di Erika Noschese
Giochi in spiaggia grazie al ripascimento del litorale cittadino. A rilanciare la proposta Roberto Manzo, presidente dell’Arechi Rugby intervenuto ieri in occasione di Cronache Live, il format di approfondimento targato Le Cronache e in onda ogni mercoledì alle 19.30. In questa puntata, riflettori accessi sulla carenza di impianti sportivi in città. “Questo è un momento fondamentale per la città di Salerno e sulla base di questi sport non minori ma migliori si possono attivare una serie di discorsi relativi al Rugby o ad altri sport”, ha dichiarato Antonio Sanges, vice presidente Club Scherma Salerno che ha evidenziato come, causa lockdown, il 56% delle attività sportive ha interrotto il proprio percorso; l’8% probabilmente non riprenderà la sua attività sportiva e abbiamo una dispersione di circa 70mila giocatori di calcio per quanto riguarda le strutture eccellenze e promozione – ha dichiarato Sanges – L’impiantistica sportiva deve essere il progetto basilare per ripartire”. La complessità riguarda proprio il progetto nazionale che il presidente Draghi ha fatto sull’impiantistica sportiva con fondi importanti per i lavori di adeguamento o la realizzazione ex novo. “La carenza degli impianti sportivi è un problema atavico per la città di Salerno, anche se l’amministrazione ha cercato di fare qualcosa ma ci sono stati degli intoppi nel percorso come accaduto per la realizzazione del Palazzetto, bloccato dal 2005 per il fallimento della ditta esecutrice dei lavori”, ha dichiarato Manzo, presidente dell’Arechi Ruby, tra le società dilettantistiche costrette a girovagare per la provincia di Salerno, alla ricerca di impianti sportivi. “Abbiamo dovuto giocare la serie B nel campo sportivo di Casignano, nel comune di Pellezzano – ha ricordato il presidente Manzo – Per fortuna, la sensibilità dell’amministrazione comunale di Salerno ha consentito di utilizzare lo stadio Vestuti, poco utilizzato negli ultimi anni e per fortuna il Comune ci ha consentito di installare i pali da rugby e in questo momento abbiamo un campo sportivo idoneo al rugby proprio nel centro cittadino”. Per quanto riguarda l’atletica leggera, il problema più grosso riguarda le condizioni della pista, come ha ricordato Giovanni Ferrigno, direttore tecnico della Vis Nova. “Ci sono stati tre olimpionici che hanno rappresentato Salerno alle olimpiadi ma sono due anni che si dovrebbe ristrutturare la pista; lavori che dovrebbero partire a giugno e che darebbero una grande occasione ai giovani atleti negli allenamenti”, ha detto Ferrigno, ricordando che la città di Salerno ha dovuto rinunciare ad una importante competizione sportiva, negli anni scorsi, costretti a trasferirsi nell’avellinese. Altra difficoltà riguarda gli eventi: “lo stadio Vestuti non ha un posto di riscaldamento, ovvero gli atleti sono costretti a riscaldarsi in piazza Casalbore ma magari si potrebbero utilizzare i distinti come area di riscaldamento”, ha aggiunto il direttore tecnico della società Vis Nova. Sport, questi, che potrebbero rilanciare l’economia salernitana. La necessità ora, ribadisce Sanges, è recuperare quegli sportivi che con la pandemia e il primo lockdown hanno lasciato lo sport: “E’ fondamentale perché con la Salernitana in serie A si potrà aumentare il Pil dell’oltre 2% e se abbiamo un elemento a sistema per quanto riguarda un centro sportivo come il Vestuti, è importante il discorso relativo al Palazzetto dello Sport ma ci sono sport che rimarrebbero fuori”, ha dichiarato il vice presidente del club Scherma Salerno che punta sul rilancio del marketing sportivo. Proprio nell’ottica del marketing, dal club Scherma la proposta di candidare Salerno a città dello sport che avrebbero permesso alla città capoluogo di ospitare una serie di eventi sportivi, attraverso la realizzazione di una società in house per il mantenimento degli impianti sportivi. La pandemia ha inevitabilmente provocato danni anche alle società sportive, impossibilitate ad utilizzare la visibilità dell’evento o della partita per attrarre sport, come ha fatto presente il presidente Manzo che mira a cooperare per realizzare eventi attrattivi proprio per il rilancio, attraverso lo sport. “Da un punto di vista logistico, noi abbiamo avuto il vantaggio – nei periodi in cui non eravamo zona rossa – di fare un tipo di allenamento individuale, con un protocollo molto rigido ma che ci ha permesso di non scomparire dai campi, pur dovendo fare i conti con i timori dei genitori”, ha detto Roberto Manzo. Da qui l’appello al Comune di Salerno per aiutare le società nelle spese degli impianti sportivi, non solo a livello gestionale. “Il Palazzetto dello Sport serve per i grandi eventi, mi spiace perché nel primo progetto c’era una pista indoor che avrebbero permesso alla città di Salerno si vivere di turismo sportivo”, ha detto Ferrigno che rilancia proprio l’utilità di una pista simile mentre per Sanges il Palazzetto dello Sport non sembra essere così indispensabile proprio perché non permette a tutti gli sport di poterne usufruire. “Dobbiamo recuperare una generazione di sportivi e valorizzare ogni singola squadra, indipendentemente dalla categoria di appartenenza”, ha aggiunto il vice presidente del club Scherma.