di Andrea Pellegrino
Dal cantiere di Porta Ovest parlano di un fulmine a ciel sereno ma probabilmente c’era da aspettarselo. Un cedimento, secondo le prime dichiarazioni degli inquirenti, all’interno delle maxi gallerie, è stato appurato lo scorso dicembre con la situazione che pare si sia via via andata aggravando, al punto che la Procura di Salerno è stata costretta ad emettere un provvedimento d’urgenza di sequestro completo dell’opera, appaltata dall’autorità portuale di Salerno e realizzata dalla Tecnis. Al vaglio ci sarebbero oltre che alcuni cedimenti strutturali anche l’utilizzo di materiali non conformi a quelli previsti dal capitolato d’appalto, ed in particolare riguardo al calcestruzzo, la cui miscela sarebbe diversa da quella prevista dal progetto. Così ieri mattina la zona di via Ligea e quella della cava del Cernicchiara sono state “visitate” dagli uomini della Dia, diretti dal responsabile della direzione investigativa antimafia Galante e dagli agenti della scientifica che hanno repertato i materiali utilizzati per la realizzazione delle gallerie in roccia che collegano il porto commerciale con lo svincolo autostradale della Salerno – Napoli. I sigilli così sono stati apposti a tutti gli accessi del cantiere che, dopo i controlli, è stato svuotato di uomini e mezzi, compresi quelli della ditta sub appaltatrice Marinelli (che non è però coinvolta nell’inchiesta). Chiusi anche gli alloggi degli operai che hanno dovuto, a quanto pare, fare i bagagli e lasciare la zona: si tratta di 80 dipendenti di cui molti provenienti da fuori regione, stabilmente in dimora presso il cantiere, fino alla conclusione dell’opera. Operazioni della Dia che si sono concluse solo in tarda mattinata, sotto anche l’attento occhio del pubblico ministero Rocco Alfano, uno dei sostituti procuratori che segue l’inchiesta (l’altro è Vincenzo Senatore) presente sul posto. Il pm Alfano, tra l’altro è il titolare dell’inchiesta, oggi a processo, sul Crescent di Salerno. Ora toccherà attendere l’accertamento tecnico della Procura di Salerno (che si terrà il 15 giugno) per valutare gli sviluppi dell’inchiesta che ha iscritto sul registro degli indagati sei persone. Quasi un anno fa parte del cantiere fu sottoposta a sequestro da parte del Noe di Salerno. A finire sotto la lente d’ingrandimento del pubblico ministero Erminio Rinaldi furono gli impianti per la produzione di calcestruzzo e la frantumazione dei materiali inerti. Impianti poi dissequestrati dal tribunale del Riesame dopo il nuovo iter autorizzativo per le emissioni delle polveri in atmosfera. A novembre, invece, il cantiere vide la visita degli uomini del nucleo tributario della Guardia di Finanza: ieri, invece, il sequestro completo.Dall’inchiesta e dalle carte potrebbero emergere nuovi elementi. Si dice che ci sia stato, infatti, un parere negativo da parte dell’Anas in merito alla realizzazione dell’opera, motivato dalla presunta impossibilità di coesistenza con la già presente galleria di Canalone.