di Carmine LANDI
BELLIZZI. Altro che domiciliari: il florido mercato dello spaccio non conosce alcun limite. Lo sanno bene i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Salerno, che ieri mattina hanno tratto nuovamente in arresto Roberto Benicchi, 48enne narcotrafficante bellizzese, sottraendolo al regime di custodia cautelare domiciliare – entro cui l’uomo era detenuto – per condurlo in gattabuia nella casa circondariale di Fuorni.
I militari dell’Arma erano intenti a effettuare dei sopralluoghi sul territorio, mirati a verificare l’osservanza delle prescrizioni di legge da parte di quei cittadini costretti a non abbandonare le proprie abitazioni, quando hanno varcato la soglia di casa Benicchi: l’uomo, di fronte all’inaspettata visita, ha manifestato un’evidente inquietudine, destando così i sospetti degli uomini del maggiore Alessandro De Vico.
Le forze dell’ordine, infatti, hanno preso a perquisire con cura ogni angolo della residenza del pusher, che, nel frattempo, in preda alla più cupa agitazione, intrecciava le dita, sperando che gli agenti non riuscissero a portare alla luce oscuri scheletri nell’armadio.
Le accurate investigazioni dei militari, invece, hanno consentito ai Carabinieri di fare un’amara scoperta: ben 5 involucri termosaldati, contenenti più di 10 grammi di cocaina, un bilancino di precisione, 62 grammi di bicarbonato di sodio, cellophane e bustine di plastica. Tutto il necessario per tagliare e confezionare in dosi la mortifera mercanzia.
Gli uomini di De Vico, a quel punto, hanno portato quanto rinvenuto all’interno del laboratorio, così da effettuare le analisi di rito: il principio attivo era particolarmente elevato, e tanto è bastato per determinare l’ipotesi delittuosa della detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. Lo smercio della cocaina, infatti, avrebbe consentito a Benicchi di racimolare un bel po’ di centinaia di euro: eppure, le azioni delittuose hanno regalato al pusher soltanto un soggiorno all’interno del penitenziario di Salerno.
Il trasferimento di Roberto Benicchi nelle celle di Fuorni, ad ogni modo, rappresenta una tappa importante nella lotta allo spaccio che il Nucleo Investigativo di Salerno sta portando avanti: il bellizzese, infatti, non può di certo essere considerato un mero spacciatore di strada; si tratta, bensì, di una figura di rilievo nell’ambito del businessdella droga nel Salernitano, e in particolare nella zona che va dai Picentini alla Piana del Sele.
L’uomo, che era finito ai domiciliari in seguito all’inchiesta del 2013 della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, aveva creato una fitta rete di contatti con i clan camorristici della zona vesuviana: per lungo tempo, infatti, Benicchi – in compagnia del fidato amico, il battipagliese Luigi Giugliano – ha gestito i traffici di droga tra Bellizzi e Battipaglia, acquistando ingenti quantitativi di sostante stupefacenti da Adriano Manca, importante esponente dell’universo criminale partenopeo, e dai fratelli Gianluca e Luigi Amirante – tutti e tre di Torre Annunziata –.
Benicchi, poi, rivendeva i narcotici come grossista tra i comuni di Bellizzi e Battipaglia, dove con lui facevano affari, naturalmente, i Pecoraro.
Lo spacciatore bellizzese, inoltre, aveva avviato un’intensa collaborazione con il narcotrafficante Pasquale Fiorente, supportandolo in un’iniziativa tesa a far arrivare nel porto di Salerno, direttamente da Santo Domingo, notevoli quantitativi di cocaina e arrivando a trattare in prima persona con i narcos sudamericani dopo l’arresto del suo mentore.