Sport minori? Andate a quel paese di Roncadelle - Le Cronache Salerno
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Sport minori? Andate a quel paese di Roncadelle

Sport minori? Andate  a quel paese di Roncadelle

Le Olimpiadi, appena concluse, hanno dimostrato che l’Italia è ricca di eccellenze, addirittura mondiali, che sono purtroppo sconosciute ai più, se non a tutti. Eccellenze che ci hanno reso orgogliosi del nostro Paese, benché colmo di tanti problemi. Come tutti gli altri. A Parigi, tre giovani del piccolo Comune di Roncadelle, in Provincia di Brescia, hanno vinto tre medaglie d’oro in tre diverse discipline. Con tre ‘ori’, su 9.000 abitanti, la proporzione è davvero da record mondiale. Del resto, tre sono state le medaglie d’oro del Brasile e altrettante quelle vinte complessivamente da Nazioni come Argentina, Indonesia e Slovenia. Così, quel minuscolo agglomerato di anime ci ha fatto sognare. Ma è innegabile che ci abbia fatto anche vergognare, dimostrandoci cosa significhi veramente essere europei. Almeno europei. Roncadelle è una cittadina estesa su un’area di meno di 10 Km2 con qualche attività industriale e commerciale. Niente di più. Eppure, negli anni 80, con una popolazione di appena 5.500 residenti, l’Amministrazione decise di costruire un grande Centro Sportivo Comunale per 14 discipline, tra cui: basket, judo, karate, pallavolo, rugby, con l’aggiunta di due campi di calcio, un bocciodromo e un lago per la pesca sportiva. Il Centro è presto divenuto un polo di riferimento per la pratica delle attività amatoriali, cioè di quelle che aiutano i giovani a crescere in modo equilibrato generando un arricchimento spirituale e morale. In effetti, tutti gli esperti concordano nel riconoscere alla competizione tra adolescenti una profonda funzione educativa, sia perché abitua al sacrificio e alla fatica, sia perché insegna a perdere, come spinta per impegnarsi a vincere, sia perché diffonde i principi fondamentali della correttezza e della lealtà a beneficio di una società migliore, più rispettosa, più giusta, più sana, più libera. Queste attività, cosiddette ‘minori’, non riempiono le tasche, anche se possono sprigionare vantaggi economici, né producono fama e onori, ma saturano l’anima di chi le pratica con tanta umiltà. A Roncadelle, sono in tanti a farlo. Dicono almeno in 1.200. Così, un piccolo Comune ha certificato tutta l’infondatezza di tanti proclami: l’Europa, alle nostre latitudini, è ancora una perfetta sconosciuta. Quando a Roncadelle era in costruzione il Centro Sportivo, da noi c’era l’essenziale. E, l’essenziale c’è ancora oggi. Anzi, di meno. Ruderi indecorosi sono la testimonianza del fallimento di un progetto di Palazzetto costato oltre 18milioni di euro. Soldi della Città, gettati alle ortiche. Così, adesso, chi vuole può girovagare tra alcune strutture, in buona parte concesse in gestione a privati, tra cui: il PalaPalumbo, del Reparto Militare dei Cavalleggeri Guide, il PalaSilvestri di Matierno, che sarebbe pure troppo basso, il PalaTulimieri, che sta esalando l’ultimo respiro, il capannone industriale del Vestuti, che definire Palazzetto è davvero uno sproposito. Poi, ci sarebbero le palestre dello stesso Vestuti. Ma, frequentarle comporta qualche rischio, viste almeno le condizioni del soffitto esterno, avvolto in un sudario perché devastato dal tempo e dall’incuria. Il campo, poi, se non fosse per qualche intervento spontaneo, sarebbe spesso adatto per coltivare le patate. Per offrire alternative, di recente sono state aperte le palestre delle Scuole Comunali, ovviamente da frequentare fuori orario e se possibile. Mah. Delle piscine, meglio non dire. Meritano un discorso a parte. E, quindi? Se il diritto allo sport è davvero paragonabile al diritto alla vita e alla salute, la sua pratica avrebbe dovuto essere agevolata con spazi di quartiere, di libera fruizione, e con nuove palestre da mettere a disposizione a ‘costo quasi zero’. E, invece, gli sport amatoriali sono rimasti privi di una sufficiente attenzione, forse perché ritenuti ‘minori’. Già: “ma Minori rispetto a cosa”? Nessuno sport è minore per chi lo pratica e la sua importanza non è in funzione dei soldi che è in grado di muovere o dei margini di profitto. Chissà che siano stati ritenuti ‘indegni’ perché la disponibilità all’impegno e al sacrificio costituisce per molti giovani, nei fatti, la premessa anche per decidere di andare altrove a realizzare i propri sogni. Perché, qui, non mancano solo le palestre. E, quindi, sarebbero stati soldi sprecati rispetto ad altri obiettivi. Nella vita, tutto può essere. Così, mentre si legge che sono stati trovati circa CENTOVENTISEIMILIONI di euro per rifare lo Stadio Arechi, solo per titillare la vanità di chi ci va non per fare sport, ma per assistere a uno spettacolo, si diffondono ripetuti annunci per un Palazzetto a Mariconda e per il recupero di quelle immonde, indecorose, indegne, sudice, infamanti macerie da 18milioni arrugginite dal sole e dal sale del mare. Per il primo intervento, c’è la copertura dei fondi PNRR per € 3,5milioni. La gara è stata assegnata e ad Aprile si è conclusa la procedura. Quindi: si aspetta. Per il secondo, invece, la spesa di circa € 35,0milioni, giacché una cifra inferiore sarebbe stata disdicevole e sconveniente, si dice sia stata finanziata con i Fondi Sviluppo e Coesione 2014/2020, come da Decreto Dirigenziale della Regione Campania n. 120 del 01/12/2022. La gara si è chiusa con l’assegnazione alla vincitrice in data 22/03/2023, più di un anno fa. Epperò, fatto salvo ogni errore, adesso saremmo fuori termine per applicare quella copertura, visto che la data ultima per spenderla era quella di fine 2023. E, quindi, sarebbe giusto sapere qualcosa di più sulla disponibilità dei soldi. Per il resto, secondo l’Elenco Triennale dei Lavori 2024/2026, che per tutte le opere di quest’anno, di qualsiasi natura, prevede una spesa complessiva di € 18,4milioni, resterebbero da investire € 300.000 per impianti sportivi non meglio identificati, mentre altre somme sarebbero riservate alle piscine, qui non considerate. Per il 2025, c’è qualcosa per il Vestuti per una spesa di € 2,2milioni. Cioè, niente, rispetto a Roncadelle. In verità, da quel piccolo Comune è arrivato un insegnamento che ci dovrebbe far almeno arrossire. Ci ha detto, in sostanza, che lo sport è vita, è cultura, è educazione, è forza morale, è crescita, è emancipazione. A differenza di quei giovani, ai nostri è possibile bighellonare, magari correre sul Lungomare e/o prendere il sole sulla piazza a mare, rischiando pure una insolazione, senza poter giocare neppure con lo ‘strummolo’. Dovremmo capire, tutti, che ridurre i loro spazi significa privarli del diritto a quella crescita equilibrata ed armoniosa che a Roncadelle è assicurata da 40 anni. Due generazioni perse. Chi fosse convinto della inutilità degli sport ‘minori’, andasse, per favore, a quel paese di Roncadelle. Potrà capire che il futuro di una Comunità è frutto di programmazione e potrà anche apprendere cosa fare per far crescere i nostri figli in ‘modalità’ davvero Europea per essere pronti a vivere da uomini forti, liberi e consapevoli. R.S.

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