Scafati. La farsa del ritiro del contenzioso. Si va verso la sfiducia - Le Cronache
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Scafati. La farsa del ritiro del contenzioso. Si va verso la sfiducia

Scafati. La farsa del ritiro del contenzioso. Si va verso la sfiducia

Di Adriano Falanga

Il giorno dopo il consiglio comunale, a mente fredda, i diversi “colpi di scena” assumono una forma più definita, e tutto diventa più comprensibile. Perché mercoledi sera la domanda era: se Aliberti ha ritirato il contenzioso, perché la sua maggioranza si ostina a legittimare la seduta consiliare del 27 novembre e proseguire il procedimento? Semplice, perché la rinuncia al contenzioso è arrivata fuori tempo massimo, tecnicamente non recepibile. Votando quindi l’emendamento bocciato dal presidente Pasquale Coppola, si sarebbe arrivati alla terza fase della decadenza con la relativa dichiarazione finale. Una manovra che la minoranza ha capito, ostacolandola, grazie anche alla dichiarazione di “inammissibilità” decisa da Coppola. Il Tar si pronuncerà il 12 gennaio, e anche se riconoscesse le ragioni della maggioranza, legittimando il deliberato del consiglio comunale convocato da Teresa Formisano il 27 novembre, si andrà ampiamente fuori tempo massimo non per la decadenza, bensì per il terzo mandato di Aliberti. Mancano una manciata di giorni al 16 dicembre, e la via consiliare è oramai “scaduta”. Occorre una nuova strategia, anche perché non sembra proprio che Aliberti abbia intenzione di cambiare idea e proseguire nella consiliatura. La sfida delle dimissioni collettive non sembra aver fatto presa neanche tra i suoi.

Ipotesi sfiducia? Probabile, ma in entrambi i casi occorre non solo fare presto, ma soprattutto trovare ben 13 consiglieri disposti a tornare al voto. E a leggere i volti e le espressioni di molti alibertiani, appare evidente che la cifra è quasi un’utopia. Segno questo anche di una crisi politica, su cui bisognerà riflettere dopo il 16 dicembre. Ad aver dato già la disponibilità sia a dimettersi sia alla sfiducia, sono i soliti: Brigida Marra, Mimmo Casciello, Alfonso Pisacane, Daniela Ugliano, Francesco Vitiello, Carmela Berritto, Teresa Formisano, Bruno Pagano. Con Michele Raviotta dalla minoranza si arriva a 9. Mancano ancora 5 “volontari”. Gli indecisi ritengono che la città e il loro elettorato non capirebbero mai le ragioni del voto anticipato, dal momento in cui stavano solidamente governando. La “questione Coppola” è poco credibile, perché poteva essere superata con una mozione di sfiducia già da qualche anno, ma pure su questo Aliberti ha avuto difficoltà a compattare i suoi. Insomma, la maggioranza non è poi tanto unita come si vuole far credere, o almeno non lo è sempre e su ogni argomento.

Se ne è accorto Pasquale Vitiello, eletto tra le fila degli alibertiani da cui è stato poi esautorato assieme all’amico di sempre, Pasquale Coppola. “Sono pronto a dimettermi insieme ai 12 consiglieri di maggioranza – spiega il capogruppo del Pdl – Se però vi è un solo consigliere di opposizione, si deve fare una procedura diversa cioè la mozione di sfiducia in consiglio comunale. Diversamente si prenda atto che non vi è più una maggioranza pronta a seguire il pifferaio magico, e si apra una crisi politica”. Vitiello è firmatario con il Pd e Fdi sia degli esposti in Procura e sia del ricorso al Tar. “Creano la procedura di decadenza, fanno forzature procedurali per portarla avanti, poi vogliono ritirare tutto sperperando soldi pubblici. Lo scenario è però chiaro, vi è un uomo, sempre più solo, che cerca con l’ultimo colpo di coda la possibilità di ricandidarsi”.

Si sfoga sul social network invece la vera anima delle ragioni alibertiane tra la maggioranza, Brigida Marra: “stiamo vivendo in un clima di imposizioni, di violenza, di rifiuto da parte di un Presidente del Consiglio che oramai agisce in completa autonomia contro ogni regola e di un’opposizione che svolge il proprio ruolo ricorrendo alla Procura e nei Tribunali – scrive l’avvocato in quota Forza Italia – Non riesco a combattere contro dei mercenari politici, contro gente che ha bisogno dello stipendio della carica pubblica per vivere.  È una scelta difficile ma non me la sento più di andare avanti”. Parole dure, chiaramente indirizzate verso Pasquale Coppola in primis, con il quale più volte si è scontrata anche quando quest’ultimo era ancora a pieno titolo nel gruppo di maggioranza. Secondo indiscrezioni, sarebbe proprio la Marra a sondare gli umori tra i colleghi per capire il da farsi. Tutto però è ancora in alto mare.