di Andrea Pellegrino
La mezza difesa di Renzi a De Luca proprio non è piaciuta. La mezza presa distanza del premier dalle parole del governatore della Campania non ha convinto quella parte del Pd nazionale pronta a prendere posizioni forti contro l’escalation di dichiarazioni dell’ex sindaco di Salerno. Prima la Bindi, poi l’intervento davanti a 300 sindaci campani incitando loro a far di tutto per convincere l’elettorato a votare Sì. A Roma si muovono, consapevoli che a Salerno ed anche a Napoli nulla si fa all’interno del Pd. Così Lucrezia Ricchiuti, senatrice del Pd e componente della Commissione di garanzia nazionale al fattoquotidiano.it annuncia: «Quello che è certo è che una vergogna. Se poi ricorrano anche gli estremi per aprire una procedura, è presto per dirlo. Ma io già nelle prossime ore mi attiverò in tal senso». «Prima le parole contro Rosy Bindi – dice la senatrice Ricchiuti, che fa parte anche della commissione Antimafia – Poi, soprattutto, le dichiarazioni nel corso della riunione a porte chiuse coi 300 sindaci campani. Entrambi i fatti sono gravissimi, deplorevoli. Non solo un danno d’immagine per il nostro partito, ma una vera vergogna», incalza la Ricchiuti pronta a sottoporre il caso al presidente Gianni Dal Moro. «Di solito – spiega la senatrice – la Commissione è un organo di ultima istanza, che si pronuncia solo in seguito a ricorsi avanzati dalle commissioni provinciali e regionali. Ma è già successo – spiega la senatrice – che in passato ci attivassimo da soli. E questa mi sembra una situazione che richiede un nostro intervento». A Salerno così come in altre occasioni non si farà nulla. A confermarlo è il presidente della commissione di garanzia del Pd Tonino Pagano che spiega semplicemente : «Le parole di De Luca sono state fraintese». Ma il caso De Luca rischia di creare non pochi problemi all’interno dei democrat nazionali. Le parole di Renzi (“Enzo De Luca ha un metodo che come noto non è il mio. Su Bindi sono stato tra i più duri a dire che aveva profondamente sbagliato e lui ha chiesto scusa. De Luca, che ha un metodo che non è mio, da sindaco di Salerno è stato uno degli amministratori che ha fatto meglio, un esempio di buona amministrazione”) non hanno gettato acqua sul fuoco. Anzi, la polemica si è riaccesa. I Cinque Stelle napoletani annunciano una mozione di sfiducia: «Stiamo ricevendo centinaia di messaggi da cittadini indignati che chiedono reazioni forti. De Luca è reo confesso di clientelismo, non ci sono più le condizioni minime perché possa gestire il denaro pubblico e le nomine per incarichi pubblici, non può più fare il presidente di questa Regione». «Come M5S da soli abbiamo chiesto dimissioni immediate – sottolinea Valeria Ciarambino, capogruppo regionale del M5S – stiamo ancora aspettando che il centrodestra presenti la mozione di sfiducia annunciata senza troppa convinzione da Caldoro tre giorni fa. Caldoro – chiede Ciarambino – dov’è la mozione di sfiducia? C’è forse qualche ragione per cui il centrodestra non può presentare una mozione di sfiducia sui metodi clientelari di De Luca? Se non hanno problemi la presentino oggi stesso e noi la voteremo in aula. La nostra mozione di sfiducia – conclude – è già pronta e siamo pronti a presentarla subito». Maurizio Gasparri chiede l’intervento dell’autorità giudiziaria: «La Procura di Salerno ha letto le parole o visto i video carichi di protervia e minacce del presidente della Campania, De Luca, relativi al suo incontro con 300 amministratori pubblici? Ci sono affermazioni che giustificherebbero un’azione d’ufficio. O forse la Procura considera De Luca sopra la legge? E il notissimo magistrato Nello Rossi, oggi uomo di punta della Cassazione, pur non avendo competenze dirette, non ha nulla da dire? Lo evoco perché ho letto, ma non so se sia vero, che da giovane fu compagno di lotte politiche di De Luca. Ha qualcosa da dire visto che tanti magistrati oggi parlano di tutti e su tutto? Rossi, scena muta su De Luca?». Ancora Carlo Giovanardi: «Ho chiesto al presidente Rosi Bindi di acquisire l’intervento del presidente Vincenzo De Luca rivolto a circa 300 amministratori pubblici della Campania e riunire al più presto l’ufficio di Presidenza della Commissione per la valutazione delle sue indicazioni, tali da inquinare, se sviluppate, l’intero risultato referendario. Nella lettera alla presidente Bindi ho messo in rilievo come nel suo discorso il Presidente De Luca si sia innanzitutto vantato del ‘fiume di soldi’ che stanno arrivando in Campania grazie al Governo Renzi».