c’è stato un rincaro del 346%. È evidente che oneri del genere sono insostenibili per le imprese, finendo per ridurre al minimo i margini di guadagno. Anche perché c’è da tener conto che quando sono stati chiusi i contratti con i tour operators i prezzi erano parametrati su costi nettamente inferiori. Questo si traduce in uno stato di crisi per molte aziende, tanto che siamo al paradosso: in bassa stagione molti preferiranno chiudere anche avendo delle prenotazioni, i costi non sarebbero sostenibili. Una sconfitta cocente dopo la pandemia». Possibili soluzioni? «Come Fenailp abbiamo chiesto l’apertura di un tavolo nazionale per un confronto a tutto campo, ma a nostro giudizio non si può prescindere da ristori per le aziende. Questo per l’immediato, poi occorrerà aprire una riflessione profonda, perché quel che succede oggi è frutto del fallimento delle politiche energetiche degli ultimi trent’anni. E delle difficoltà burocratiche che si incontrano anche quando si punta all’autosufficienza energetica delle imprese: se io volessi installare i pannelli solari sul tetto della mia struttura, ad esempio, verrei immediatamente bloccato dalla Soprintendenza. Ecco, c’è da tener presente anche dell’esistenza di situazioni del genere. Una soluzione a cui stiamo lavorando è l’avvio, a livello provinciale, di un dialogo con le istituzioni interessate sul tema degli interventi in aree vincolate». Attualmente in Regione Campania si sta lavorando alla riforma della legislazione sul turismo, c’è qualche punto che come Fenailp ritenere meritevole di particolare attenzione? «Tra le diverse proposte che abbiamo presentato ce n’è una che va a toccare un settore tanto importante, quanto trascurato: quello della pianificazione e programmazione. Prima di entrare nel dettaglio, però, va sottolineato come ad oggi manchino per il comparto turistico strumenti pubblici per la raccolta e l’analisi dei dati, attività che dovrebbero rappresentare il presupposto su cui gestire le risorse disponibili. Come associazione stiamo lavorando ad un osservatorio statistico e abbiamo proposto la previsione, per quei comuni a totale vocazione turistica, dei piani turistici comunali. Strumenti obbligatori di programmazione, magari a livello di comprensorio, che finalmente costringerebbero le amministrazioni a ragionare su interventi almeno di medio periodo».