Di Adriano Falanga
Stava approssimandosi l’alba di un nuovo giorno, a 24 ore di distanza dall’ultimo raid camorristico, quando una pattuglia dei carabinieri di Angri riscontrava l’ennesimo attentato. Via Monte Grappa è in pieno centro città, a cento metri dal Municipio, di spalle ad un noto istituto bancario. Saranno decine le videocamere di sorveglianza che avranno ripreso scene dell’attentato. Ma a Scafati servono a poco, non è azzardato dire a nulla. Dal 2012, anno in cui cominciò l’escalation delle bombe, non un solo mittente è stato identificato. E mentre l’antimafia da due anni cerca di arrestare l’ex sindaco Pasquale Aliberti (ancora non rinviato neanche a giudizio) la camorra s.p.a si adopera freneticamente. Ieri notte sul posto si è trovata una pattuglia di Angri, e non è la prima volta che questo comando interviene a Scafati. Questo mostra chiaramente la misura delle difficoltà in cui si trova lo Stato a imporre la legalità. La città è ferma alle parole di Salvatore Malfi, Prefetto di Salerno, pronunciate lo scorso 14 agosto. La commissione straordinaria prova a districarsi nei meandri burocratici per racimolare qualche centinaio di migliaia di euro per potenziare la videosorveglianza pubblica. E alla Tenenza dei Carabinieri di via Oberdan manca da mesi il nuovo Tenente. Può essere mai questa la risposta dello Stato? Eppure, dopo il vertice sulla sicurezza del 14 agosto la città si aspettava una risposta forte, decisa: posti di blocco, perquisizioni, fermi, controlli, e invece nulla. Non un arresto, non un indagato. E’ tutto facile a Scafati, come rapinare, da soli e senza pistola, in pieno giorno, l’ufficio postale centrale, situato sotto le finestre di Palazzo Mayer. Facile come sparare ben 13 colpi di arma da fuoco contro la serranda di un’attività commerciale e la sera dopo, piazzare un ordigno incendiario ai danni di un’altra attività. Se c’è qualcosa che contraddistingue la camorra scafatese è la mancanza di paura. Da queste parti si muovono con una sfacciata spavalderia, e i fatti lo dimostrano. Lo Stato balbetta, ma la criminalità “parla” e pure troppo. Lo sapia il ministro Minniti
DECRETO MINNITI APRE AL POTENZIAMENTO DELLE FORZE DI POLIZIA
Il decreto del ministro Marco Minniti, approvato il 14 agosto, ha come obiettivo la razionalizzazione dei compiti e dei presidi delle forza di polizia italiane. Il decreto ridisegna, in maniera chiara e definita, anche i requisiti e le condizioni territoriali affinché possano essere potenziati, chiusi, aperti o trasferiti presidi di forze dell’ordine. Ed è il caso di Scafati, dove sul territorio sussiste ancora solo una Tenenza dei carabinieri che funziona però come un presidio territoriale, quanto a organizzazione e soprattutto risultati prodotti. E’ chiaro che bisogna potenziare e rinnovare l’organico della struttura. La nuova geografia criminale richiede una rivisitazione delle strategie di prevenzione e contrasto di cui la dislocazione e il numero dei presidi delle Forze di polizia rappresentano indubbiamente un aspetto significativo. Secondo i dettami del decreto Minniti, potrebbe anche presentarsi la necessità di trasferire il presidio di Pubblica Sicurezza da Sarno a Scafati, mentre la Tenenza dei carabinieri potrebbe essere elevata a Comando Compagnia. Non sempre è questione di quantità di uomini, ma delle loro distribuzione territoriale. Minniti è stato chiaro. Ai prefetti la decisione.
GLI ONOREVOLI CHIEDONO AIUTO A MINNITI
<<Non ci sono più scuse dietro le quali lo Stato possa nascondersi. Proprio in una città, commissariata a seguito dello scioglimento per infiltrazione camorristica, lo Stato stesso deve farsi sentire ancora di più>>. Così Angelo Tofalo (in foto), deputato del M5S, che promette: <<Il prossimo 12 settembre riapriranno gli uffici della Camera dei Deputati e mi impegno a sottoporre al ministro degli interni Minniti un’interrogazione riguardante la “(in)sicurezza” di Scafati>>. Il salernitano grillino raccoglie le segnalazioni del meet up locale e non lesina critiche anche all’operato della commissione straordinaria: <<il cui lavoro sembrerebbe stia provocando malcontento e disservizi tra i cittadini. Scafati ha bisogno di crescita, sviluppo, investimenti, lo Stato non può venir meno in un campo come la sicurezza, ne va della credibilità delle istituzioni. La camorra si combatte anche con il lavoro e lo sviluppo – aggiunge Tofalo – Un maggior controllo con più forze dell’ordine sul territorio possono trasformare Scafati da “far west” a faro dell’Agro Nocerino Sarnese. Non un passo indietro contro la criminalità>>. Articolo Uno-Mdp, a Scafati rappresentato da Mirko Secondulfo e Ignazio Tafuro, fa leva sul deputato Michele Ragosta, che raccoglie l’invito: <<È necessario un intervento deciso del Prefetto di Salerno, Salvatore Malfi e del ministro dell’Interno, Marco Minniti, affinché venga rafforzata la presenza dello Stato in questa zona dove, nonostante il lavoro eccellente delle forze dell’ordine a disposizione, evidentemente serve uno sforzo maggiore per garantire sicurezza e rispetto della legalità>>. <<Ho chiesto personalmente a Peppe De Cristofaro, senatore Campano di Sinistra Italiana e membro della commissione parlamentare antimafia, di produrre un’interrogazione rivolta al Ministro degli Interni – così Raffaella Casciello – Questa situazione mette in serio pericolo oltre che le attività commerciali del nostro territorio anche la sicurezza di tutti i cittadini e le cittadine. Il problema della camorra a Scafati non può più essere trattato come un problema locale. È per questo che è urgente una risposta nazionale>>