di Monica De Santis
“Ancora una volta da Giffoni partirà con un messaggio di speranza: il 21 luglio, infatti, ci sarà la consegna dei passeggini alle coppie che hanno aderito all’iniziativa Bonus Bebè, fortemente voluta da Gubitosi per dare un segnale a quanti, nel corso di quest’anno, sono diventati genitori. E ancora tutte le coppie che hanno in programma di sposarsi durante il periodo del festival potranno scattarne un ricordo sul blu carpet”.
Ad annunciarlo con grande emozione il patron, ideatore e direttore artistico Claudio Gubitosi, che vuole così lanciare “un inno all’amore”. Al termine della presentazione di ieri mattina Gubitosi, ha commentato l’edizione numero 51 che sta per iniziare con il ritorno in presenza dei suoi giovani giurati.
“Il senso della nostra presenza a Bergamo è anche un’immagine che si può definire un viaggio. Quello che tutti noi dobbiamo fare nel momento in cui c’è quella che tutti definiscono ripartenza. Giffoni a Bergamo, vuole dire questo, nella città simbolo dell’Italia, dove abbiamo dovuto tutti insieme in modo collettivo, registrare tormenti, disagi, paure, ci siamo spostati qui per dare questo senso di partecipazione unitaria. Tutta la ripartenza deve essere fatta insieme e Giffoni che sa benissimo da 50 anni chi sono i suoi compagni di viaggio, ovvero i ragazzi e le ragazze, mette al centro ancora una volta e ancora di più loro. E averne oggi 3000 in presenza è un segnale forte per la cultura che può e deve andare avanti”.
Un programma ricco, con tantissime anteprime e tantissimi ospiti, ma cosa piace di più a Claudio Gubitosi?
“Se si chiede ad un padre quale figlio ama di più la risposta è nota. Ed è la stessa per il programma di quest’anno. Ogni pezzo del programma che è complicato e complesso, perchè Giffoni non è un programma è un progetto complesso, sono un pezzo di me”.
Quale sarà il centro di quest’edizione del festival?
“Il centro di quest’edizione sarà un insieme di valori. Dobbiamo ripartire da noi stessi, dobbiamo dimenticare tutto quello che c’è stato fino a ieri, si chiama passato, oggi il viaggio inizia guardando avanti. E il viaggio di questi giovani e anche il nostro deve essere rinnovato da una serie di valori che sono la voglia di scoprire, la voglia di dimenticare, la voglia di rimettere in moto le energie, la voglia di desiderare, e questo è Giffoni 2021”.
Le tre parole chiave di quest’edizione saranno serenità, rinascita e ascolto?
“Si, ma anche valori e un altro concetto che si chiama noi, che significa che dobbiamo, quando diciamo ripartiamo, si ma con chi? dobbiamo ripartire tutti insieme, ognugno deve fare la sua parte”.
Cinquantuno anni di festival la fanno sentire vecchio, grande o giovane?
“Vecchio no, ma nonno si, perchè da 9 mesi mio figlio Jacopo mi ha fatto questo grandissimo regalo, di farmi appunto diventare nonno. 51 anni sono messo secolo e più di storia e se Dio vuole ad ottobre festeggerò anche il mio 70esimo compleanno e questo mi fa riflettere su tutto quello che ho fatto. Ed oggi posso dire che non ho mai spesso di amare quello che faccio, non ho mai smesso di immaginare che ci siano delle frontiere, anche creative, da superare ancora. Ho fatto tanto, Giffoni è cresciuto sia come festival che come città, e ho ancora voglia di fare tanto. Devo completare il museo della storia di Giffoni, la costruzione di una nuova sala da 500 posti, dell’arena da 4500 posti all’aperto, è pronto il progetto che riguardano gli studios a Giffoni ed un campus che possa contenere l’energia di oltre 300 giovani che verranno da noi per l’alta formazione. Con questo voglio dire che c’è gente che ha vissuto una vita intera che ha fatto tanto e non gli è rimasto nulla, mentre io, nonostante i tanti problemi che ho avuto nella mia vita, ho passato una bella stagione, una prima stagione ed ora mi preparo per affrontarne un’altra ancora più ricca”.