Di Adriano Falanga
Tanto tuonò, che piovve. Alla fine i comitati civici di Cappelle strappano al primo cittadino Pasquale Aliberti un impegno, concreto e operativo, per riuscire a superare il grave disagio legato al sito di stoccaggio e lavorazione rifiuti della Helios. Una delegazione di rappresentanti dei residenti di via Galileo Ferraris, via Calvanese, via Sant’Antonio Abate, espressione dei comitati “Cappella e Oltre” e “Amici di Cappelle” hanno raccolto l’invito del sindaco per affrontare la delicatissima situazione che si trascina oramai dal 2011, quando l’allora Igiene Urbana, oggi Helios srl, in piena area Pip fu autorizzata dalla regione Campania alla lavorazione e trattamento dei rifiuti pericolosi e non. Nella stanza del primo cittadino presente anche il consigliere comunale, anch’esso residente nella contrada, Mimmo Casciello, assieme ai dirigenti del settore Urbanistica Nicola Fienga e dell’Ambiente Vittorio Minneci. L’atmosfera è tesa, e i presenti vanno subito al sodo: “sindaco non vogliamo sapere cosa è stato fatto, lo sappiamo bene perché sono anni che raccogliamo carte. La domanda è una sola, lei è disposto ad emanare un’ordinanza sindacale di chiusura della Helios?”. Chiedono atti concreti, Aliberti lo comprende e decide di “saltare” la fase “storiografica” della vicenda. “Per fare un’ordinanza occorrono dei passaggi” spiega il sindaco, passaggi necessari secondo l’ingegnere Fienga: “altrimenti il Tar boccerà senz’altro l’atto”. L’iter, spiegano i tecnici di Palazzo Mayer, è questo: diffida, ordinanza e sospensione delle attività. “Bisogna fare le dovute verifiche con gli enti preposti – chiarisce ancora Fienga – e qualora emergessero difformità procedere prima alla diffida e successivamente all’ordinanza”. E gli enti in questione sono l’Arpac e l’Asl. E’ chiaro che i controlli non possono essere fatti previo avviso.
“Faremo tre o quattro blitz a sorpresa, anche notturni e dietro segnalazione degli stessi residenti” rassicura Aliberti. Per quanto riguarda l’esterno, onde frenare il già documentato disagio dovuto alla perdite di percolato dai mezzi in attesa di conferire al sito, un residente spiega che più volte qualche vigile urbano avrebbe ammesso che con la Helios c’è poco da fare perché “sono onnipotenti”. Una gravissima affermazione che fa sbottare Michele Raviotta, anch’esso presente. “Vogliamo sapere il nome”. E siccome il nome non viene fuori, viene proposto un piano di monitoraggio costante di ciò che è in sosta fuori la Helios. “Metteremo un vigile urbano che ogni giorno, per almeno un mese, stilerà un report dei mezzi in sosta, attestando quelli regolari e sequestrando i non conformi. Un report che sarà fatto nell’arco dei due turni di servizio dei vigili, mattina e sera”. In questo modo Aliberti pensa di riuscire a individuare eventuali agenti “compiacenti”. La soluzione, assieme a quella dei controlli a sorpresa con l’Asl, viene accettata dai presenti. Evitata tutta la questione “politica” e del resto, non era quella la sede competente. Sarà poi il consiglio comunale a discutere, e decidere, sulla scorta anche delle norme di attuazione del Pip, se in quell’area può esistere tale tipo di attività. All’esterno di Palazzo Mayer una sessantina di altri residenti in attesa. Non a tutti piace la decisione presa. “Perché tutto questo non è stato fatto già negli anni scorsi? Sono anni che respiriamo quelle sostanze – spiega un perplesso Giovanni – come è stato possibile autorizzare un sito di stoccaggio a pochi metri dalle abitazioni?”. Appuntamento tra un mese.