Di Adriano Falanga
Le tariffe commerciali della Tari 2016 contrariamente a quelle domestiche registrano invece una situazione di stabilità, con punte al sensibile ribasso per le tipologie commerciali più diffuse. Dal prospetto allegato alla proposta di deliberazione al voto dell’Assise consiliare venerdì sera, emergono coefficienti anche stavolta in rialzo per la quota fissa, mentre cala quella variabile. Prendiamo in esame le tipologie più diffuse. A Scafati esistono 720 negozi di abbigliamento e altri beni durevoli, una media di superficie per loro di 71 mq. Nel 2015 queste attività hanno pagato (al netto dell’imposta provinciale) 628 euro, con le nuove tariffe pagheranno invece 607 euro. Gli 810 uffici e studi professionali hanno una superficie media di 64 mq, pagheranno quest’anno 579 euro, a fronte dei 557 del 2015. Sostanzialmente stabile le quote per le attività industriali mentre va meglio ai 77 ristorante e pizzerie: una media di 102 mq e 1.798 euro di Tari 2016, a fronte dei 1.862 dell’anno passato. Bene anche i 186 supermercati: una superficie media di 93 mq, per loro previsti 2.251 euro a fronte dei 2.332 del 2015. I 129 bar e pasticcerie presenti in città pagheranno lo stesso importo, non avendo subito quest’anno nessuna variazione. Importi invariati anche per gli ortofrutta, pescherie e ipermercati. Restano comunque somme molto elevate, da pagare in appena quattro rate. Non sono ottimisti gli iscritti della Consulta del Commercio: “in pochi tutelano i commercianti che nel corso degli ultimi tre anni 2013/2016 hanno subito rincari della tassa sui rifiuti che sfiorano in media il 38% (anche includendo la risibile riduzione del 4% circa di quest’anno) a fronte di un’inflazione che nello stesso periodo è stata inferiore all’1%”.