Gli scafatesi stiano tranquilli, l’ospedale Mauro Scarlato di Scafati non chiuderà i battenti, ufficialmente nel senso che non verranno sbarrate le porte, ma per l’Asl diventerà una CDC (acronimo di Casa Di Comunità) una struttura dove sarà presente una equipé di medici di medicina generale, (qualche specialista, infermieri, qualche tecnico di laboratorio, qualche ostetrica, qualche psicologo, ecc.) che opereranno in raccordo con la rete delle farmacie territoriali. Le Case della Comunità costituiscono il punto di riferimento continuativo per la popolazione dove sarà possibile trovare un Punto unico di accesso, accoglienza, informazione e orientamento del cittadino, e che sarà in stretto contatto con le Centrali operative territoriali. L’ospedale non chiude, ma da centro di eccellenza per le malattie polmonari, da centro Covid tra i migliori in Campania che ha visto addirittura richiamare in servizio fior di medici pensionati e strapagati con i soldi dei cittadini addirittura oltre sessanta euro all’ora, ma avrà, un’ area prelievi e vaccinazioni, cure primarie e continuità assistenziale, area ambulatori specialistici, area dei programmi di prevenzione e di promozione della salute, attività consultoriali, area servizi sociali del Comune.
L’ospedale Scarlato non chiude, ma diventa poco più di un poliambulatorio. Niente più reparti, niente più pronto soccorso, niente più terapia intensiva, niente più chirurgie, niente più eccellenze pneumologiche come il settore per la diagnosi e la cura delle apnee notturne.
Insomma l’ospedale non chiude, ma nei fatti è come se lo avessero già chiuso.
E non fa niente che prima delle elezioni regionali del 2020 lo stesso Governatore De Luca aveva rassicurato che l’ospedale e il pronto soccorso non sarebbero stati toccati.
A niente serve il comunicato stampa dell’Asl Salerno che tende a rassicurare i cittadini in clima di campagna elettorale dopo che sono scoppiate le polemiche.
La decisione, l’Asl e la Regione l’hanno già presa, e non da ora . I cittadini? Quelli non contano nulla. E non conta granchè neanche il sindaco di Scafati che fino a questo momento non ha alzato la voce, anzi non si è neanche sentito per protestare contro la decisione dell’Asl. Eppure Salvati sa che l’ospedale avrebbe fatto questa ingloriosa fine già dal mese di aprile del 2022. Risale a quella data infatti, la prima riorganizzazione dei presidi ospedalieri salernitani fatta dall’allora direttore generale Mario Iervolino con l’elenco dei documenti di indirizzo di progettazione per le strutture per il PNRR. In quell’elenco al punto 8 si parla proprio del presidio ospedaliero di Scafati menzionando anche i dati catastali F.17 e Particella 144. E persino il Cup (C81B22001720006 – SCH 11-APICELLA). Poi il 25 agosto scorso l’ultimo atto con la delibera 1089: la trasmissione alla Regione Campania di quell’elenco ad opera del nuovo direttore generale.
Insomma l’Asl con il comunicato stampa smentisce se stessa, ed è comprensibile: in questo momento per il Governatore della Campania la polemica è controproducente in termini elettorali, ma in questa confusione la destra dimostra tutti i suoi limiti con una figuraccia del proprio ufficio stampa nel smentire una notizia vecchia che risaliva ad oltre un anno fa, e con un silenzio inspiegabilmente complice di consiglieri regionali deputati e dirigenti oltre che dello stesso sindaco di Scafati. Insomma non ne hanno azzeccata una e bisogna riconoscere che a parlare e a gridare nel deserto (solo sui social ma almeno lo fa) è rimasto solamente Pasquale Aliberti l’ex sindaco.