Scafati. Coppola:" Aliberti pensi a difendere se stesso, che ad accusare gli altri" - Le Cronache
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Scafati. Coppola:” Aliberti pensi a difendere se stesso, che ad accusare gli altri”

Scafati. Coppola:” Aliberti pensi a difendere se stesso, che ad accusare gli altri”

Di Adriano Falanga

“Il sindaco dovrebbe pensare più a difendere se stesso, che ad accusare gli altri”. Pasquale Coppola, presidente del Consiglio Comunale, commenta con Cronache l’attuale situazione dell’Istituzione da lui presieduta. Non fa mistero di essere oramai lontano anni luce dall’ex alleato. Vota con l’opposizione, in cui siede Pasquale Vitiello, suo sodale e amico da sempre. Rivendica però il suo ruolo super partes Coppola. “Rimango al mio posto, sono il Presidente Del Consiglio eletto da quasi tutto il consiglio e continuerò a svolgere la mia funzione restando imparziale e ligio solo al regolamento, votando secondo le mie idee di miglioramento per la città”. Qualcosa però è chiaramente cambiato nell’Assise. “Sicuramente c’è più democrazia, le proposte non verranno più approvate a colpi di maggioranza ma coinvolgerà l’intera Assise visto che la minoranza è diventata maggioranza e a mio avviso è un fatto molto positivo”. Sarà anche positivo secondo il presidente del Consiglio, ma è un paradosso, e il blocco istituzionale è già palese. Le alternative sono due: dimissioni del primo cittadino o mozione di sfiducia. Quest’ultima però non è voluta da tutta l’opposizione. Tranne Coppola, disposto a votarla: “perché non sono attaccato alla poltrona come qualcuno, che nonostante non ha più una maggioranza continua a far finta di nulla”. La stoccata è chiara, ma nonostante la delicata situazione di Palazzo Mayer, il consigliere più eletto di entrambi i sindacati alibertiani non si augura lo scioglimento del consiglio: “sarebbe un brutto colpo per tutta la città, che lo merita. Gli scafatesi meritano una amministrazione attenta, magari più sensibile alle politiche ambientali”. C’è spazio per i fedelissimi del primo cittadino in un futuro centrodestra? “Molti oggi gli sono vicino pur non condividendolo e solo per questioni di opportunità, non so dopo”. Considerata la strenua opposizione che ha fatto a ciò che definisce la “deriva alibertiana”, qualcuno lo vedrebbe come candidato di una coalizione di moderati. “Al momento sono orientato ad abbandonare l’attività politica – spiega Coppola, però – mai dire mai”. La battaglia contro la decadenza del sindaco di dicembre, le indagini dell’antimafia, le accuse, i proiettili e le lettere anonime ricevute: “una consiliatura difficile, che mi ha provato non solo politicamente, ma anche umanamente, intaccando la mia salute – continua Coppola – sicuramente uno degli anni più brutti della mia vita, pensi che sono stato costretto ad andare a fare due denunce”. Una quando si vide esautorato dal suo ruolo istituzionale nel novembre scorso, l’altra per difendersi dalla segretaria comunale Immacolata Di Saia, che l’ha querelato per un presunto spintone negli uffici comunali. Non ho nessun tipo di rapporto con la segretaria da quando ha deciso di sporgere denuncia parlando di un’ aggressione nei suoi confronti da parte mia. Un’accusa che non merito, del tutto gratuita e lesiva del mio onore. Era il periodo della decadenza, ma tutto è avvenuto in quei mesi. D’Altronde – continua Coppola, inerente la Di Saia – ha denunciato anche il Comune per circa 100 mila euro, relativa a compensi che non avrebbe ricevuto, entrando in conflitto di interessi con l’ente da lei guidato. Con tutto ciò è inamovibile dalla sua posizione”. E qui il presidente del consiglio non nasconde di aver più volte chiesto le sue dimissioni. Infine, era il periodo di Ferragosto quando Coppola, accompagnato dal suo legale, decide di rilasciare dichiarazioni spontanee al pm antimafia, che indaga sugli Aliberti, Vincenzo Montemurro. Coppola, non indagato, in quell’occasione chiarirà alcuni incontri avuti con Alfonso Loreto, oggi pentito, durante la campagna elettorale per le elezioni regionali del 2015. Era candidato con l’Ncd, “sfidando” l’uscente Monica Paolino, moglie del primo cittadino. A Montemurro Coppola ha chiarito anche che in città tutti sapevano dell’appoggio elettorale del clan Loreto-Ridosso alla Paolino, non solo, ha anche ammesso di aver visto il Loreto in compagnia del sindaco, a palazzo Mayer. Una circostanza che smentisce il primo cittadino, in quanto ha sempre sostenuto di non aver incontrato in tempi recenti questi personaggi. “In Procura sono andato per difendere la mia persona e il mio ruolo politico istituzionale, non per accusare qualcuno” chiosa Pasquale Coppola.