Di Adriano Falanga
Arriva la convocazione del Consiglio Comunale, e il presidente del consiglio Pasquale Coppola decide di prendersi tutto il tempo necessario per gli approfondimenti del caso. Ufficialmente perché gli argomenti sono di particolare importanza, soprattutto quello che solleva l’incompatibilità di Pasquale Aliberti. Coppola ha chiarito che non conoscendo bene la procedura, e onde evitare di finire nel mirino delle opposizioni come già capitato nell’ultimo consiglio, ha preferito non trascurare nessun dettaglio formale e informale. Il 17 novembre, una data limite per la ricandidatura del primo cittadino, in quanto l’iter per la dichiarata decadenza deve avvenire entro metà dicembre (Aliberti fu proclamato sindaco il 15 giugno 2013). Se fosse accertata la decadenza oltre questa data significherebbe addio alla ricandidatura, e Aliberti avrebbe davanti a se due opzioni: dimettersi prima di metà mandato oppure finire la legislatura, come vogliono molti dei suoi consiglieri e assessori. “Ciò che conta è il rispetto dei tempi previsti dalla legge, dallo Statuto comunale e dal regolamento. Bene ha fatto ad accertare l’esistenza effettiva della lite pendente per evitare irregolarità ed illegittimità sia della convocazione che dell’intera procedura”, così Marco Cucurachi, Pd. Sulla stessa scia anche Mario Santocchio, che nonostante il legame solido con Coppola, non ha esitato a “segnalarlo” al Prefetto sui tempi di convocazione dell’ultima assise. “Il Presidente Coppola sta operando bene in quanto si tratta di materia delicatissima e quindi prima di fissare un consiglio Comunale deve acquisire la documentazione necessaria. Deve svolgere il suo ruolo senza ingerenze esterne e rispettando leggi e statuto”.