Di Adriano Falanga
Non solo furbetti del cartellino a Scafati, assentarsi dal proprio posto di lavoro o defilarsi dalle proprie responsabilità istituzionali pare essere prassi diffusa e consolidata. Lo aveva denunciato anche il consigliere di maggioranza Diego Del Regno: “Questa amministrazione è composta da 24 consiglieri e 6 assessori. Mi è oramai difficile ricordarli tutti” riferendosi ai “fantasmi” di Palazzo Mayer. Da un lato una maggioranza ridotta all’osso che si riunisce a singhiozzo, dall’altro l’opposizione, oramai focalizzata sull’attesa del probabile scioglimento comunale. I fannulloni pizzicati dalla Guardia di Finanza però sono in buona compagnia, perché i sei assessori componenti l’esecutivo cittadino guidato da Pasquale Aliberti non sono da meno. Loro non timbrano il cartellino, lo stipendio è garantito e non è legato al numero di giunte (e relativi deliberati) presenziate. La giunta scafatese non sembra essere movimentata, e quando si riunisce, non c’è mai folla. Però, stando alle recenti e frequenti rimodulazioni, essere assessore piace un po’ a tutti, meno le conseguenti responsabilità. Perché non firmare un deliberato, soprattutto in tempi in cui l’amministrazione è rivoltata come un calzino dall’antimafia e dai commissari prefettizi, assume il sapore di una presa di distanza. Attualmente sono sei gli assessori di Palazzo Mayer: Giancarlo Fele (che è anche vicesindaco), Nicola Acanfora, Diego Chirico, Antonio Fogliame, Annalisa Pisacane, Raffaele Sicignano e fino al mese di Giugno pure Antonio Pignataro.
Dal 1 gennaio al 30 settembre l’esecutivo si è riunito 46 volte, ma solo in due occasioni (il 4 e 26 aprile) si è avuto il piacere di vederli tutti presenti. Mentre per le restanti 44 sedute i deliberati prodotti hanno sempre avuto qualcuno non presente (e non firmatario). Sempre presente il primo cittadino Pasquale Aliberti, mentre all’opposto, il “chi l’ha visto” d’oro va all’unica donna: Annalisa Pisacane. La delegata alle politiche giovanili ed istruzione, ex politiche sociali, è stata assente una volta su due: 22 su 46. La segue il vicesindaco e delegato al Commercio e Lavori Pubblici Giancarlo Fele (in foto con Aliberti) con 20 assenze su 46 sedute. Medaglia di bronzo per Diego Chirico: 16 su 46. A quota 15 si attesta l’assessore a Bilancio e Manutenzione Raffaele Sicignano (unico però a rinunciare al 20% del compenso dal mese di luglio). L’assessore all’Urbanistica Nicola Acanfora è stato assente solo 12 volte, dalla sua però ha l’attenuante di essersi sposato nel mese di luglio. All’ultimo posto, quale assessore più presente, troviamo Antonio Fogliame, delegato alla Cultura, con 8 assenze su 46 sedute. Completa il quadro Antonio Pignataro, assessore fino a giungo, con 4 assenze.
COMMISSIONI: queste sconosciute
Fanno di meglio i consiglieri comunali. Dal voto al bilancio di giugno, che ha di fatto mischiato le carte e confuso gli equilibri politici in seno al consiglio comunale, le commissioni hanno smesso di riunirsi. Sporadicamente si è riunita solo la commissione Politiche Sociali, latitanti le altre. Il motivo è ricollegabile all’inciucio con il Cotucit, passato in maggioranza dopo il voto al Bilancio, e all’uscita di Identità Scafatese prima e Alfonso Carotenuto poi. Movimenti che richiedono una necessaria rimodulazione delle commissioni, così come chiarisce il presidente del consiglio comunale Pasquale Coppola. “Ho più volte chiesto ai capigruppo di indicare i componenti delle commissioni, rispettando la quota prevista dal regolamento di 5 esponenti per la maggioranza e 3 per l’opposizione” spiega il capo dell’Assise. Fosse facile, perché ad oggi ancora non è chiara la posizione di Identità Scafatese, composta da Stefano Cirillo, Daniela Ugliano e Bruno Pagano. I tre hanno infatti scelto una posizione defilata, non partecipano alle riunioni di maggioranza ma mai voterebbero una sfiducia al primo cittadino. Di fatto, la loro è una seconda maggioranza. Il regolamento non prevede infatti componenti “indipendenti”, o si è con o si è contro l’amministrazione. Sembrano averlo recepito solo Pasquale Vitiello e Alfonso Carotenuto, entrambi hanno infatti dichiarato la loro entrata in minoranza, e contestualmente, com’è giusto che sia, hanno rinunciato alle presidenze delle commissioni da loro presiedute, rispettivamente urbanistica e lavori pubblici.
LE RETRIBUZIONI DELL’ESECUTIVO
I consiglieri comunali non percepiscono retribuzioni, ma solo un gettone di 34 euro lordi per ogni presenza alle commissioni e ai consigli comunali. Contrariamente, gli assessori sono retribuiti, e ciò indipendentemente dalle loro presenze alle giunte comunali, e sottoscrizione degli atti deliberativi prodotti. Nel dettaglio, ogni assessore percepisce una retribuzione lorda mensile di 2.340 euro, il vicesindaco 2.920 e il primo cittadino 3.900. Solo Annalisa Pisacane, delegata a scuola e giovani, ha già un’indennità ridotta del 50% in quanto dipendente non in aspettativa, cioè, che non ha lasciato il lavoro. Dal mese di luglio Raffaele Sicignano rinuncia al 20% del dovuto, una proposta in un primo momento accettata da tutta la giunta, poi restata in sospeso. I redditi personali degli assessori non rispecchiano la tendenza di assentarsi dalle sedute di giunta. Prendendo in esame l’anno 2014, spicca Antonio Fogliame che ha dichiarato 92 mila euro. Segue il vicesindaco e assessore all’Urbanistica Giancarlo Fele: 62.800; Raffaele Sicignano è a 34.500; Diego Chirico ha dichiarato 11.850 euro. Annalisa Pisacane (Politiche Sociali) non ha aggiornato la dichiarazione, per lei si resta ai 19.800 del 2013. Nicola Acanfora ha dichiarato invece poco più di 13 mila euro. E il sindaco? Pasquale Aliberti dagli 84.600 del 2013 è arrivato a 105.800 nel 2014.