
Pizzo agli imprenditori a suon di bombe nel nome del clan ‘Iannaco-I Zi Maist’ , mentre per 4 imputati si attende la sentenza (giugno) dopo la requisitoria della Procura Antimafia di Salerno che ha chiesto 50 anni di reclusione, arriva il definitivo dalla Cassazione per il 59enne Ferdinando Trapani che sconterà 8 anni e 5 mesi di reclusione come stabilito dalla Corte d’Appello: per lui, difeso da Paolo Toscano, ordinanza di carcerazione giorni fa e trasferimento in un penitenziario del Lazio. Alla sbarra ci sono ancora Luigi Salvatore Galiano di Sant’Egidio del Monte Albino, Sabato Fiamma di Scafati, Bruino Tagliamonte di Angri e Rosanna Attianese di Sant’Egidio del Monte Albino. Una cosca che non perdonava nulla e sempre assetata di soldi. Chi non pagava veniva minacciato o vedeva colpita la propria attività con attentati. Il gruppo si sarebbe avvalso dell’intimidazione e dall’omertà delle vittime, per imporsi sul territorio al fine di gestire il traffico di droga, sfruttare le attività imprenditoriali, possedere armi e consumare furti e rapine, oltre alla ricettazione di merce rubata. Il 71enne boss Salvatore Galiano ritenuto partecipe con ruolo apicale in associazione di tipo camorristico (clan “I Zi Maist – quelli di San Lorenzo”), attorno alla sua figura gli altri che hanno deciso di affrontare il rito ordinario a differenza di altri che attendono il responso della Cassazione. Il blitz è quello a carico di un gruppo di oltre 30 persone del 2022 sgominato dall’Antimafia di Salerno. Galiano è considerato il capo e secondo la Dda una volta scarcerato nel dicembre del 2021, faceva rientro nel territorio del comune di Sant’Egidio di Monte Albino, dove si era stabilita l’associazione criminale. Il sodalizio dapprima si poneva in posizione di neutralità – nel più ampio panorama delle alleanze regionali rispetto alla contrapposizione tra Nuova Camorra Organizzata e Nuova Famiglia dell’ora pentito Carmine Alfieri ‘o ntufat, successivamente schierandosi con il boss di Piazzolla di Nola a seguito dell’omicidio di Mario Iannaco. Le indagini avevano avuto la loro genesi a partire dai primi mesi di febbraio del 2018 e sono state originate dal susseguirsi di attentati ai danni di attività commerciali, mediante ordigni esplosivi artigianali, il primo dei quali in danno di una rivendita di materiale elettrico. Nelle mire dell’organizzazione vi sarebbe stata la volontà di assumere il controllo di una vasta area territoriale, oltre che delle attività imprenditoriali attraverso l’assunzione di proprio personale, come per il cimitero di Sant’Egidio. Per 4 sentenza a giugno, Trapani intanto è stato accompagnato in carcere nel Lazio dai carabinieri del reparto territoriale su ordinanza della Corte d’Appello dopo la sentenza definitiva.