Di Adriano Falanga
E’ polemica sulla manifestazione di interesse promossa da Palazzo Mayer per la gestione del centro disabili “Raggio Di Sole” ospitato presso il centro sociale di San Pietro. Secondo la Lega Cooperative Sociali Campania, il bando non sarebbe conforme alle normative che disciplinano il settore del volontariato. In parole povere, il bando chiama “volontariato” ciò che in realtà è un servizio di esternalizzazione, con tanto di compensi mascherati come rimborsi e contributi. E il Comune di Scafati ieri pomeriggio recepisce e fa un passo indietro, revocando il bando in regime di autotutela. I dettagli non sono noti in quanto la determina del dirigente non è leggibile dall’albo on line. Questo meccanismo avrebbe di fatto penalizzato le cooperative sociali, a favore, denuncia il responsabile della Lega Luca Sorrentino, di chissà quale associazione di volontariato. Sorrentino ha pubblicamente contestato il bando del settore Scafati Solidale a firma del dirigente Gaetano De Lorenzi e scaduto il 19 settembre. La lettera è indirizzata, oltre che all’ente locale, anche all’Anac e all’assessorato Politiche Sociali della Regione Campania. Si diffida il Comune di Scafati a ritirare il bando, riformulandolo secondo le direttive europee, nazionali e regionali in materia di esternalizzazione dei servizi socio sanitari. Alla manifestazione di interesse ha partecipato una sola associazione di volontariato, la CDA Coordinamento Disabili dell’Agro, risultata idonea a gestire il servizio. L’associazione è parte della cooperativa sociale Emora onlus, già gestore del centro da anni. Il servizio, per cui sono stati stanziati 15 mila euro, ha validità tre mesi, da ottobre a dicembre. Il centro Raggio Di Sole, che ospita una trentina di disabili, non ha riaperto i battenti dopo la pausa estiva a causa del mancato rinnovo della convenzione. Una circostanza frutto dello stallo burocratico provocato dallo spacchettamento del vecchio Piano di Zona in tre ambiti territoriali, definiti secondo i rispettivi distretti sanitari. Al momento la costituzione dell’ambito dove Scafati comunque ritornerà comune capofila è ferma e in alto mare. Manca ancora l’adesione dei comuni di Angri e Sant’Egidio Monte Albino, dopo quella già deliberata di Scafati e Corbara. Dopodichè toccherà redigere i regolamenti e procedere alle assunzioni. Tempi molto più lunghi dei tre mesi previsti da Palazzo Mayer, che per garantire la continuità del servizio sarà costretta a ricorrere a fondi di bilancio. I 15 mila euro a copertura del bando contestato e aggiudicato alla Emora onlus sono stati prelevati dal capitolo di bilancio destinato alle retribuzioni del Nucleo di Valutazione e Controllo di Gestione, ancora non nominato dal sindaco.
IL SISTEMA VOLONTARIATO che penalizza le cooperative
Più volte in Italia gli enti locali sono ricorsi alle associazioni di volontariato, per la gestione di servizi sociali. Un giochetto che permette lo scavalco delle cooperative sociali, perché il volontariato è di fatto offerto a gratis salvo eventuali rimborsi spese. E dietro questi rimborsi si celerebbe in realtà la misera retribuzione che percepiscono, al nero, gli operatori sociali mascherati da volontari. Un sistema che giova alle associazioni, gestite con criteri fiscali diverse dalle cooperative sociali. Da qui la denuncia della Lega Cooperative Sociali della Campania all’anticorruzione guidata da Raffaele Cantone, che ha segnalato l’anomalia del bando scafatese promosso dal settore Scafati Solidale. Il bando infatti chiarisce espressamente la natura di volontariato del servizio offerto e la sua conseguente gratuità. “L’attività prestata dai volontari deve essere a titolo gratuito, fatto salvo, il rimborso delle spese sostenute e debitamente documentate. Il rimborso, da disciplinare con apposita convenzione, sarà contenuto nel limite massimo di euro 5 mila mensili, anche se le associazioni dovessero garantire un numero di volontari superiore a quello richiesto” si legge nel bando. “L’associazione dovrà possedere dimostrata esperienza nel supporto alla gestione di centri per disabili e le dovranno garantire la presenza di almeno quattro volontari O.S.A ogni giorno, idonei allo svolgimento delle attività del presente avviso e di un Coordinatore, in possesso di laurea idonea” i requisiti. Secondo il responsabile della Lega Luca Sorrentino, le figure professionali richieste e gli orari di servizio da coprire sono paragonabili invece ad un rapporto di tipo lavorativo, più che volontario. “Inoltre, la figura di un coordinatore laureato (anch’essa però volontaria) lascia supporre una sorta di subordinazione all’operato dei volontari” denuncia Sorrentino. La lettera è indirizzata anche ai sindacati di categoria, affinchè si attivino per la tutela dei lavoratori nel caso di falso contributo volontario e le associazioni degli utenti in merito alla garanzia della qualità dei servizi offerti.