Di Adriano Falanga
Cosa hanno in comune i cittadini di Scafati, con i cittadini di Udine? Tre numeri: 483. O meglio, i due comuni hanno codici catastali simili, I483 Scafati ed L483 Udine. Ed una L, scritta in minuscolo con un comune carattere digitale, può essere simile ad una I. E così l’ignaro contribuente, o peggio ancora il commercialista che si ritrova a compilare l’F24 per il pagamento dei tributi comunali, può rischiare di mandare al capoluogo friulano la somma dovuta a Scafati. Chiaramente può avvenire anche il contrario. Cronache lo aveva già raccontato domenica scorsa, quando il comune di Scafati è stato chiamato a restituire poco meno di 5 mila euro al comune di Udine, perché, a causa dell’errore di trascrizione del codice catastale, questi soldi erano finiti alla Geset. Pensavamo fosse finita così, ma la vicenda è molto più estesa e preoccupante, perché se da Udine sono arrivati poco meno di 5 mila euro, circa 40 mila sono gli euro totali che decine di contribuenti scafatesi hanno versato al comune friulano. Un errore certo, ma tutto questo ha comportato il pignoramento dei conti correnti di quegli ignari contribuenti scafatesi, convinti di aver pagato regolarmente il dovuto. Ed infatti è così, soltanto che hanno sbagliato destinatario. Un equivoco su cui la Geset è stata già chiamata a rimediare. “Tutta colpa dei codici catastali simili, facilmente confondibili – spiega l’assessore al Bilancio Raffaele Sicignano – e così ignari contribuenti si sono visti pignorare il conto ingiustamente per tributi pagati ma che non risultavano”. L’assessore assicura che non c’è rischio di pagare due volte, e basterà dimostrare l’equivoco per avere lo sblocco del conto corrente. “I pignoramenti si possono annullare quando c’ è un errore palese, non vedo il problema in questo. Non si può addossare ad un contribuente un errore del genere”.