Di Adriano Falanga
La commissione straordinaria insiste: bisogna considerare la possibilità di scioglimento del Consorzio Farmaceutico Comunale. Rendono poco e costano molto, secondo l’opinione della triade prefettizia che guida il Comune di Scafati, principale socio del consorzio. Nel corso dell’assemblea dei soci del 15 giugno, sono stati forniti gli atti di indirizzo per la predisposizione del nuovo piano industriale, propedeutico all’approvazione del bilancio di previsione del triennio 2017-2019. Presenti i comuni di Capaccio, Cava Dei Tirreni, Eboli, Salerno e Scafati. Quest’ultimo, da solo, sfiora il 50% dell’intero capitale sociale del Consorzio. Ed è proprio il prefetto Gerardina Basilicata a stilare un preciso pacchetto di pacchetto ai soci presenti. Si parte dalla razionalizzazione dei costi del personale, la razionalizzazione degli immobili di proprietà, passando per la vendita delle farmacie di via Aquino a Scafati e via S. Visco a Salerno. La prefetto chiede anche un’incentivazione di alcuni servizi, quali la consegna domiciliare dei farmaci e dei servizi diagnostici, e soprattutto la revisione degli orari di apertura al pubblico delle farmacie, per contenere i costi del personale. E’ già nota infatti la decisione di abolire il servizio notturno offerto dalla farmacia del centro Plaza a Scafati. Una disposizione che vedrà il via quasi certamente dal 1° settembre. Ma ad essere messe in discussione sono anche le performances di ogni singola farmacia del Cfi. Qui la triade commissariale scafatese chiede la valutazione soggettiva di ogni struttura, in termini consuntivi e previsionali, chiedendo ai comuni consorziati di valutare le ipotesi di proroga ovvero di scioglimento dell’ente alla scadenza del febbraio 2018. L’uscita del Comune di Scafati andrebbe a comportare la perdita di cinque farmacie su 19, incidendo in maniera netta sulla sopravvivenza finanziaria del consorzio.
Ed è questa un’ipotesi che prende sempre più piede, soprattutto alla luce delle disposizioni vincolanti contenute nel piano di riequilibrio decennale che ha permesso al comune scafatese di evitare il dissesto finanziario. Misure di contenimento della spesa, tra cui un netto taglio alle partecipate e agli enti partecipati. Quanto al destino delle 5 farmacie comunali presenti sul territorio scafatese, l’ipotesi è la loro alienazione, totale o parziale. Un’operazione che potrebbe anche comportare il rischio di un’eventuale “opa” speculativa da parte di soggetti intenzionati a rilevare strutture improduttive (o meglio la loro licenza) per rilanciarle in pompa magna, dopo averle acquistate a buon prezzo. Polemiche da Pasquale Aliberti: <<Dal 1 settembre chiude la farmacia comunale H24. Scafati perde un altro Livello Essenziale di Assistenza – scrive sulla sua pagina social, e più avanti aggiungerà ancora – La chiusura della farmacia è una decisione dei commissari perché la stessa ha un costo che viene ripartito sul comune di Scafati ma anche sugli altri comuni del Consorzio. Era l’unica farmacia del Consorzio farmaceutico ad avere il servizio H24 che abbiamo preteso e che c’è stato con garbo accordato anche dagli altri comuni in questi anni perché Scafati è il Comune che ha più quote nell’ambito di questo Consorzio. È una baggianata la vicenda del dissesto e del predissesto anzi avevamo un deficit strutturale dal quale nel 2016 siamo rientrati>>.
SANTOCCHIO: NO ALLA VENDITA SI ALLA PROROGA
<<No alla vendita delle farmacie comunali, sì alla proroga al Consorzio>>. Mario Santocchio, ex consigliere comunale di opposizione, si dice d’accordo sulla razionalizzazione dei costi, ma senza uscire del Cfi. E indica la sua “ricetta”: <<Va azzerato il cda del Consorzio che continua a rispondere a soggetti non più rappresentativi degli enti locali che li hanno designati. Buona cosa sarebbe anche il trasferimento della sede del consorzio a Scafati. Possibile pensare di ospitare la struttura presso i locali di proprietà del Comune, come gli uffici dell’ex Manifattura>>. Non solo restare, ma anche far “pesare” la quota di maggioranza detenuta, perché, secondo l’esponente Fdi: <<Avere enti governativi o simili sul territorio significa anche rilanciare l’indotto economico attorno ad esso. Inoltre ospitare la sede e gli uffici a Scafati andrebbe a tagliare di netto gli onerosi costi dell’affitto sostenuti a Salerno>>. Quanto alla prossima chiusura della farmacia notturna, Santocchio accusa: <<è dipesa da chi volle chiudere la Farmacia di Via Passanti e trasferirla nella sua strada e metterla nei locali degli amici, purtroppo Scafati sta pagando il prezzo e loro altri continuano ad avere benefici da quel malgoverno>>. Secondo Santocchio la farmacia h24 era pienamente produttiva quando si trovava in via Passanti, al confine con Boscoreale. Una redditività sfumata e scomparsa quando, per volontà della precedente amministrazione comunale, la struttura fu trasferita in via Aquino, a due passi dalla residenza dell’ex sindaco. Ufficialmente per motivi logistici, tra cui la presenza di un parcheggio per le auto. << Oggi come ieri noi sosteniamo non solo la conferma del consorzio ma anche un rilancio che richiede la scelta necessaria di azzerare il cda>> o meglio, dare il benservito agli scafatesi Andrea Inserra (presidente) e Filippo Accardi (componente).