di Michelangelo Russo
La notizia della possibile chiusura del Museo dello Sbarco non deve stupire. La politica culturale dell’Amministrazione del capoluogo è da decenni priva, purtroppo, di orizzonti di lunga durata quanto a istituzioni museali che siano di rilievo e di spessore oltre il confine con il fiume Picentino a sud e a nord oltre l’inizio di Vietri sul Mare. C’è una incapacità di progettazione e di realizzazione effettiva delle idee di valorizzazione culturale del territorio che lascia del tutto basiti. Del resto, è anche logico; quando si dà per scontato che solo un vertice politico assoluto debba decidere anche le zebre per terra, è ovvio che non c’è spazio di manovra per nessuno. E colpevole è chi si mette al servizio di una concezione putiniana di amministrazione della cosa pubblica. Prendiamo il caso della Fondazione Menna: esplosa sui giornali nel 2018 come annuncio di irreversibile trionfo della luce della cultura sul buio medioevale dell’ignoranza dei salernitani, la Fondazione, dopo l’abbandono del suo ex Presidente per il più impegnativo ruolo di Assessore alla Sicurezza (a questo proposito gli suggeriamo di pensare come risorsa di sicurezza alla galleria incompiuta del Porto fino all’autostrada come possibile adattamento a rifugio antiaereo, o, Dio non voglia, rifugio antiatomico), sembra patire lo stesso destino di declino del Museo dello Sbarco. A differenza però di quest’ultimo, che non ha più un quattrino per pagare l’affitto alla Regione, la Fondazione sta nel palazzetto della Villa Comunale del tutto gratis, perché la sede è del Comune. Mi sento quindi di sottoscrivere l’appello in favore del Museo dello Sbarco invocando il buon cuore del Sindaco e dell’Assessore alla Trasparenza e alla Sicurezza per allocare nella sede, praticamente sottoutilizzata al momento, della Fondazione Menna tutti i preziosi reperti dello storico sbarco. Ci vanno tutti, o quasi, statene certi. E per di più, la sede della Fondazione è contigua ai tantissimi turisti che sbarcheranno dai transatlantici in migliaia tra poco, Putin permettendo, per ammirare le bellezze di Salerno e la sua gloria. Non sto affatto scherzando, credetemi, su questo punto. Il Museo dello Sbarco posto all’ingresso del Porto in una sede degna (magari pittiamo un po’ almeno l’esterno) è un ottimo biglietto d’ingresso in città per i crocieristi, anziché il deposito di molti libri vecchi, per rarissimi lettori occasionali, qual’è attualmente la sede della Fondazione. Che può trovare immediato trasferimento a basso costo in uno dei tanti locali, forse meno prestigiosi, ma non meno funzionali, che la Giunta può subito trovare.Questo è tempo di sacrifici e di scelte altruiste. Sono sicuro (e certo lo spero) che, se non il Sindaco, certamente l’ex Presidente della Fondazione Menna sarà entusiasta dell’idea prospettata, e si prodigherà, lui che nel 2018 si spese, sotto il flash dei cronisti, a ramazzare per terra nella Fondazione per pulire polvere e detriti e dare lustro ai locali abbandonati. Insomma, se ci stringiamo per accogliere con opera di misericordia i rifugiati dell’Ucraina, ben può la Giunta, in un impeto di altruismo dare asilo umanitario al Museo dello Sbarco, che è una realtà visibile e un richiamo storico indubbio, nel palazzetto della Fondazione. Che può trovare posto, coraggio e fantasia, avanti, anche nelle aule del Magistero di Piazza Malta, abbandonate, o in procinto di esser tali, del vecchio Tribunale. In termini di capacità di immaginazione, l’Amministrazione cittadina, dopo la rutilante inaugurazione del Crescent, soffre adesso di atrofia progettuale, come si diceva all’inizio. Realtà ben più piccole, territorialmente, la scavalcano pur con sacrifici. Ho parlato l’altro giorno con l’Assessore alla Cultura di Vietri, che è una giovane e simpatica signora piena di entusiasmo. Mi ha detto che il Comune di Vietri ha acquistato nelle settimane scorse la torre saracena che sta nella Piazza di Marina di Vietri. Per farne un Museo dell’Arte e della Storia di un piccolo paese che diede lustro e fama nel mondo ad opere d’arte contese dai collezionisti di mezzo mondo. Così si fa cultura e turismo!