Di Adriano Falanga
Dopo una lunga e costante caduta, resta stabile il mercato immobiliare a Scafati. Gli operatori spiegano che l’equilibrio è derivato dal mite inverno appena trascorso, che ha graziato la città dagli allagamenti ed esondazioni, rendendo possibile lo scambio immobiliare in una forma più serena e ottimista. La stabilità dei prezzi di vendita ha comportato la riduzione di quelli per l’affitto, dopo i picchi di crescita registrati negli ultimi mesi, come dimostra lo studio del sito Immobiliare.it. Dopo la speculazione edilizia degli anni 80, che registrò un boom demografico portando la città a crescere in trent’anni di quasi il 30%, il consumo feroce di suolo si è attestato, provocando gli aumenti di oggi ma anche i pesanti disagi che la città vive, disagi dovuti alla mancanza di sottoservizi necessari, quali la rete fognaria, il piano viario, nuove strade, zone industriali sviluppate. Nel febbraio 2013 il prezzo medio di vendita degli immobili a Scafati era di quasi 2200 euro al metro quadro, oggi è crollato a poco più di 1800 euro ma la tendenza è fortemente in ribasso, soprattutto per certe zone. E queste sono: Via Passanti, via Cesare Battisti (qui addirittura il problema non è a quanto vendere, ma trovare chi compra) via Dante Alighieri, via Roma, Via Oberdan. In via Passanti, oltre agli allagamenti ad esempio, l’indotto che c’era attorno all’ospedale funzionale e funzionante creava economia, via Cesare Battisti e con essa l’intero centro storico sono diventate zone commercialmente morte, dove si registra un alto tasso di mercato immobiliare al nero, che lucra sugli immigrati irregolari. Poi c’è via Oberdan e Piazza Garibaldi. Questa zona appare oramai fuori mercato. I box auto si allagano per le esondazioni del fiume e per la falda acquifera che qui è molto alta. Via Zara e le sue traverse, da un lato il canale Bottaro ricettacolo di rifiuti e animali, dall’altro il fiume Sarno che nonostante i miglioramenti degli ultimi anni, d’estate emana ancora un odore sgradevole e soprattutto è regno di topi e zanzare. Piazza Vittorio Veneto registra un lento ma progressivo svuotamento, dovuto alla carenza di interesse commerciale, oltre che ricettiva. Non esistono strutture idonee per la movida, che di contro, si è “trasferita” nella vicina San Pietro, nei pressi del centro Plaza. La Villa Comunale vive una profonda crisi, dovuta all’assenza di un progetto di manutenzione e di iniziative mirate a ripopolarla. Il parco botanico chiude alle 19, quando altri parchi simili e decisamente meno interessanti, si animano. Nel corso del mese di Marzo 2016 per gli immobili residenziali in affitto sono stati richiesti in media € 5,50 mensili a metro quadro, con un aumento del 2,09% rispetto a Marzo 2015 (€ 5,39 mensili per mq). Negli ultimi 2 anni, il valore più alto del prezzo richiesto all’interno del comune di Scafati è stato di € 6,39 mensili al metro quadro, rilevato nel mese di Gennaio 2016. Il mese in cui è stato richiesto il prezzo minimo è Luglio 2014: per un immobile in affitto sono stati richiesti in media € 5,27 al mese per metro quadrato.
DAL BARATRO DELLA MOVIDA AL BOOM DEI CENTRI SCOMMESSE E DEI CINESI
Non solo carenza di infrastrutture alla base del crollo del mercato immobiliare, a spaventare gli investitori sono anche alcuni elementi sociali. Lo svuotamento del centro storico e l’assenza di progetti di riqualificazione hanno comportato la chiusura di attività commerciali appetibili alla movida. Bar, abbigliamento, pizzerie, sono stati sostituiti dai centri scommesse, che di contro in città registrano un forte aumento. In salita anche i negozi di oggettistica made in Cina. Il basso prezzo di questi prodotti, nonostante l’opinabile qualità, sfavorisce le piccole mercerie e le ferramenta. I cinesi a Scafati hanno acquistato, soldi alla mano, strutture di grande dimensioni, idonee ad ospitare l’enorme varietà di articoli che offrono, dall’oggettistica all’elettronica, passando per l’abbigliamento alla cartoleria. Poi c’è il traffico, figlio della speculazione edilizia degli anni 80, che ha creato nuovi quartieri senza predisporre preventivamente una dovuta catena di sottoservizi. A calare l’appetito degli investitori è la chiusura dell’ospedale: i tempi di percorrenza per raggiungere il più vicino pronto soccorso sono un problema per chi ha in casa soggetti anziani o malati.
La questione sicurezza pure viene molto avvertita, e l’avere meno di 40 vigili e una manciata di carabinieri, su circa 55 mila abitanti, non è certo segno di protezione garantita. C’è poi il fiume e suoi canali, e se il Sarno negli ultimi anni è sensibilmente migliorato, di contro si vive il totale abbandono, al limite dell’allarme ambientale, dei suoi canali: il Bottaro, il Marna, il San Tommaso, il rio Sguazzatoio. Se da un lato l’amministrazione comunale ha molto investito nella manutenzione stradale, e in nuovi centri di aggregazione di quartiere, dall’altro lato è stata carente di progetti cosiddetti “a lungo termine”. Tra cui il ripristino del pronto soccorso, che oltre a garantire salute, portava anche un discreto indotto. Non ci sono uffici pubblici di enti governativi, e questo pure comporta perdita di interesse commerciale. Non c’è una ztl, a differenza di quasi tutti i paesi limitrofi, che possa rilanciare l’economia. Falliti i Pip, fermo il Puc. Ed è da qui che deve partire il rilancio economico della città, fermo restando gli investimenti per lo sport, per il sociale, per la cultura che l’attuale amministrazione ha largamente profuso. Occorre di più, occorre pensare in grande.
MERCATINO A KM 0, L’IDEA DI SCAFATI ARANCIONE
Un mercatino di soli prodotti locali, per rilanciare il comparto economico ma anche promuovere la realtà commerciale, artigianale e agricola scafatese. L’idea è del laboratorio politico Scafati Arancione. “In un momento in cui sembra che la discussione e il dibattito pubblico si siano concentrati su dimensioni che non riguardano specificamente lo sviluppo della città e il benessere dei cittadini, noi continuiamo nello studio e nella costruzione della città che immaginiamo e che tentiamo di costruire – spiega Francesco Carotenuto, entrando nel dettaglio dell’iniziativa – L’idea, nella fattispecie, è quella di mettere, intorno al tavolo, le rappresentanze degli attori economici e sociali per arrivare alla più ampia condivisione di intenti rispetto ad un tema che riguarda non solo l’economia cittadina, ma soprattutto l’opportunità di riscoprire la cultura e le tradizioni della nostra terra attraverso la vendita diretta dei prodotti locali”. Il progetto non è limitato alla sola idea, perché gli arancioni hanno protocollato anche una bozza di regolamento, da sottoporre alle istituzioni locali. “La proposta di regolamento da noi studiata e trasmessa all’esecutivo cittadino e alle rappresentanze di categoria, rappresenta un primo momento di condivisione e discussione per incentivare e dare un’opportunità da un lato ai produttori e gli artigiani, vessati da tributi e crisi economica, dall’altro ai consumatori rispetto ad una scelta consapevole e di qualità dei prodotti che quotidianamente consumiamo. L’idea è quella di utilizzare l’area mercatale per un mercatino bisettimanale, coinvolgendo produttori agricoli e artigiani della nostra città – aggiunge l’esponente di centrosinistra – Auspichiamo quindi che si torni a discutere di temi concreti e di sviluppo della nostra comunità, anche attraverso proposte come quelle del Mercatino a Km0, le quali possono rappresentare un volano di crescita economica e sociale, accompagnando tale sviluppo alla riscoperta dei nostri prodotti e della nostra terra”.