È pronto un altro mega schiaffo all’Italia. E a menarci è ancora una volta l’Unione Europea nella persona di Phil Hogan, commissario UE all’agricoltura, che in risposta ad una interrogazione formulata da un europarlamentare delle Lega Nord sul perché non veniva sanzionata la commercializzazione di pomodori prodotti in Belgio con la denominazione “San Marzano”, affermava «La varietà di pomodoro San Marzano può essere coltivata al di fuori dell’aria geografica delimitata e non è appannaggio dei produttori italiani».
L’irlandese Phil Hogan, dice «Sulla base delle informazioni a disposizione, la Commissione europea non può constatare se le etichette di pomodori prodotti fuori dall’Italia, commercializzati in Belgio ed etichettati “San Marzano”, costituiscono una evocazione irregolare della denominazione Dop italiana, o un utilizzo lecito del nome della varietà – parlando nell’aula del Consiglio Europeo di Strasburgo – mentre appartiene essenzialmente alle autorità competenti degli Stati membri, far rilevare eventuali irregolarità al momento dei controlli effettuati».
In sostanza, questo potrebbe divenire un pericoloso precedente per tutti i prodotti tutelati con i marchi DOP e IGP. Dunque, per assurdo lo Champagne potrebbe essere coltivato nell’Agro nocerino sarnese e il pomodoro “San Marzano” nella regione francese che dà il nome al famoso metodo classico del vino spumante.
In Italia sono 282 le Denominazioni iscritte nel registro delle DOP, delle indicazioni geografiche protette e delle specialità tradizionali garantite. Nel registro si comincia dall’ “Abbacchio romano” sino allo “Zampone di Modena”. L’Italia si conferma prima in Europa per numero di prodotti Dop, Igp e Stg: su 1.241 prodotti a cui l’Unione Europea ha rilasciato i riconoscimenti di Denominazione di Origine Protetta, Indicazione Geografica Protetta e Specialità Tradizionale Garantita ben 282 sono italiani, a fronte dei 217 francesi, 179 spagnoli, 125 portoghesi e dei 78 tedeschi.
Il “Pomodoro San Marzano dell’Agro Sarnese-Nocerino” è riconosciuto con il marchio DOP dal 1996 e da allora – secondo il regolamento Ue – viene tutelato contro tutte imitazioni, usurpazioni, evocazioni e tutte altre pratiche che possono indurre in errore il consumatore rispetto al vero prodotto d’origine. Sono appena 70mila i quintali di “San Marzano DOP” prodotti nei comuni dell’area vesuviano e dell’agro nocerino sarnese, mentre sono almeno 54 i milioni di quintali di pomodoro prodotti per l’industria e per il fresco. Un’eccellenza per pochi prescelti, considerato anche il costo elevato di vendita che viene fuori dall’alto costo di produzione e di trasformazione. Negli ultimi anni la produzione di “San Marzano” è cresciuta grazie soprattutto agli chef di levatura nazionale ed internazionale che lo hanno riproposto e rilanciato nei menù tanto da indurre alcune imprese agricole a coltivarlo nuovamente.
Ed è aumentato soprattutto l’export, non solo nei Paesi UE ma è aumentata vertiginosamente la domanda del prodotto in Giappone e negli Usa.
Raimondo Aufiero
#iostoconsanmarzanodop, parte la petizione
“Salviamo il Pomodoro San Marzano Dop” con questo titolo il Sindaco di San Marzano sul Sarno, patria del pomodoro DOP, ha lanciato una petizione online su change.org per chiedere ai cittadini europei di salvaguardare le produzione tipiche. «Queste dichiarazioni (riferendosi alle affermazioni del Commissario Hogan, ndr) aprono la strada a produzioni e coltivazioni provenienti anche da altri territori, come il Belgio, che potrebbe così fregiarsi del Dop pur non avendone i requisiti – dice Annunziata – si tratta di un grave danno alla nostra filiera agroalimentare e di una contraddizione in termini dell’Unione Europea, che prima sancisce la tipicità e poi difatti ne consentirebbe la produzione indistinta – e continua – il Pomodoro San Marzano Dop è parte integrante della nostra identità». «San Marzano sul Sarno, nell’Agro Nocerino Sarnese, è terra di produzione e di trasformazione del pomodoro e non rinunceremo mai alla denominazione origine protetta» conclude il primo cittadino lanciando l’hashtag
“#iostoconsanmarzanodop”. (r.a.)
L’impresa: «Dopo toccherà ad altre Dop»
Luigia Adiletta, “Rominella”
«Con Confcooperative abbiamo proposto un’interrogazione al Ministero dell’Agricoltura chiedendo con fermezza di prendere una posizione contro la Unione europea e fare un chiarimento su tutti i Dop, oggi è toccato al San Marzano, domani toccherà alla Mozzarella di Bufala, poi alla nocciola di Giffoni».
Edoardo Ruggiero, “Gustarosso “
«Ci sono tentativi di delegittimazione interni ed esterni sul nostro prodotto. In tanti, vista la crescita delle richieste del San Marzano Dop, vogliono appropriarsi del marchio e questa è la dimostrazione che noi produttori e alcuni trasformatori hanno investito nella giusta direzione avendo sempre creduto in questa risorsa della natura».
Proposta un’interroggazione al parlamento europeo per chiedere spiegazioni ad Hogan
«Sulla tutela del patrimonio enogastronomico l’Europa si gioca una grossa fetta della sua credibilità» così l’europarlamentare del Ppe Aldo Patriciello in merito alle alle dichiarazioni del commissario UE all’agricoltura Phil Hogan che rispondendo ad una interrogazione dell’europarlamentare della Lega Nord Maria Bizzotto ha affermato che «La varietà di pomodoro San Marzano può essere coltivata al di fuori dell’aria geografica delimitata e non è appannaggio dei produttori italiani».
«È chiaro che abbiamo bisogno di una tutela piena, efficace ed incondizionata – afferma nell’intervista a Le Cronache l’europarlamentare azzurro – diversamente saremmo in presenza di una tutela a latitudine variabile: un’assurdità inaccettabile che porterebbe le lancette dell’orologio indietro di vent’anni».
Onorevole cosa farà lei per difendere le “tutele” dei nostri prodotti agricoli e vitivinicoli?
«In questo caso c’è bisogno di difendere la specificità geografica del pomodoro San Marzano che non significa soltanto tutelare la qualità di un prodotto che ha ottenuto il marchio DOP ma anche e soprattutto proteggere la cultura che fa da sfondo all’intero processo produttivo. Sono circa 20 anni che il Pomodoro che ha preso il nome dal piccolo paese dell’Agro ha ricevuto il marchio DOP. «Si, è bene ricordare, infatti, che il marchio DOP concesso al pomodoro San Marzano non è frutto di scelte casuali: è il giusto riconoscimento per un prodotto le cui caratteristiche di qualità dipendono del tutto o in parte dall’ambiente geografico in cui sono prodotti».
Cosa pensa delle dichiarazioni del Commissario Hogan sulla vicenda del San Marzano coltivato in Belgio?
«Sono rimasto francamente sorpreso dalle dichiarazioni espresse dal Commissario Hogan e nelle prossime ore presenterò un’interrogazione alla Commissione Europea chiedendo spiegazioni in merito e ricordando, ove mai ce ne fosse bisogno, che la normativa europea prevede che i prodotti con la denominazione d’orine protetta siano “tutelati da imitazioni, usurpazioni, evocazioni e tutte altre pratiche che possono indurre in errore il consumatore rispetto al vero prodotto d’origine”».
Oggi, c’è bisogno di difendere la nostra agricoltura dai Paesi del nord Europa, cosa chiederà alla Commissione?
«C’è la necessità, molto probabilmente, di implementare nuove regole per tutelare i prodotti enogastronomici, le peculiarità dei nostri terreni, la eccellenze agroalimentari italiane. Dobbiamo difendere la nostra agricoltura e su questo credo che avremo alleata anche la Francia».
Giuseppe Crescenzo
Un vile attacco contro di noi
«Non possiamo pensare che l’intero Agro Nocerino Sarnese venga scippato di un delle sue eccellenze territoriali e per questo ci attiveremo con ogni strumento per evitare questo vile attacco alla nostra cultura, alle nostre tradizioni, alla nostra economia». E’ questo il duro monito che arriva dall’associazione paganese “Progetto Comune”. «L’Unione europea – sottolineano dall’associazione – sta disconoscendo il San Marzanodell’Agro Sarnese Nocerino, aprendo alla possibilità che esso venga coltivato addirittura in Belgio. Il pomodoro San Marzano, coltivato nella vasta area dell’Agro, è una varietà conosciuta in tutto il mondo, e l’Unione europea non lo sta tutelando e non sta tutelando i lavoratori del comparto: il regolamento n. 2081/92, relativo alla protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni di origine dei prodotti agricoli ed alimentari, prevede infatti, sanzioni per quanti utilizzano senza averne diritto segni distintivi di un prodotto nella presentazione e nella commercializzazione. E pensare che a Sarno è attiva la Consulta dell’Agricoltura, con il primario obiettivo di difendere i lavoratori dalle speculazioni agroalimentari. Siamo vicini alla lotta intrapresa dal alcuni amministratori locali, come l’assessore sarnese Dea Squillante, che ha già attivato tavoli tecnici per scongiurare l’ennesimo furto alla nostra collettività”. (g.p.)