di Erika Noschese
Istituire un tavolo di confronto con le forze del campo progressista a partire dai 5 Stelle per costruire da un lato una opposizione comune, dall’altro un’alleanza pronta a mettere in campo una proposta progressista, ambientalista per il governo del Paese a partire dai prossimi appuntamenti elettorali. A lanciare la proposta Tonino Scala, coordinatore regionale Sinistra Italiana Campania che – all’indomani dell’esito delle elezioni Politiche – senza mezzi termini, ammette la sconfitta elettorale e, indirettamente, punta il dito contro il Pd che si è opposto all’alleanza con il Movimento 5 Stelle grazie ai quali, conti alla mano, avrebbero raggiunto la vittoria e governare il Paese. “Abbiamo perso. Abbiamo perso in Italia, in Campania, a Castellammare nella mia città. Abbiamo perso tutti, nessuno escluso, anche chi pensa, giustamente, solo al buon risultato della propria lista. Abbiamo perso ed è da qui che bisogna partire, dall’ammettere la sconfitta, dal fare autocritica. Quando si perde, se si ha voglia di non commettere gli stessi errori, bisogna avere la lucidità di comprendere cos’è accaduto e non scaricare proprie colpe su altri – ha dichiarato Scala – Si è giocato al “perdino”. Diciamolo senza tentennamenti. Si è messo in discussione un percorso di fatica lungo anni per la costruzione di un campo largo non ho ben capito per quale ragione. Facendo diventare i candidati all’uninominale, almeno al Sud, carne da macello. Anche a destra c’erano posizioni diverse sul governo, ma hanno avuto la capacità di fare sintesi sul programma e perseguire un obiettivo: battere noi progressisti per governare a suon di Flat tax, blocchi navali, autonomia differenziata e presidenzialismo”. Per il coordinatore regionale di Sinistra Italiana, infatti, “bisognava avere il coraggio del dialogo. Bisognava dialogare con i cinque stelle. Bisognava esportare il modello Napoli sul piano nazionale. Inutile dirlo ora lo so. Inutile ribadire anche che c’è stato chi fino alla fine ha provato a far desistere un gruppo dirigente che ha deciso scientemente di andare a sbattere contro un iceberg. I soliti tentativi volgari, cafoni di qualche cacicco locale che si erge a grande leader, pronto a scaricare su altri sua sconfitta, lasciano il tempo che trovano. Mi vergogno anche a commentare qualche sua dichiarazione. Non è con il potere che si ferma il vento, serve una nuova e rinnovata connessione sentimentale con in popolo, servono idee, programmi in grado di contrastarlo quel vento. La sconfitta è stata pesante e non si risolve con la solita guerra congressuale: bisogna avere il coraggio di rifondare un campo. Serve fatica, impegno e generosità. Bisogna riflettere, insieme, sugli errori compiuti. Bisogna comprendere il grido d’allarme che hanno lanciato i poveri, il Sud. Oggi più che mai serve, oserei dire che è necessaria, una discontinuità radicale. Non basta un aggiustamento.Non si risolve una sconfitta epocale che ha portato la destra al governo, con il solo cambio di segretario. Sarebbe puerile oltreché sbagliata, una cosa già vista che non ha prodotto grossi risultati. Talvolta le sconfitte oltre ad indurci ad ascoltare le ragioni di chi ha deciso di votare altrove, possono diventare un momento per osare la speranza, per costruire un cambiamento necessario”. E ancora: “Facciamo diventare la sconfitta una opportunità. Costruiamo da subito un tavolo di confronto con le forze del campo progressista a partire dai 5 Stelle per costruire da un lato una opposizione comune, dall’altro un’alleanza pronta a mettere in campo una proposta progressista, ambientalista per il governo del Paese a partire dai prossimi appuntamenti elettorali. È il tempo della fatica”, ha aggiunto Scala.