Squecco e la ex moglie a processo - Le Cronache
Provincia Giudiziaria Eboli Cronaca

Squecco e la ex moglie a processo

Squecco e la ex moglie a processo

di Pina Ferro

L’imprenditore nel settore del trasporto infermi ed onoranze funebri, il prossimo 10 maggio comparirà dinanzi ai giudici della prima sezione penale del Tribunale di Salerno per l’avvio del processo a suo carico. Oltre a Roberto Squecco (difeso da Mario Turi), attualmente detenuto nel carcere di Salerno; a processo con il rito ordinario vi saranno anche la ex moglie Stefania Nobili e l’imprenditore di Pompei Domenico Sorrentino entrambi agli arresti domiciliari. Hanno scelto invece il rito dell’abbreviato: Elena Vitale di Capaccio, moglie di Mario Squecco, Giuseppe Pinto, di Capaccio, Giuseppina D’Ambrosio, di Capaccio, cognata di Squecco; Donato Potolicchio, di Acerno; Assunta Salerno, di Acerno, moglie di Potolocchio; Mario Squecco, di Capaccio, nipote di Roberto; Michele Montefusco di Eboli. Almomento il Giudice per le udienze preliminari ancora non ha fissato la data dell’udienza per il rito alternativo. Intanto il Gip ha disposto a carico di: Elena Vitale, Giuseppe Pinto, Giuseppina D’Ambrosio, Donato Potolicchio, Assunta Salerno e Michele Montefusco di Eboli la revoca degli arresti domiciliari. Al posto della misura restrittiva è stato applicato il divieto dell’esercizio dell’attività d’impresa per un periodo di 12 mesi. Le accuse sono di intestazione fittizia beni, riciclaggio, reimpiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, auto-riciclaggio, peculato, abuso d’ufficio e falso, turbata libertà degli incanti ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. L’indagine ha preso il via dagli avvenimenti successivi alla vittoria elettorale di Franco Alfieri. Questi, alla guida di una coalizione di centro sinistra, fu eletto sindaco di Capaccio Paestum il 9 giugno 2019. Qundo fu decretata la vittoria di Alfieri i cittadini assistettero ad un carosello di ambulanze. I mezzi di soccorso, di Squecco, sfilarono per le strade di Capaccio a sirene spiegate. Un episodio pubblicizzato su Facebook e che fu oggetto di numerose segnalazioni. Inoltre, il 20 giugno del 2019 vi fu una querela ratificata dal senatore Nicola Morra, presidente della commissione parlamentare Antimafia a cui seguirono due interrogazioni parlamentari. L’attenzione degli investigatori si concentrò così su Roberto Squecco, imprenditore gestore di fatto di tutte le associazioni che operavano nel settore del trasporto infermi e delle collegate società di onoranze funebri, associazioni e società solo formalmente intestate a suoi parenti e collaboratori. Squecco ha precedenti penali di rilievo (è’ stato condannato, con sentenza definitiva per tentata estorsione in danno di un imprenditore proprio del settore delle onoranze funebri, reato commesso al fine di agevolare il clan camorristico Marandino) ed è stato già sottoposto a misura di prevenzione patrimoniale. Tuttavia, l’uomo continuava ad avere dirette interlocuzioni con le amministrazioni pubbliche, gli enti, i clienti, i collaboratori ed i fornitori, non giustificabili con il suo ruolo di dipendente di una delle societa’ funebri controllate e di volontario delle associazioni/onlus a lui riconducibili. Già a ottobre 2019, venivano eseguiti, nei confronti di Squecco e di suoi prestanome provvedimenti di sequestro preventivo di alcune società e associazioni, operanti nel trasporto infermi in convenzione con l’Asl di Salerno e nelle onoranze funebri, e anche conti correnti e rapporti bancari sui quali erano stati rintracciati movimenti di somme di danaro pari a circa mezzo milione di euro. Secondo la Pubblica accusa, Squecco ha una pericolosita’ sociale “qualificata” in quanto interno al clan Marandino ma anche “generica”, poiche’ vive abitualmente con i proventi di attività delittuose.