EBOLI. Qualità scadente, tariffe alle stelle, addirittura dubbi sul rispetto di parametri e criteri. I sospetti dei Riformisti sul servizio mensa scolastica diventano oggetto di un’interrogazione consiliare. Trattandosi di un servizio delicatissimi, che riguarda bambini e famiglie, l’auspicio è che l’amministrazione comunale risponda rapidamente ed esaurientemente, fugando ogni possibile sospetto. «E’ sempre più scadente e costosa la qualità dei servizi offerti da questa Amministrazione, specie nel settore della Pubblica Istruzione – scrivono Salvatore Marisei, Antonio Petrone e Carmine Campagna nell’introduzione della loro interrogazione consiliare -. Nell’ultimo bilancio sono state aumentate oltre misura tutte le tariffe dei servizi di mensa e asilo, specie per le fasce più deboli, il cui aumento oscilla tra il 50 e il 100 per cento del costo dell’anno precedente. Abbiamo assistito alla vergogna del mancato o ritardato funzionamento dei riscaldamenti nelle scuole materne di Eboli centro e Santa Cecilia, addirittura con ordinanze di chiusura del plesso interessato ed i bambini costretti in spazi angusti, riscaldati con stufe del novecento. Le ultime lamentele, invece, riguardano il servizio di mensa di tutti i plessi scolastici ebolitani, con presunte incongruenze tra ciò che era previsto in sede di gara per la selezione della ditta fornitrice dei pasti e ciò che quotidianamente viene servito ai bambini». Un quadro di certo poco edificante, che si arricchisce di accuse nela parte in cui i Riformisti formulano le loro richieste di “spiegazioni”. «Per il servizio mensa – chiedono Marisei, Petrone e Campagna – è stata mai approvata una delibera di Giunta che specifichi modalità e periodicità dei controlli da svolgere in un settore così delicato? Poi: rispetto al servizio mensa, viene rispettato il capitolato di gara in relazione alla provenienza di pane, verdure e frutta, che deve anch’essa essere locale? Ancora, è garantità la qualità delle carni che deve essere di prima scelta? E ci sono controlli sulla temperatura dei pasti caldi e la grammatura delle porzioni?». Poi una vera curiosità, che riguarda il pane: E’ vero che il pane che arriva sul tavoli delle mense proviene da un panificio del napoletano? Ed eventualmente, da quando?» Per i Riformisti, ci sarebbe qualche “dubbio” anche sugli addetti: «Il numero di unità di personale presente all’ora di pranzo rispetta il criterio di un addetto ogni 25 bambini? Infine, come è stato selezionato il personale adibito alla mensa?».
Eugenio Verdini