Di Adriano Falanga
Scuola media Anardi nel caos. La chiusura del plesso di via Melchiade, disposta dal Prefetto Vittorio Saladino per la sostituzione della caldaia che alimenta l’impianto di riscaldamento, ha messo in agitazione docenti, famiglie e soprattutto i giovani studenti. Il consiglio di istituto, riunitosi nel pomeriggio di venerdì, onde garantire la continuità della frequenza scolastica, ha deliberato l’avvio del doppio turno. Da lunedi si alterneranno presso la succursale di via Della Resistenza i ragazzi delle medie, che vedranno nel pomeriggio la frequenza dei “traslocati” di via Melchiade. A scoperchiare il problema l’emergenza freddo post festività natalizie, che ha mandato in tilt la già precaria caldaia della sede centrale, a due passi dalla casa comunale. I ragazzi hanno fatto lezione per qualche giorno al freddo, poi il sopralluogo dei tecnici comunali ha emesso la diagnosi: caldaia defunta, necessaria la sostituzione. Inevitabile a questo punto l’ordinanza di chiusura disposta dal commissario Saladino. Il documento fissa al giorno 20 il ritorno in classe, secondo la stima del tempo necessario a sostituire la caldaia. In realtà pare che i giorni necessari siano di più, ed arrivano fino a due settimane almeno. Da qui la necessità di non interrompere le lezioni e garantire il diritto allo studio dei ragazzi. Una decisione inevitabile, perché altre alternative non ce ne sono. Non ha responsabilità la dirigente scolastica dottoressa Debora Minghelli, in quanto la struttura, manutenzione compresa, è di proprietà del Comune e tocca all’ente provvedere. E i tempi burocratici di un ente pubblico sono diversi da quelli di una scuola privata. Ci sono precise modalità fissate dalla legge per l’acquisto e l’installazione di una caldaia di una certa importanza. Evitare si poteva? Certamente, con un piano programmato di manutenzione, onde evitare di arrivare impreparati al periodo di freddo. E chiaramente la manutenzione non la programma la scuola, ma anche qui, il Comune. La verità é che gli impianti di riscaldamento di gran parte delle scuole cittadine non sono efficienti, perché vecchi e non bene tenuti. Il disagio di oggi è figlio dell’inefficienza di ieri. “Ho paura che il disagio si possa prolungare oltre la settimana indicata. Penso che tutti noi, genitori e figli, siamo in difficoltà con questi turni. C’e’ chi pratica sport, o fa altro oppure non riesce ad accompagnare al pomeriggio i figli in via Della Resistenza, che non è raggiungibile a piedi dal centro città” la lamentela di una mamma. La dirigente scolastica alza le mani, diversamente non riesce e non può fare. Lunedi mattina facile prevedere uno stato di agitazione, e c’è chi addirittura propone di mandare i figli a scuola con un plaid, una coperta o un maglione in più, in modo tale da poter fare lezione in assenza di riscaldamento. E’ pur vero che Scafati non è città tipicamente “fredda”, ma le scuole comunali dovrebbero essere comunque sottoposte ad un programma regolare di manutenzione ordinaria. Perché, in una città di oltre 50 mila abitanti quale Scafati, chiudere una scuola e disporre i doppi turni per la rottura di una caldaia è chiaramente un sintomo dello stato di salute della città. E da queste parti, è noto, ultimamente la “febbre” è molto alta.
“CHIUSURA NON DEGNA DI UN PAESE CIVILE”
“Le immagini dei nostri ragazzi in aula con i cappotti stringono il cuore e alimentano la rabbia, perché la politica attenta e che programma non può consentire addirittura che, in qualche città, senza neve e ghiaccio, le scuole debbano chiudere perché i riscaldamenti non funzionano. Questi ragazzi hanno diritto di studiare in condizione idonee, anche solo per scrivere e pensare”. Cosi la consigliera regionale Monica Paolino, moglie dell’ex sindaco Pasquale Aliberti. Non cita la città di Scafati, ma è chiaro il riferimento alla chiusura della scuola Anardi disposta con ordinanza dal commissario Vittorio Saladino. C’è da chiedersi anche quale programmazione avrebbe potuto mai fare un funzionario prefettizio da tre settimane insediato, festività comprese. E’ chiaro che il malfunzionamento della caldaia è frutto di una mancata attenzione riservata alla scuole, della precedente amministrazione. Non è però convinta di questo l’ex consigliera comunale di maggioranza Carmela Berritto: “Ma come, la scuola media Anardi chiude per qualche giorno per la rottura della caldaia e voi cari contestatori non scrivete nemmeno un comunicato di protesta contro il sindaco Pasquale Aliberti? Ah giusto! Il sindaco Aliberti non c’è. C’è il commissario Saladino. Va tutto bene. Il nemico è sconfitto. Va tutto bene. Auguri”. Netta e diretta la polemica. “Altro che responsabilità del commissario prefettizio, quanto accaduto è una palese conseguenza dei mancati investimenti della precedenza amministrazione riguardo il plesso Anardi, che non vive solo il disagio del riscaldamento – Per Scafati In Movimento è Giuseppe Sarconio a replicare – Non un euro è stato destinato alla manutenzione ordinaria e straordinaria di questa scuola, perché destinata ad essere abbattuta per spostarsi nel Polo Scolastico. Ed è tristemente noto la fine che ha fatto il Polo. Fallito, come è fallita la stessa amministrazione”.. “Non è da paese civile, nel 2017, assistere alla chiusura delle scuole e alla sospensione delle attività didattiche per mancanza di riscaldamenti, un bisogno elementare per un luogo come la scuola. La decadenza della pubblica istruzione, passa anche per questi fenomeni” è invece quanto puntualizza Francesco Carotenuto, portavoce di Scafati Arancione.