Scafati/Sarno. Avrebbero vessato imprenditori minacciandoli con armi ed esplosivo: a rischio giudizio 12 persone tra Scafati, Pagani e Sarno mentre un altro indagato era finito a giudizio immediato per essere il promotore dell’organizzazione criminale. Per lui erano stati stabiliti i domiciliari dopo l’istanza presentata del suo difensore di fiducia in seguito all’arresto in carcere su richiesta del pubblico ministero Gianluca Caputo presso la procura di Nocera Inferiore. La vicenda è dell’estate scorsa quando fu ammanettato il giovane scafatese perché avrebbe preparato pistole e armi da guerra, modificando quelle a salve in armi perfettamente funzionanti nonché ordigni esplosivi su commissione della criminalità dedita alle estorsioni e soprattutto per “recuperare” dietro compenso auto rubate e restituite ai legittimo proprietari dietro la proposta di denaro. Lo stesso gip nocerino aveva respinto la richiesta d’arresto presentata dalla Procura per altri 12 indagati. Nel carteggio della pubblica accusa ci sono contestazioni per estorsioni a imprenditori nel campo dei trasporti, estorsioni per dei debiti mai contratti per i quali erano state invocate presenze malavitose se non fossero stati onorati. Tra le estorsioni anche i classici cavalli di ritorno dopo aver trafugato autovetture: cifre che si aggiravano tra i 400 e i 800 euro per ottenere indietro il bene sottratto ai legittimi proprietari i quali, dopo aver sborsato la cifra, avrebbero trovato il proprio mezzo in zone della città come davanti al Plaza oppure presso un noto bar della città di Scafati. Un giro di estorsioni nei confronti di imprenditori e semplici cittadini di Scafati e dei Vesuviani aggravato (solo per qualche indagato) dal fatto di aver preparato armi utili per il pizzo. Per il giudice di Nocera Inferiore che aveva respinto la richiesta di arresto per altri indagati, non ci sarebbero stati i gravi indizi di colpevolezza come invece era accaduto con il promotore, figura apicale dell’organizzazione. Le indagini avevano dimostrato che il giovane scafatese era entrato in scena anche in due estorsioni per recuperare delle autovetture e cavalli di ritorno dimostrando ancora una volta che era lui l’epicentro del crimine scafatese. Per lui era scattato a fine anno scorso il giudizio immediato mentre per altri 12 c’è il rischio processo.





