Di Adriano Falanga
E’ una guerra di date a Scafati, questo lo hanno capito in molti. E in molti hanno anche capito il motivo, la decadenza del primo cittadino. Due i motivi che hanno giustificato, secondo i partecipanti, il consiglio comunale convocato illegittimamente per venerdi 27: L’approvazione dell’assestamento di Bilancio e la proroga di un ulteriore anno della gestione sosta a pagamento concessa all’Acse (per cinque anni) ad ottobre scorso. L’amministrazione si era appellata al Prefetto visto che entrambe le tematiche avevano scadenza impellente entro il 30 novembre. Il consiglio si è tenuto, nonostante “l’attenti” del viceprefetto Forlenza. Soltanto che le “urgenze” che lo avevano spinto a convocarlo in deroga alle normative di legge e Statuto sono sfumate. L’assestamento di bilancio fu infatti rinviato, mentre la proroga all’Acse non ha avuto l’immediata esecutività, e quindi, poteva essere tranquillamente votata anche in altra data, fermo restando che la sua approvazione non avrebbe garantito la stabilità occpazionale degli ausiliari del traffico, che avevano protestato a Palazzo Mayer. L’avevamo scritto, e così è stato infatti: solo una proroga alla Pubbliparking non avrebbe interrotto il servizio di sosta a pagamento, in scadenza al 2 dicembre. Questo perché i sei anni della gestione chiesta dall’Acse servivano solo per avviare le lunghe procedure di indizione della gara d’appalto.
La proroga sembra essere stata approvata dal Cda della partecipata tenutosi il 30 novembre. Tutto questo è stato inserito nella nota di risposta che Pasquale Coppola ha inviato al Prefetto, dando seguito alla nota prefettizia notificata il giorno 28. Non solo, Coppola avrebbe spiegato anche il perché, a suo dire, avrebbe pure rispettato il deliberato n.56 del 17 novembre, che aprì il procedimento della decadenza. Nell’atto fu approvato un emendamento in base al quale, qualora il sindaco avesse dato riscontro all’avvio della procedura prima della fine del termine di diedci giorni previsto dall’art.69 del T.U. si sarebbe proceduto alla convocazione del consiglio comunale per la fase successiva, da “fissarsi” entro i successivi dieci giorni. Ora, avrebbe spiegato ancora Coppola a Forlenza, atteso che avrebbe convocato la seduta al 9 dicembre, attenendosi scrupolosamente al dettato legislativo di riferimento, non avrebbe neanche disatteso la delibera del 17 novembre. Tutto ruota in quel termine “fissarsi” che secondo il presidente del consiglio non è sinonimo di “convocare”. E Coppola avrebbe quindi “fissato” la convocazione del consiglio al 9 dicembre. Un gioco di parole, che andrà a inasprire le diverse interpretazioni fornite fino ad oggi e su cui, si psera, si pronuncerà il Tar entro il 9 dicembre, pena una non felice situazione istituzionale.