Di Adriano Falanga
Si dimette il cda di Scafati Solidale, hanno protocollato le loro dimissioni il vice presidente Raffaele Di Rosa e il componente Luca Celiberti. Svelato parzialmente il mistero sulla relazione degli ispettori del Mef, stasera in consiglio comunale partirà un nuovo “giallo”. Sarà ritirato infatti, per la terza volta consecutiva, l’ordine del giorno relativo alla modifica dello Statuto della Scafati Solidale. Sarà ritirato ufficialmente per ulteriori approfondimenti, in realtà il ritiro è dettato dal vano tentativo di correggere delle errate procedure che l’Istituzione si porta indietro fin dalla sua costituzione. In commissione sarebbero infatti emerse diverse irregolarità che allo stato di fatto renderebbero addirittura illegittimo lo stesso consiglio d’amministrazione. L’istituzione, dopo la sua nascita, non è mai formalmente decollata, restando di fatto un semplice settore facente capo al dirigente. Ostacoli di natura burocratica, su cui bisognerà necessariamente fare luce, rischiano di invalidare ogni atto che i diversi cda hanno prodotto nel tempo. Scafati Solidale sarebbe stata gestita come istituzione, con uno statuto che però la rende più simile ad una partecipata, di fatto però, resta semplicemente un settore organizzativo. Fino al gennaio scorso l’ente era gestito dal settore Politiche Sociali, poi, con le dimissioni del dirigente Vittorio Minneci, il sindaco ha creato un’apposita posizione organizzativa individuando in Gaetano De Lorenzi il responsabile. Di contro, fin dal mese di ottobre si sta cercando di modificare lo statuto, snellendolo e provando a renderlo idoneo per la sua natura di Istituzione. Purtroppo, dalla commissione trapelano voci contrastanti, che mettono in dubbio la natura stessa di Istituzione: Scafati Solidale sarebbe stata sì creata, ma mai ufficialmente decollata. E stasera dovrebbe consumarsi il terzo tentativo di metterci una pezza, ritirando ancora una volta l’argomento per generici “approfondimenti”. Sarebbe questo il motivo che ha spinto Di Rosa e Celiberti di lasciare in fretta e furia il loro incarico, nonostante il cda è “congelato” dalla fine dell’anno passato, dopo che L’Anac ha revocato il presidente Andrea Granata, illegittimamente nominato dal primo cittadino. E sarebbe anche questo il motivo per cui in quasi cinque mesi ancora non è stato nominato il nuovo presidente, e il cda, fino a ieri ancora legittimato, non si sarebbe mai riunito. Una situazione di stallo che sembra andare ben oltre le divergenze politiche edotte dai due dimissionari nel protocollo indirizzato al sindaco. Parole certamente dure, con accuse alla maggioranza e allo stesso Aliberti, reo di non aver mai accettato un incontro chiarificatore con i due componenti rimasti, entrambi ex consiglieri comunali alibertiani non rieletti nel 2013. Una notizia che getta benzina sul fuoco sull’Istituzione (o presunta tale) sulla cui mission mai si è capito molto. Le politiche sociali sono infatti gestite dall’assessorato e dall’ufficio apposito, in coordinamento con il Piano di Zona. Nonostante ciò, alla Scafati Solidale sono stati negli anni destinati diverse centinaia di migliaia di euro l’anno per il suo sostentamento e la sua operatività. Oggi nasce il dubbio: potevano essere risparmiati?