Grande devozione del popolo giovese nella cappelletta che ieri ha avuto il suo coronamento nella tradizionale processione guidata da Don Salvatore Aprile
Di OLGA CHIEFFI
Una lunga notte di canti e veglia ha accompagnato la Santissima Vergine dei Campi verso il suo giorno più solenne, quello della processione. Ieri mattina, intorno alle 10,30 la statua di San Giuseppe prima e quella di Maria addobbate con tutte le delizie che la nostra campagna può offrire sono uscite a spalla dalla accorsata cappelletta di Giovi, nata nel luogo, sul ceppo dell’ apparizione della Madonna ad una pastorella vessata dalla matrigna, nel primo MedioEvo. Da quel lontano ritrovamento i giovesi hanno assunto la Madonna dei Campi quale loro protettrice, festeggiandola solennemente, il lunedì successivo il giorno della Pentecoste. Nel corso dei secoli il suo culto ha travalicato i confini geografici di Giovi, se si tiene conto che per devozione, arrivano numerosissimi pellegrini dalla Piana del Sele, dalla Valle dell’Irno e dalla città di Salerno, per affidare alla Madonna del Campo i desideri e gli affetti del loro cuore e per ringraziarla degli innumerevoli miracoli che le attribuivano. Gli abitanti di Giovi, ancora oggi, destinano il giorno della festa al totale riposo, riversandosi nella bella chiesetta per assistere alla messa, portando ciascuno il suo cero e l’offerta in denaro, ed infine partecipano alla processione del mezzogiorno. Sempre avvolta nel mistero, ma crediamo di tradizione ottocentesca è l’origine della Sacra Rappresentazione della “Caduta del Diavolo”, che si tiene a Giovi Casa Amato nell’ambito dei festeggiamenti in onore della Madonna dei Campi, ovvero della mietitura e delle delizie, che prende il testimone delle dee Hera e Giunone, che venivano omaggiate proprio in questo periodo. La battaglia dell’angelo e del diavolo, che è stato oggetto proprio di un convegno svoltosi nel corso dei festeggiamenti è la rievocazione di un dialogo che si svolge tra l’angelo e il demonio, ove quest’ultimo, dopo un vivace battibecco, finisce distrutto e sconfitto tra le urla di gioia della gente che assiste. Non solo religione e cultura a Giovi, ma anche giochi per bambini, la passeggiata in bicicletta per le lussureggianti colline, il tiro con l’arco, e il tiro con la carabina, dedicato ai cacciatori della zona, il raduno dei trattori, degustazioni di vino dei colli salernitani, di ottima birra artigianale, nonché il ritorno attesissimo tradizionale appuntamento con la Sagra del Catanazzo, ovvero il piatto tipico della cucina povera creato con la trippa, piselli e pomodorini e accompagnato da pane casareccio. Santa Maria dei Campi porta con sé anche tanta musica, a cominciare da una marcia particolare ed un canto che il prestigioso e storico gran concerto Bandistico Città di Salerno, oggi fiore all’occhiello dell’Associazione AISDA, ha intonato all’uscita delle statue dalla cappella. Giro solenne per il paese, con la bella formazione che, eseguendo marce storiche del repertorio marciabile, nonché pagine dedicate per l’occasione, sostenendo perfettamente i portatori nel lungo giro, e serata conclusiva con musica popolare, col gruppo ‘A voce d’ ‘o popolo, venuto a chiudere la settimana di festeggiamenti inaugurata dal concerto del coro della Diocesi e proseguita con il 7mo grado Band e i Quisisona, fino al grandioso spettacolo di Fuochi artificiali allestito dal maestro Celestino De Simone.