di Mario Rinaldi A
lla soglia del 2026 lo spopolamento dei piccoli borghi e delle aree interne sta diventando un tema al centro del dibattito pubblico. I piccoli comuni italiani, soprattutto quelli dell’entroterra di molte regioni, ogni anno fanno registrare una preoccupante contrazione demografica. A lasciare la propria terra d’origine sono soprattutto i giovani, che attratti da più rosee prospettive offerte dalle grandi città, abbandonano il luogo in cui sono nati e cresciuti, lasciando alla popolazione anziana il compito di tenere vive tradizioni e modelli culturali radicati in quel determinato territorio. Ma fino a quando? Quesito scomodo, che ha scosso e smosso alcune comunità, come quella di Aquara, dove il Sindaco, Antonio Marino, col supporto del Consiglio Comunale, nel luglio 2023, è riuscito a far adottare una delibera che ancora oggi, purtroppo, non ha avuto alcun riscontro nel panorama istituzionale. La delibera indica le misure strategiche per contrastare lo spopolamento delle aree interne rivolto ai Comuni con meno di tremila abitanti che negli ultimi 10 anni hanno subito una riduzione demografica di almeno il 10%. In primis, l’atto propone di “eliminare la preferenza unica alle elezioni comunali nei Comuni con meno di 3.000 abitanti. Sostituzione con 3 preferenze libere (senza alcun vincolo di genere). La preferenza unica il più delle volte prescinde dal merito e la competizione elettorale diventa una competizione tra famiglie più numerose. Con tre preferenze entra in gioco anche il merito oltre al clientelismo ed il familismo amorale. Altro aspetto riguarda l’eliminazione dell’attuale contabilità di bilancio sostituendola con la contabilità aziendale, come in Francia. Un piccolo Comune non può avere le stesse regole contabili di grandi Comuni. Infatti in Francia nessun Comune è in deficit pur essendo il numero dei comuni il triplo di quelli italiani. Nella delibera di propone anche di “sospendere per 3 anni la Bassanini nei piccoli Comuni. La gestione torna all’Organo Elettivo (La Giunta Comunale). Visto che per ogni cosa che succede nel Comune tutti si rivolgono agli “eletti” non ha senso tenere gli eletti lontani dalla gestione e mantenere in piedi un’impalcatura burocratica che sostanzialmente è un doppione”. Altri punti riguardano: “il ribasso d’asta sui singoli lavori resta a disposizione del Comune per opere pubbliche a libera scelta dell’Amministrazione; ridurre l’Iva del 3% sulle fatture emesse dalle aziende che hanno lo stabilimento in un Comune a rischio spopolamento. Sarebbe un aiuto concreto a chi ha scelto di produrre in una zona svantaggiata; eliminare radicalmente i cinghiali e gli altri animali immessi artatamente nel nostro territorio. Non servono, non portano sviluppo, non portano benessere ma solo danni e abbandono dell’agricoltura da parte dei residenti; incentivare l’orto domestico con un rimborso-spese annuo, anche minimo, ma che sia la testimonianza della condivisione e della ricerca della genuinità dei prodotti agricoli; incentivare – con rimborso spese annuo – allevamenti allo stato brado di animali di corte (carni bianche) la cui genuinità è indiscussa e salutare”. Gli ultimi due punti vanno messi in forte correlazione con i principi della Dieta Mediterranea, da privilegiare con concretezza anziché relegarla a semplice icona del benessere. E ancora: “creare l’infermiere di comunità a disposizione degli ultrasettantenni; assegnare ad ogni inizio anno una somma non inferiore a euro 500mila in favore del Comune, da spendere liberamente per iniziative mirate contro lo spopolamento. Le iniziative da attuare vanno deliberate dal Consiglio Comunale con almeno il 75% di voti favorevoli dei Consiglieri assegnati e dovranno poi essere validate da un Commissione Tecnica insediata presso la Prefettura; creare una società del tipo “Aquara Invest srl” che metta insieme piccole somme di investimento da parte di una moltitudine di persone – possibilmente per metà interne alla Comunità e per metà esterne alla Comunità – per avere un mix di cultura imprenditoriale da attuare in Paese disponendo di capitale privato libero; sfruttare al massimo la fibra ottica per la trasmissione dati; eliminare il vincolo normativo per una persona/famiglia che deve avere la residenza dove possiede la cosiddetta “prima casa”. La tassazione della casa è un fatto che riguarda il fisco e non può incidere sulla libera scelta del cittadino che, invece, dovrebbe poter risiedere dove possiede una casa, a prescindere. Insomma bisogna distinguere tra domicilio e residenza”. Quattordici punti, ben studiati e armonizzati al contesto residenziale. Tuttavia, il sindaco Marino ha evidenziato che, vuoi per mancanza di volontà, vuoi per altre ragioni ignote, la proposta non è stata presa in considerazione e l’intento è quello di portarla ancora una volta all’attenzione delle istituzioni locali, altrimenti (come evidenziato dallo stesso primo cittadino di Aquara) non serve lamentarsi dello spopolamento se poi non vengono attuate proposte concrete per contrastarlo.





