di Arturo Calabrese
È duello a distanza tra Stefano Pisani, sindaco di Pollica, e Dario Vassallo, fratello di Angelo e presidente della fondazione intitolata al sindaco pescatore. Il primo si è reso protagonista di alcune dichiarazioni che a detta del secondo sarebbero molto gravi.
«Il fantomatico presidente della personale Fondazione Angelo Vassallo anziché preoccuparsi e chiedersi come mai le sue teorie sull’omicidio di Angelo non abbiano trovato fondamento giudiziario, continua a sprecare l’attenzione dei media per offendere gli amici di Angelo e la sua comunità». Parole che hanno infiammato il dibattito e reso il rapporto tra l’amministrazione del centro costiero e la Fondazione Angelo Vassallo Sindaco Pescatore ancor più teso. Come sempre, Dario vassallo non le manda certo a dire e attacca l’amministratore.
«Ancora una volta – dice – Pisani dimostra di non comprendere il significato delle parole che escono dalla sua bocca. Egli confonde le mie ipotesi investigative con semplici speculazioni, quando invece si tratta di piste concrete su cui sta lavorando la magistratura. C’è una differenza abissale tra le mie riflessioni e l’iscrizione di nove persone nel registro degli indagati, tre dei quali suoi amici». Insomma, quella che dovrebbe essere una figura capace di unire, nel suo tragico ricordo, diventa terreno di scontro, anche alla luce della rimozione della Grande Onda sul porto di Acciaroli. «Vorrei ricordare a Pisani che chi è veramente amico di Angelo non si troverebbe nel registro degli indagati, una lista che definisco senza esitazione ‘il registro della vergogna’. Chi ha condiviso davvero la vita, i valori e le battaglie di Angelo non ha nulla da temere dalla giustizia.
Pisani farebbe bene a riflettere su cosa significhi davvero essere ‘amico’ di Angelo – continua Il presidente Vassallo – Gli antichi greci dicevano che, per consolidare una vera amicizia, si doveva consumare almeno un chilogrammo di sale insieme a quella persona. A me non risulta che questi ‘amici’ di Pisani abbiano mai varcato la soglia della casa di mio padre, né quella di Angelo. Forse, in tempi moderni, l’amicizia si misura in modo diverso, magari consumando bottiglie di champagne in riva al mare, sotto la torre. Ma questa non è l’amicizia che definisce Angelo Vassallo».
Al termine dell’intervento, c’è poi spazio per l’affondo. «in qualità di sindaco di Pollica, rappresenta lo Stato. Lo stesso Stato per cui Angelo è stato ucciso. Come può, allora, permettersi di deridere pubblicamente la Procura Antimafia di Salerno, screditando un’altra istituzione con arroganza e sfrontatezza? Chi si crede di essere? Qual è la sua legittimazione per pronunciare tali parole?
Nel 2015, durante una seduta del consiglio comunale di Pollica, Pisani ebbe il coraggio di affermare che ‘Angelo Vassallo non fu ucciso dalla camorra’. Una dichiarazione assurda e gravissima, soprattutto considerando che viene da un sindaco che dovrebbe conoscere le realtà criminali che hanno colpito il nostro territorio. Mi chiedo – conclude – può ancora Stefano Pisani ricoprire la carica di sindaco di Pollica?».