di Monica De Santis
“Cercasi città, grande o piccola, disponibile a diventare, ospitando un progetto di Casa della poesia (organizzazione culturale riconosciuta a livello internazionale che opera da più di 25 anni nel campo della promozione e diffusione della poesia), “la città della poesia e dei poeti”, luogo di accoglienza, di rifugio, di scrittura e di progettazione del futuro”. Inizia così, un post pubblicato ieri mattina su Facebook da Sergio Iaculli, fondatore e direttore di “Casa della poesia” una struttura indipendente e libera che promuove e diffonde attraverso vari strumenti la poesia internazionale. Struttura nata a Salerno e che per svariati motivi negli anni, ha deciso di trasferirsi in quel di Baronissi, nell’area universitaria salernitana, dotata anche di una casa-alloggio per poeti. Una scelta quella di trasferirsi a Baronissi, dettata, come abbiamo detto, da alcune problematiche con l’amministrazione comunale nel 2006. Da allora di tempo ne è passato eppure “Casa della poesia” cerca ancora una città disposta ad ospitare il suo progetto… “Una città che attraverso la poesia favorisca l’incontro di culture, di idee, di religioni. – scrive ancora Iagulli , sulla sua pagina social – Un luogo che dia cittadinanza a poeti provenienti da tutto il mondo. Una città dove i libri siano il vero patrimonio della collettività e la loro condivisione un valore imprescindibile. Una città dove i giovani (e anche i meno giovani) trovino sempre nella poesia, nei libri, nei film, nella musica, nell’arte, asilo e accoglienza incontrando poeti, scrittori, registi, musicisti, artisti. Una città dove sentirsi protagonisti insieme ad altri di un incontro con il mondo, con le idee, con i dolori e con le gioie, dove la circolazione delle idee e dei saperi sia la base del vivere comune. Cercasi una città della poesia e dei poeti”.. Un appello questo, che arriva, proprio quando a Salerno il dibattito culturale si è aperto e da più fronti si sta facendo notare all’Amministrazione Comunale mancanze e pecche… “Purtroppo anche noi, non abbiamo trovato nessuna collocazione nella città di Salerno. O meglio prima c’era stata data e poi tolta – racconta Iagulli – E’ chiaro che a Salerno esistano delle organizzazioni che hanno un legame forte, stretto, sia da un punto di vista politico, che da un punto di vista più generale che hanno dei benefici rispetto ad altri. Stiamo parlando dei soliti che hanno accesso ai fondi pubblici. La verità è che il vero problema non è la concessione degli spazi, che è un discorso che già si faceva negli anni 70. Credo che adesso la situazione sia un po’ più complessa, perchè ci sono questi grandi progetti che rientrano all’interno dei fondi europei, poi c’è la Regione che ha un ruolo fondamentale anche attraverso la Scabec. Un discorso molto complesso da fare, perché il vero problema è la distribuzione delle risorse economiche. Oggi a Salerno c’è una forte necessità, capire che cosa è cultura e che cosa è intrattenimento. Che cosa è giusto che un Ente pubblico contribuisca a far funzionare e cosa dovrebbe essere lasciato totalmente in mano ai privati che fanno parte del mondo dello spettacolo, del teatro e così via”. Per Iagulli, dunque, l’attenzione non va puntata solo sulla gestione degli spazi pubblici, quanto sulla programmazione e la ridistribuzione dei fondi “A Salerno si era pure provato ad utilizzare alcuni spazi e a trasformarli in luoghi di promozione e produzione culturale, ma poi si è scelta la linea degli spazi come luoghi da concedere per gli eventi e non come luogo e come contenitore per le intelligenze migliori, le produzioni migliori della città, perchè poi non è vero che tutti quanti facciamo lo stesso lavoro e che tutti quanti abbiamo “gli stessi diritti”. Casa della Poesia sono 25 anni che fa produzione e promozione culturale, lavora in tutt’Italia e Europa, ha un bagaglio di distribuzione dei progetti a livello europeo eppure nella città di Salerno facciamo molto poco perchè non ci permettono di fare di più”. Iagulli parla anche della mancanza di collaborazione tra le varie organizzazioni… “Da quando esiste il festival Salerno Letteratura, ad esempio, noi di Casa della Poesia non siamo mai stati invitati a fare la benchè minima proposta poetica, questo già la dice lunga”. Tornando all’appello lanciato attraverso Facebook, Iagulli spiega che è stata sia una provocazione e… “Chi può dirlo, magari qualche amministrazione comunale di qualche città grande o piccola che sia potrebbe essere davvero interessata. Devo dire che fino a qualche anno fa le proposte ci arrivavano da luoghi molto lontani, ma all’epoca era difficile immaginare di poterci trasferire. Ora, che siamo andati in pensione, delle ipotesi che allora sembravano poco realizzabili, potrebbero diventare possibili. Ovviamente ci auguriamo di ricevere qualche risposta da un comune della provincia di Salerno, perché siamo convinti che Casa della Poesia possa essere una risorsa straordinaria per il territorio, se ci lasciassero fare un progetto come noi siamo in grado di farlo. Perchè ha poco senso che noi firmiamo un protocollo d’intesa con il polo museale della Lombardia, per la valorizzazione delle aree archeologiche minori, utilizzando incontri e festival di poesia in questi luoghi, mentre qui a Salerno, non ci viene mai chiesto nulla e non ci si da la possibilità di proporre nulla”. Il problema di fondo secondo Iagulli è che c’è una paura delle competenze… “Sono abbastanza convinto che chi dovrebbe gestire queste cose deve essere una persona di cultura. Ed invece si scelgono persone che non sono mai andate a vedere una grande rassegna in un’altra grande città. Non hanno mai visto un vero museo, non sanno cosa sia il Teatro con la T maiuscola e non questo strano giro regionale che noi facciamo degli stessi spettacoli e stesse persone. Qui sembra davvero una cosa familiare. Eppure Salerno era una città che aveva una tradizione sulla sperimentazione teatrale straordinaria, ed invece anche quella è stata completamente distrutta. Nessun amministratore va alla ricerca di qualcosa di nuovo, si punta sembre a proporre al pubblico ciò che fanno anche gli altri. Per questo è difficile andare avanti a Salerno”.