Di Adriano Falanga
E’ stato anche grazie a lui che Michele Raviotta ha sposato il progetto della maggioranza, perché diversamente, poteva rischiare di essere bloccato. A due anni dalla sua approvazione, il Puc è in “via di definizione” per la maggioranza, è stato “bocciato dalla Provincia” per l’opposizione. In realtà, lo strumento urbanistico è in fase di adeguamento, così come da richiesta dell’ente provinciale. Insomma, non è stato promosso, e neanche bocciato. Semplicemente è stato “rimandato”. Gli studenti possono capire bene il concetto. Un giudizio di sospensione che però rischia di portare la città nel caos. Il 4 luglio infatti scadono i termini per le città campane di dotarsi di strumenti urbanistici, e scadranno anche i precedenti in vigore. Dalla Regione tutto lascia pensare ad un’ulteriore proroga. “Ci vorrà un altro anno circa – precisa Nicola Acanfora, assessore all’Urbanistica – noi stiamo lavorando in silenzio, assieme all’architetto Anna Mesolella (redattrice del Puc, ndr)”. Dopo la sua approvazione in consiglio comunale nel luglio 2014, la Provincia negò il via libera perché lo strumento non è risultato essere conforme al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (Pctp), e quindi, occorreva un adeguamento. Sul tema è stata già presentata un’interrogazione da parte del consigliere Pd Michelangelo Ambrunzo, componente della commissione Urbanistica. Maggiori dettagli li fornisce il presidente della commissione, Pasquale Vitiello: “Ho convocato per stasera la commissione, invitando anche il dirigente proprio sul Puc – spiega il consigliere comunale – La norma dice che gli strumenti urbanistici dei comuni che non si sono dotati del PUC nei tempi utili (4/7/2015) ai sensi del’art.1 e dell’art.3 del “regolamento di attuazione per il governo del territorio” della regione Campania n.5 del 4/8/2012 decadono. Ancora di più i piani regolatori ed i programmi di fabbricazione vigenti perdono efficacia dopo 18 mesi dall’approvazione del PTCP. Pertanto lo scorso 4/7/2015 erano scaduti tutti i piani salvo che con modifica all’art.1 comma 3 si prorogato i termini da 36 a 48 mesi. Se non interviene una ulteriore proroga si applica il disposto dell’art 9 del DPR 380/2001 e cioè manutenzione”. Questo significa che, qualora il Puc non fosse ri-approvato nei termini previsti, decadrà anche il Prg precedente. Significa quindi speculazione e abusivismo? “L’articolo 9 consente di fare manutenzione ordinaria e straordinaria e consentire fuori dal perimetro urbano una edificazione dello 0,03 metri cubi su metri quadrati ed in caso di opifici produttivi fino al massimo di un decimo dell’area di proprietà – chiarisce Vitiello – Non vengono più distinte le zone, ma il perimetro urbano”. Sulla redazione del Puc, costato oltre centomila euro, più volte la minoranza ha protestato forte perché il Pctp è la normativa di riferimento da tenere in considerazione per la sua elaborazione, possibile che l’errore sia stato proprio in questo? Resta che l’adeguamento previsto ha richiesto fino ad oggi quasi due anni, e dalle parole dell’assessore Acanfora sembra ce ne voglia ancora un altro per venirne fuori. Possibile che ci possa essere dietro una eventuale, ma non improbabile regia di qualcuno, per soddisfare desideri speculativi e costruire laddove non previsto oggi? “Non direi per due ordini di motivi – osserva ancora Pasquale Vitiello – il primo perché il PUC lo hanno fatto loro, il secondo è che ciò che consentirebbe di fare l’art.9 è poca cosa. Immaginiamo un lotto di 5 mila metri quadri, si avranno 150 metri cubi edificabili, che sono poco più di 50 metri quadri di costruzione”. Polemico, come sempre, anche Mario Santocchio, che nella precedente amministrazione Aliberti è stato assessore all’Urbanistica, sostituito poi da Giancarlo Fele. “Sul Puc tutto fermo. Bisogna rifare tutto dall’inizio. In realtà stiamo assistendo ad un abusivismo senza precedenti – denuncia l’esponente di Fdi – Sono state rilasciate concessioni in contrasto con il prg. Le promesse fatte nel 2008 sono state tutte non mantenute”.