Scafati. Il Prefetto diffida Aliberti, 20 giorni per votare il bilancio o scioglimento del consiglio - Le Cronache
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Scafati. Il Prefetto diffida Aliberti, 20 giorni per votare il bilancio o scioglimento del consiglio

Scafati. Il Prefetto diffida Aliberti, 20 giorni per votare il bilancio o scioglimento del consiglio

Di Adriano Falanga

Arriva la diffida del Prefetto di Salerno riguardo il voto (mancato) al Bilancio. Venti giorni di tempo per approvare Rendiconto 2015 e Previsionale 2016, pena lo scioglimento del consiglio comunale. Il consiglio comunale è stato già convocato per mercoledì 8 giungo, dopo che lo scorso 25 maggio la maggioranza disertò, facendo mancare il numero legale. Si gioca il sindacato Pasquale Aliberti, se non riesce a trovare una quadra con la sua maggioranza. Mancano i voti di Identità Scafatese: Stefano Cirillo, Daniela Ugliano, Roberto Barchiesi, Bruno Pagano e dei civici Alfonso Carotenuto e Mimmo Casciello. A questi bisogna aggiungere Pasquale Coppola e Pasquale Vitiello, parte della maggioranza elettiva. Restano appena otto voti utili sui tredici necessari. Le trattative però sono ancora in alto mare, i consiglieri appaiono spaccati e su fronti diametralmente opposti. Sono mesi che non si riesce a fare una riunione di maggioranza serena e partecipata, lunedì sera erano presenti appena tre consiglieri e una manciata di assessori. “Le nostre sono proposte politiche, concrete, pulite, che vanno nella direzione di un radicale cambio di passo dell’amministrazione comunale, finalizzato al contenimento della spesa e a dare un segno di cambiamento alla città” insiste Stefano Cirillo, lasciando capire che almeno lui, non è disposto a fare passi indietro. “Sono proposte, non proteste o ricatti. Ancora ci deve essere spiegato perché non è possibile azzerare il cda dell’Acse e la giunta, per dire. Non si tratta di bocciare nessuno, semplicemente dare un segnale davvero concreto di un nuovo patto di maggioranza. Del resto è ciò che lo stesso Aliberti aveva promesso di fare a gennaio scorso, ma oggi sembra aver cambiato idea. Io rientrai in maggioranza proprio in virtù di quel segnale promesso dal sindaco, che poi non c’è più stato”. E in effetti il sindaco dopo il fallimento della decadenza dichiarò in conferenza stampa di volere un nuovo patto di maggioranza, che passasse attraverso l’azzeramento della giunta e dei diversi cda delle partecipate. Un patto che avrebbe portato in consiglio comunale attraverso il voto di una mozione di fiducia. Poi la montagna partorì il topolino, Aliberti fu costretto al primo passo indietro, e optare per la sola rimodulazione delle deleghe. Poi le contestazione del Mef, il pre dissesto, le riserve dei revisori contabili, hanno contribuito all’apertura di una crisi (o forse al consolidamento) che mina pericolosamente la stabilità dell’amministrazione. Sullo sfondo, anche se non hanno valenza politica, non possiamo ricordare l’insediamento della commissione d’accesso prefettizia, e le indagini dell’antimafia che vedono indagati il primo cittadino con la moglie consigliere regionale Monica Paolino, il fratello Nello, la segretaria comunale Immacolata Di Saia e lo staffista Giovanni Cozzolino.